Archeologia, Prosperetti: "Priorità un progetto per il Palatino" | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Archeologia, Prosperetti: “Priorità un progetto per il Palatino”

Un grande progetto per il Palatino, in grado di riportare il sito archeologico romano «all’altezza del suo mito, diventando di nuovo attraente per i visitatori della fascia più colta». Parte da qui l’azione del nuovo Soprintendente speciale per il Colosseo, il Museo nazionale romano e l’area archeologica di Roma Francesco Prosperetti intervenuto alla presentazione della mostra ‘Lacus Iuturnae. La fontana sacra del Foro Romanò, allestita da domani al 20 settembre al Tempio di Romolo. Insediato da poche ore, Prosperetti individua dunque nel Palatino il luogo dei Fori da poter valorizzare ulteriormente, pensando soprattutto ad accoglienza adeguata e servizi differenziati. «I gruppi – dice – arrivano fino alla Via Sacra, poi se ne vanno. Invece c’è una fascia colta di visitatori interessata al Palatino», dove però ora non trova nulla o quasi. Da qui, la necessità di mettere a punto un ampio progetto per il sito che concretizzi «un’offerta più raffinata e ricca e all’altezza delle aspettative» di un pubblico esigente. Oltre alla diversificazione dei servizi, per accontentare un numero di visitatori sempre crescente, la Soprintendenza sta già lavorando a rendere più variegata anche la proposta di contenuti culturali. La mostra sulla fontana sacra del Foro Romano ne è un esempio, in quanto, ha sottolineato Prosperetti, ha lo scopo di «restituire uno spaccato dei capolavori che caratterizzavano il Foro». «Ora lo vediamo come una selva di murature – ha proseguito – ma era un luogo ricchissimo di marmi preziosi, ogni sito aveva una funzione a volte sacra, visto che si trattava di spazi pubblici, e che si esplicava proprio attraverso opere come quelle ora allestite qui, al Tempio di Romolo». ‘Lacus Iuturnaè ricostruisce quindi un contesto, proprio a circa cento metri da dove realmente sorgeva la fontana sacra dei Fori, ai piedi del Palatino tra il Tempio di Vesta e quello dei Castori, come i Romani chiamavano i Dioscuri. E infatti a dominare gli spazi suggestivi del tempietto di Romolo, ci sono i marmi che rappresentano questi figli di Zeus, divinità protettrici del popolo romano. Il mito della fontana sacra e quello dei Dioscuri era strettamente correlato. La leggenda vuole che le due divinità siano apparse ai Romani per guidarli contro i Latini nella battaglia al Lago Regillo (499 a.C.) per la difesa di Roma. Furono poi visti abbeverare i loro cavalli alla fonte di Giuturna e annunciare in città la vittoria. Per questo i curatori hanno voluto riportare, vicino al sito originario della sorgente, il gruppo scultoreo rinvenuto in pezzi nella vasca della Fonte e in seguito ricomposto. Attualmente conservato nell’Antiquarium forense, da molti anni chiuso al pubblico, la cui riapertura è prevista entro l’anno, il gruppo dei Dioscuri (con i rispettivi cavalli e l’ara) torna a essere esposto, affiancato a una ieratica statua di Apollo e al puteale in marmo bianco del pozzo della sorgente.

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