Specializzandi, perché il nuovo decreto finisce per creare ulteriori discriminazioni | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Specializzandi, perché il nuovo decreto finisce per creare ulteriori discriminazioni

specializzandi3Il nuovo Decreto Ministeriale di riordino delle scuole di specializzazione del 4 febbraio 2015 n. 68 esclude tutti gli specializzandi “non medici” delle scuole ad accesso misto, creando, di fatto, una ulteriore discriminazione. In particolare, l’art. 1, terzo comma, prevede che, con successivo provvedimento da emanarsi e non oltre 60 gg. dalla pubblicazione di detto decreto saranno individuate le scuole di specializzazione di area sanitaria ad accesso misto nonché gli ordinamenti didattici destinati ai soggetti in possesso di titolo di studio diverso dalla laurea magistrale in medicina e chirurgia.

In sostanza, gli specializzandi “non medici” delle scuole di accesso in comune con i medici (Microbiologia e Virologia, Patologia Clinica e Biochimica Clinica, Genetica Medica, Farmacologia e Tossicologia Medica, Scienza dell’Alimentazione, Statistica e Biometria)sono stati spostati in un percorso parallelo, che verrà disciplinato attraverso un Decreto Ministeriale diverso da quello da poco pubblicato.

Il timore dei “non medici” è che il loro mancato inserimento nel nuovo Decreto sia riconducibile alla volontà politica di utilizzare le risorse finanziarie derivanti dalla riduzione delle durate delle scuole di specializzazione nei prossimi anni per aumentare il numero dei contratti di formazione per i medici e non per garantire una maggiore tutela proprio degli specializzandi sanitari “non medici”.

Infatti, accanto alle scuole di specializzazione medica è particolare la situazione relativa agli specializzandi “non medici” del settore sanitario (biologici chimici, psicologi, fisici iscritti alle scuole di specializzazione sanitarie, ecc.) i quali, pur avendo tutti gli obblighi e doveri dei colleghi medici, non hanno diritto ad uguale riconoscimento, né economico, né in termini di diritti fondamentali.

“Emergono diverse disparità di trattamento contrattuale tra le due categorie – spiega l’Avv. Cristiano Pellegrini Quarantotti, esperto di diritto sanitario – seppure dal decreto ministeriale dell’1 agosto 2005 si evinca un’assoluta equiparazione, atteso il riconoscimento del diritto all’inquadramento dell’attività svolta da soggetti specializzandi mediante uno specifico contratto di formazione specialistica con relativa corresponsione di un trattamento economico. Di conseguenza, la medesima disciplina organizzativa, con l’individuazione, peraltro, di un Osservatorio Nazionale unico per le discipline mediche e non mediche.

“Ne consegue – prosegue l’Avv. Pellegrini Quarantotti – che tutti gli specializzandi non medici che hanno frequentato o stanno frequentando la scuola di specializzazione possono agire in giudizio per vedersi riconosciuto lo stesso trattamento contrattuale ed economico di formazione specialistica riservato agli specializzandi medici”.

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