Ztl, il Tar boccia l'aumento delle tariffe. Improta minaccia le dimissioni ma Marino lo difende | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Ztl, il Tar boccia l’aumento delle tariffe. Improta minaccia le dimissioni ma Marino lo difende

Decisione che arriva dopo quella sugli asili nido, in attesa di un pronunciamento sugli importi per le strisce blu. Un problema politico e di cassa per il Campidoglio: i 3 provvedimenti avevano portato moneta corrente utile per le esangui finanze del Comune

Un’altra tegola si abbatte sull’amministrazione Marino e rischia di creare un terremoto. Il Tar ha bocciato la delibera dell’aumento delle tariffe per l’accesso alla zona a traffico limitato. L’assessore alla Mobilità pensa alle dimissioni, ma il sindaco Ignazio Marino rilancia: rinnova la piena fiducia al suo assessore e fa sapere in serata che non intende «rinunciare a tale prerogativa che lo stesso del Tar mi riconosce». Per questo ripresenterà nella prossima giunta «una nuova delibera sullo stesso argomento allegando il lungo lavoro istruttorio rappresentato dal Piano Generale del Traffico Urbano (Pgtu)». Ed è proprio su questo punto che il Tar ha deciso: la delibera del Campidoglio che ha sancito l’aumento delle tariffe Ztl «non è stata supportata da adeguata istruttoria» per spiegare «come si sia pervenuti all’individuazione dei suddetti aumenti». Una bocciatura che arriva dopo quella, sempre del Tar, sull’aumento delle tariffe degli asili nido e mentre si è in attesa di un pronunciamento sull’aumento degli importi da pagare per parcheggiare nelle strisce blu. Un problema politico ma anche di cassa per il Campidoglio: i tre provvedimenti infatti hanno portato moneta corrente utile per le esangui finanze del Comune. «La decisione – ha detto Improta – mina alle fondamenta l’intera strategia di contrasto al traffico privato, in particolare nel Centro Storico, portata avanti in questi 20 mesi». Il Codacons aveva presentato il ricorso al Tar sostenendo che «gli aumenti sono illegittimi e creano disparità tra i cittadini perchè chi risiedeva nelle zone Ztl, infatti, era soggetto ad una tassazione abnorme, a differenza di tutti gli altri cittadini, indipendentemente dal proprio reddito e dalla propria capacità contributiva». Le nuove tariffe avevano moltiplicato in maniera più che evidente gli importi da pagare: i residenti erano passati da 78 euro a 1.016 euro per cinque anni per i veicoli fino ai 19 cavalli fiscali, da 94 a 1.216 euro per quelli fino ai 23 cavalli fiscali e da 109 a 1.416 euro oltre i 23 cavalli. Chi invece non vive in centro doveva pagare 2.016 euro anzichè 600. «In merito alla proporzionalità e alla ragionevolezza delle tariffe oggi in vigore, che per i residenti ammontano a 1016 euro per permessi di validità quinquennale (circa 200 euro l’anno) – chiosa Marino – mi appare irragionevole e iniquo che per molti anni, per lo stesso permesso, si fosse pagato solo 78 euro. Continuiamo dunque il nostro impegno per un diverso modello di fruizione della città». Dal centrodestra è un coro di richieste di dimissioni per Marino, a partire da Forza Italia ed Ncd. Intanto il Codacons grida oggi vittoria: «Ora – assicura il presidente dell’associazione di consumatori Carlo Rienzi – chi ha pagato le nuove tariffe potrà chiedere all’amministrazione la restituzione delle maggiori somme versate». Dunque, mentre il Campidoglio medita su un possibile ricorso al Consiglio di Stato, gli utenti potranno – ribadisce il Codacons – pretendere il rimborso dal Comune.

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