Banda larga, Zingaretti presenta il piano da 186 milioni di euro | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Banda larga, Zingaretti presenta il piano da 186 milioni di euro

Entro il 2020 tutti i cittadini del Lazio, dal centro di Roma al più remoto paese delle province, potranno avere internet ad alta velocità, a 30 mega, mentre un laziale su due toccherà quota 100 mega. È l’obiettivo del Piano Banda Ultra Larga della Regione Lazio, un investimento da parte della giunta di Nicola Zingaretti di 186 milioni di euro. Fondi europei, in maggior parte dalla nuova programmazione 2014-2020 (161 milioni) ma anche ‘recuperatì dal vecchio settennato 2007-2013: 25 milioni di euro che già permetteranno – i lavori sono iniziati lo scorso anno – di coprire a 30 mega 23 Comuni per il prossimo Natale, e altri 20, in aree rurali, entro la fine del 2016. «Non siamo più il fanalino di coda ma anzi stiamo diventando l’avanguardia della modernizzazione del Paese – il commento di Zingaretti – Farlo dentro una strategia nazionale dà a tutto questo più forza. Alcuni giorni fa il premier Renzi ha detto che la banda larga è l’abc della modernità e oggi è stato importante dire che il Lazio è pronto». E a rappresentare il governo, ‘frescò del via libera al Piano nazionale per internet superveloce, il sottosegretario al Mise Antonello Giacomelli, evidentemente soddisfatto del progetto regionale: «Il Lazio – ha detto – può e deve diventare motore del sistema Paese, un protagonista della trasformazione dell’Italia e della rivoluzione digitale». Non si tratta in ogni caso di una sfida semplice, ha spiegato il vicesegretario generale di Palazzo Chigi Raffaele Tiscar, anche per «la consuetudine da parte degli operatori a essere cauti negli investimenti quando il mercato non offre stimoli al ritorno economico». È arduo, in buona sostanza, convincere un privato a investire nella banda ultralarga in centri piccoli, remoti e magari scarsamente popolati. Nel Lazio, infatti, ben 336 Comuni su 378 sono stati definiti ‘aree bianchè, zone cioè che non rientrano nei piani di sviluppo degli operatori telefonici privati nei prossimi tre anni. È lì che si andrà a intervenire con il Piano regionale, che sarà calato sul territorio con due modalità. Con la prima, ‘a incentivò, gli operatori che vorranno portare internet superveloce sui territori, selezionati con bando, otterranno il 70% di contributo pubblico, manterranno la proprietà della rete ma dovranno manutenerla. La seconda modalità, ‘intervento direttò, prevede il 100% delle risorse pubbliche per le aree rurali, con l’infrastruttura realizzata che resta di proprietà pubblica. «È lo Stato che fissa gli obiettivi e le strategie e chiama il pubblico e il privato a realizzarli, perchè con la banda larga e l’agenda digitale si volta davvero pagina» la sintesi del governatore, che si è detto lieto inoltre dei «complimenti che ci hanno fatto in Europa per aver inserito anche il tema della banda larga nel programma Feasr sulle campagne».

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