Archeologia, reperti rubati incastonati in un agriturismo | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Archeologia, reperti rubati incastonati in un agriturismo

– Valgono oltre 200mila euro gli undici frammenti di rilievi architettonici di epoca romana rubati nel 2003 dalle Catacombe di San Callisto a Roma e cementati come ornamento in un agriturismo di Norcia. La proprietaria dell’immobile, una romana di 60 anni, è stata denunciata dai carabinieri per impossessamento illecito di beni culturali appartenenti allo Stato e per violazioni in materia di ricerche archeologiche. I dettagli dell’operazione sono stati illustrati stamani dai militari del nucleo «Tpc» (Tutela patrimonio culturale) di Firenze e dal colonnello Mariano Angioni, capo di stato maggiore della Legione Umbria, in una conferenza stampa a Perugia. Gli accertamenti – ha spiegato il capitano Lanfranco Disibio del Tpc – erano stati avviati dopo una segnalazione della Soprintendenza archeologica umbra. Una prima analisi dei reperti li ha riconosciuti come provenienti da monumenti del II e III secolo. Le verifiche del Tpc alla banca dati hanno consentito di accertare che appartenevano a un sarcofago frammentario con scene di caccia di «eccezionale pregio». I frammenti erano indicati anche in un bollettino in cui sono inserite le più importanti opere d’arte rubate. Fanno parte – è stato detto – di un cimitero in cui sono sepolti 50 martiri e 16 pontefici. Il sarcofago si trova nei pressi della basilica di San Damaso, a Roma, in un tratto di galleria chiuso al pubblico, poco lontano dall’Appia antica. – Conferme, sulla provenienza dei reperti, sono arrivate anche dai funzionari della Pontificia commissione di archeologia di Roma, competente sulla base dei Patti lateranensi per la custodia e la tutela delle catacombe cristiane. Furono loro, nel 2003, a denunciarne il furto alla stazione carabinieri di San Sebastiano. Una volta individuati i reperti, la procura di Spoleto ha autorizzato la Pontificia commissione a rimuovere le sculture dalle pareti interne ed esterne della struttura ricettiva di Norcia. Gli stessi sono stati sequestrati. «Grande soddisfazione per l’importante recupero» è stata espressa dal professor Fabrizio Bisconti della Pontificia commissione di archeologia di Roma.

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