Patrimonio, ancora polemiche sugli immobili: scintille Marino-Sel | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Patrimonio, ancora polemiche sulla vendita degli immobili: scintille Marino-Sel

Ancora polemiche sulla delibera che prevede la vendita degli immobili del Campidoglio, fresca di approvazione dell’assemblea capitolina. Questa volta però non c’entrano le opposizioni, che intanto dichiarano guerra a suon di esposti al Tar e alla Corte dei Conti. Tira aria di ‘divorziò nella maggioranza in Campidoglio. Ieri Sinistra Ecologia e Libertà si è astenuta dal voto in Aula. Una mossa «soprendente» per il sindaco Marino che taglia corto: «Scelga da che parte stare». Ieri in nottata, dopo una maratona d’Aula durata diversi giorni, è arrivato l’ok dell’Aula Giulio Cesare alla delibera sull’alienazione del patrimonio immobiliare del Comune. Tre consiglieri su quattro di Sel però si sono astenuti, tra cui il capogruppo Gianluca Peciola. Solo Gemma Azuni, tra l’altro vicepresidente dell’Aula, ha votato sì. «Sono rimasto sbigottito dal voto del resto del gruppo Sel – commenta oggi il sindaco Ignazio Marino – perchè, quantomeno per buona educazione, avrebbero potuto dirlo, dal momento che con l’assessore Cattoi mi sono impegnato a portare al voto tutti i loro emendamenti, convinto che fossero migliorativi. Non c’è stato comunicato che, nonostante questo, non avrebbero dato il loro voto sul provvedimento finale». L’astensione in casa Sel proprio non l’ha mandata giù il chirurgo dem: «Io ho tutta la volontà di riformare questa città – spiega il primo cittadino – Se loro vorranno cambiarla con noi, togliendo tutte le cattive pratiche ed eliminando privilegi, favori e sprechi, sarò contento di averli con noi. Se, invece, preferiscono i privilegi, i favori e le opacità del passato, ognuno è libero di scegliere dove lo portano il cuore e l’intelligenza. Il mio mi porta verso le riforme, il cambiamento e la sinistra». Anche dal Pd arriva una frecciatina ai colleghi di maggioranza. Si dice «orgoglioso» di aver votato la delibera il loro capogruppo Fabrizio Panecaldo che sottolinea come i consiglieri dem «hanno confermato di essere classe dirigente riformista all’altezza dei propri compiti». La replica di Sel non si è fatta attendere: Marino «guardasse dentro il suo partito – dice il capogruppo in Campidoglio Peciola – perchè è stato faticoso tenere il numero legale. Se deve fare il ‘battutistà lo facesse in maniera originale, invece di copiare Renzi parlando di innovazione e conservazione». «Noi non abbiamo aperto alcuna crisi, se qualcuno lo vuole fare lo dicesse – aggiunge -. Veniamo accusati ingiustamente: se il patrimonio è stato gestito male l’alternativa non è solo la vendita, si può anche amministrare bene». Insomma, volano scintille in casa del sindaco-chirurgo. Un’atmosfera tesa che di certo non aiuta visto l’arrivo lunedì del bilancio 2015 in Aula per l’approvazione. Una manovra su cui Sel ha già espresso ieri le sue perplessità arrivando a minacciare di non votarlo a meno che non si cambi. Ma Marino, su questo, non si dice preoccupato: «Non ho nessun timore» chiosa. Da oggi, e con l’ok dell’assemblea capitolina, inizia ufficialmente l’operazione «trasparenza» del Campidoglio sul patrimonio. Basta ai ‘furbettì degli affitti. E a chi paga 90 euro al mese per vivere nel cuore di Roma, in un appartamento di proprietà del Comune vista Colosseo o Fori imperiali. Il Campidoglio si prepara così a vendere i suoi ‘gioielli di famiglià per rimpolpare le casse capitoline. Appartamenti e negozi «non più strategici» da cui si dovrebbero ricavare 308 milioni di euro. L’asta inizierà molto probabilmente prima dell’estate. Salvo eventuali ricorsi al Tar. Nei prossimi giorni sia Forza Italia che Movimento 5 Stelle presenteranno i loro esposti al tribunale.

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