SAN GIOVANNI/Dalla prima diagnosi alla terapia. Un dipartimento per coordinare le cure
L'Azienda ospedaliera San Giovanni Addolorata aggiorna il sistema operativo che permette alle varie unità sanitarie operanti all’interno dell’ospedale di dialogare tra loro e di fornire tempestivamente le prestazioni necessarie al paziente
Iniziamo oggi un viaggio all’interno di una delle forme più moderne di collegamento delle unità operative sanitarie all’interno di un Ospedale: il dipartimento. Presso l’Azienda Ospedaliera San Giovanni Addolorata ce ne sono ben cinque. Solo al DEA confluiscono circa 60mila pazienti all’anno. Ne parliamo con il dr. Cesare Greco, capo dipartimento medico dell’Azienda Ospedaliera San Giovanni Addolorata – Roma.
Dottore, ci può spiegare la funzione specifica di un Dipartimento?
Il Dipartimento è una forma moderna di organizzazione e di collegamento delle unità operative sanitarie all’interno di un Ospedale. La sua funzione è quella di integrare e far funzionare in maniera sinergica strutture che per la loro stessa specializzazione possono rischiare di operare in modo frammentario.e scollegato. Da questo punto di vista il Dipartimento rappresenta per l’utente una garanzia della qualità e dell’interdisciplinarietà delle cure che gli sono fornite, elemento quest’ ultimo sempre più importante per la crescente complessità dei problemi clinici in rapporto con l’ aumento della aspettativa di vita e quindi dell’età media degli ammalati.
Quali sono le caratteristiche principali dei Dipartimenti in questo ospedale? Quale la loro importanza?
L’Azienda Ospedaliera San Giovanni Addolorata comprende cinque Dipartimenti: Emergenza ed Assistenza intensiva, Medicina, Specialità, Chirurgia,Servizi diagnostici e Medicina trasfusionale. Il DEA raggruppa le strutture specialistiche che fanno parte delle reti assistenziali regionali tempo-dipendenti, come quella per la cura l’infarto miocardico acuto, per l’ictus o per i traumi; con molti letti ad alta intensità di cure. Esso comprende anche la Rianimazione e la Terapia intensiva post-operatoria oltre che ovviamente al Pronto Soccorso. Il Dipartimento di Medicina è costituito da Unità Operative di Medicina Interna con diversi indirizzi (immuno-infettivologico, endocrino-metabolico), dalla Cardiologia e riabilitazione cardiologica, dalla Pneumologia e dalla Medicina fisica e riabilitazione. Al suo interno vengono trattate patologie che necessitano di un livello medio di intensità di cure, con particolare attenzione ai problemi di fragilità tipici dell’età geriatrica. Il Dipartimento delle Specialità riunisce diverse alte specialità, tra cui le modernissime strutture diagnostiche di Oncologia ed Ematologia , da poco inaugurate e collocate nel Presidio dell’ Addolorata, oltre alla nuova Neonatologia. Il Dipartimento di Chirurgia coordina le diverse branche della chirurgia (generale, urologica, vascolare, mammaria) ed infine il Dipartimento dei Servizi diagnostici comprende le strutture dedicate alle tecniche radiologiche di imaging più moderne, come la TAC e la risonanza magnetica nucleare.
L’Ospedale San Giovanni ha sicuramente una sua specificità grazie anche alla sua stessa collocazione urbana
Sì, è vero: unico DEA di II° livello, cioè unico Ospedale con strutture sanitarie di alta specializzazione, operante nel centro storico della città di Roma. Esso ha un ampio bacino di utenza poiché collocato in una zona priva del filtro di altri Ospedali periferici sul percorso del raccordo anulare. Si tratta in altre parole di una struttura di alta specializzazione ed ad alto volume di attività, elementi essenziali per garantire cure adeguate ad una vasta parte della popolazione cittadina.
Un attenzione particolare merita anche il Pronto Soccorso del DEA
Al Pronto Soccorso del DEA dell’Ospedale San Giovanni affluiscono circa 60.000 pazienti all’anno, numero di accessi che lo colloca ai primi posti a livello cittadino. L’Unità Coronarica, collocata nel DEA, è stata la prima a dotarsi di un sistema per la ricezione dell’elettrocardiogramma teletrasmesso dalle ambulanze del 118, sistema capace di ridurre i tempi della ripefusione con angioplastica primaria nell’infarto miocardico acuto.
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