Papa Francesco a Rebibbia per la lavanda dei piedi ai detenuti | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Papa Francesco a Rebibbia per la lavanda dei piedi ai detenuti

– Papa Francesco ha scelto ancora un carcere per il tradizionale rito della «lavanda dei piedi». Nel pomeriggio del prossimo 2 aprile, giorno del Giovedì Santo, il Pontefice sarà infatti nel penitenziario romano di Rebibbia – la casa circondariale Nuovo complesso -, dove incontrerà i detenuti e dove, alle 17.30, nella chiesa «Padre nostro» celebrerà la messa «in coena Domini»: durante la liturgia si chinerà davanti ad alcuni detenuti e ad alcune detenute della vicina casa circondariale femminile, in tutto 12, per lavare come secondo tradizione fece Gesù con gli apostoli. Bergoglio rinnova così la sua intenzione di celebrare il rito del Giovedì Santo fuori dal Laterano – dove la «lavanda dei piedi» era fatta dai Papi fino all’arrivo del Pontefice argentino – e di recarsi nei luoghi dell’emarginazione e del disagio sociale, nell’ambito della diocesi di Roma, come già faceva nella sua diocesi a Buenos Aires. Nel 2013, poco dopo la sua elezione fu tra i giovani reclusi dell’istituto di pena minorile di Casal del Marmo (anche qui aveva lavato i piedi a 12 detenuti, ragazzi e ragazze, tra le quali una musulmana) e l’anno scorso tra gli anziani e i disabili assistiti dalla fondazione don Gnocchi. Francesco è inoltre il terzo Papa che si reca a Rebibbia, dopo le visite di Giovanni Paolo II il 27 dicembre 1983 (quando ebbe un colloquio con il suo attentatore Alì Agca) e di Benedetto XVI il 18 dicembre 2011. Per la visita di Bergoglio, tutto nasce da un invito rivoltogli da don Sandro Spriano, il cappellano di Rebibbia. «Siamo super-felici, perchè il Papa ha accolto l’invito che gli ho rivolto incontrandoci in una messa a Santa Marta, a settembre; ci aveva detto che nei limiti del possibile sarebbe venuto il Giovedì Santo – dice il sacerdote a Radio Vaticana -. Il fatto che abbia mantenuto questa promessa ci fa molto, molto piacere: è una cosa bella. Ripeteremo l’esperienza di tre anni fa, con Papa Ratzinger, in un contesto diverso e con una persona diversa». Per i detenuti questa visita «significa sicuramente un’attenzione importante della Chiesa di Roma in particolare alla loro condizione. Diciamo sempre che sono i più disgraziati; in questo caso, far vedere che sono figli di Dio amati dalla Chiesa e in particolare dal Papa, è per loro molto, molto importante. Tra l’altro, sarà la prima volta in cui celebreremo con uomini e donne detenute, quindi spostando le detenute del carcere femminile da noi: sarà una cosa molto bella». A Rebibbia oggi, riferisce il cappellano, oggi c’è «una situazione con un pò meno sovraffollamento, ma le persone che ci stanno hanno sempre le problematiche di prima, perchè purtroppo sul carcere – a parte qualche provvedimento deflattivo sui numeri – non è successo niente di nuovo». «Questa è una visita strettamente pastorale – aggiunge don Spriano – a proposito delle sue attese -. Abbiamo bisogno di qualcuno che ci abbracci, che ci faccia sentire parte della società, che ci faccia sentire cristiani di una Chiesa più ampia e non segregati. Questo il Papa lo farà e questo noi desideriamo».

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