BUONA SCUOLA – Slitta ancora riforma in CdM? Per Anief è inaccettabile | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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BUONA SCUOLA – Slitta ancora riforma in CdM? Per Anief è inaccettabile

scuola_governoIl Governo non conferma l’approdo dei due provvedimenti sulla ‘Buona scuola’, previsti in discussione in CdM. E nelle ultime ore giungono voci su un ulteriore slittamento. Se così fosse, Anief reputa questa telenovela sulla riforma dell’istruzione pubblica inaccettabile. Si tratta di una situazione che ha dell’incredibile: sono sei mesi che il Governo annuncia la riforma, ma poi, quando si arriva al concludere, a realizzare documenti ufficiali, il Governo si continua a tirare indietro.

“È la conferma che anche questo Esecutivo non reputa la Scuola tra le priorità – commenta Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo Confedir -: speriamo si tratti di indiscrezioni infondate. Intanto, l’Anief conferma lo sciopero dei docenti precari, rivolto a 140.000 supplenti del 17 marzo: a Roma si svolgerà prima un sit-in del MIDA, nei pressi del Parlamento, alle 14.30, e a seguire un altro davanti il Miur organizzato da Anief. Bisogna farla finita con questa politica del rimando. Nelle successive due settimane, entro 15 giorni, scenderà in piazza anche il personale ATA”.

“Questo modo di fare è ridicolo – continua Pacifico – perché con questo andare, con la politica degli annunci, si mortifica solo il personale. E si disattende la sentenza della Corte di Giustizia Europea dello scorso 26 novembre, che ha chiesto di stabilizzare tutti i precari che hanno operato su posti liberi per oltre 36 mesi. Il personale è svilito e scuole sono ormai allo stremo: addirittura nelle scuole i corsi di recupero non si organizzano più, accade in quattro su dieci, e chi li allestisce lo fa sempre più a pagamento o li assegna agli studenti più bravi”.

Anief si batterà fino in fondo e in tutte le sedi per l’inserimento immediato in Gae di tutti i docenti abilitati a partire dalla seconda fascia d’istituto, il pagamento degli scatti di anzianità negato ancora dal CCNL 2006/2009 e delle ferie, il recupero del primo gradino stipendiale ai neo-assunti tolto dal CCNL 2011, la conversione contratti 30 giugno-31 agosto senza ragioni sostitutive. Sono oltre 120mia i docenti precari che lavorano attualmente nelle nostre scuole, per lo più con un contratto al 30 giugno, spesso su un posto vacante: più della metà di essi, è chiamato dalle graduatorie d’istituto ma non può inserirsi nella fascia aggiuntiva delle graduatorie ad esaurimento creata nel 2012, utile per le annunciate immissioni in ruolo del Governo.

Molti si sono abilitati con TFA e SFP a numero chiuso, su una previsione di posti vacanti nel triennio o quinquennio successivo, con il PAS in virtù dell’esperienza maturata con 36 mesi di servizio, hanno il diploma magistrale abilitante o l’abilitazione conseguita all’estero, e tuttavia sono fuori dal piano di assunzioni deciso dal Miur, peraltro ancora confuso sugli organici, in assenza di un serio censimento che individui i destinatari dei contratti a tempo determinato su posto vacante assegnati dal 1999.

Nessuno di essi, nonostante una chiara giurisprudenza della Corte di Giustizia europea formata sulla direttiva comunitaria n. 70 del 1999 – se non per ordine di un giudice del lavoro -, ha mai ricevuto, per via di leggi e contratti nazionali firmati dai sindacati rappresentativi (l’ultimo scaduto nel 2009), gli scatti di anzianità previsti solo per il personale di ruolo dal 1999 al 2012. Ancora molti di essi devono rivolgersi ai tribunali per ottenere il pagamento delle ferie spettanti, bloccato dalla Legge di stabilità 2013: intanto, i giudici di Trani, Napoli, Crotone, Siena, Fermo emettono sentenze favorevoli. E nei giorni scorsi la questione è stata portata anche all’attenzione del Parlamento di Bruxelles, grazie alla decisione dell’europarlamentare Antonio Tajani, dirigente del Partito popolare europeo e attualmente vicepresidente dell’Europarlamento, di avviare un’interrogazione al Parlamento UE per richiedere la stabilizzazione dei docenti precari abilitati dopo la chiusura delle Graduatorie ad esaurimento.

Il giovane sindacato coglie l’occasione per ribadire la sua posizione sulla riforma in arrivo: rimane ancora troppa confusione sulle 150mila assunzioni, perché continuano ad avere poche garanzie su tanti docenti abilitati che hanno diritto all’immissione in ruolo. Anche gli Ata continuano ad essere penalizzati, con ulteriori tagli al personale e il blocco delle indennità per i lavori extra. Anief, poi, non ha alcuna preclusione sul merito, ma prima si allinei lo stipendio all’inflazione. E non ci sono norme a tutela degli scatti e delle mensilità estive dei precari. Risulta davvero positivo, invece, il potenziamento dell’alternanza scuola-lavoro, ma serve una riforma complessiva. Sull’introduzione dell’arte e della musica tutti d’accordo, però ricordiamoci che sono diverse le discipline da introdurre e che necessitano di un tempo scuola maggiore.

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