Tor Sapienza, gli sfratti riaccendono la miccia e i rifugiati costretti a lasciare il quartiere | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
Direttore responsabile Giovanni Tagliapietra

Tor Sapienza, gli sfratti riaccendono la miccia e i rifugiati costretti a lasciare il quartiere

– Ancora tensioni nel quartiere periferico romano di Tor Sapienza teatro nei mesi scorsi di una vera e propria rivolta contro un centro rifugiati. Questa volta ad innescare la miccia pare siano state le lettere di sfratto ricevute da alcuni inquilini delle case popolari ma il risultato è stato lo spostamento immediato di tutti gli immigrati ancora ospitati nel centro di via Morandi: in 40 ieri sera sono stati immediatamente trasferiti per volere dell’assessore ai servizi sociali del Comune di Roma Francesca Danese. «Lo abbiamo fatto per il loro bene perchè non era giusto che si trovassero ad essere strumenti di tensione di altra natura cavalcate a destra», ha ribadito oggi l’assessore, succeduta a Rita Cutini che se ne andò proprio dopo la rivolta di Tor Sapienza. Ma i residenti non ci stanno. «Questa volta gli immigrati non c’entrano nulla. Qui si rischiano nuove violente proteste per colpa degli sfratti», dicono e accusano l’assessore di «avere sbagliato tutto perchè la destra non c’entra» e Marino «di navigare a vista e di non avere mantenuto le tante promesse». E nel pomeriggio un comitato di cittadini ha incontrato il vicesindaco Luigi Nieri e gli assessori Danese e Alfonso Sabella (legalità). «Stasera è una sconfitta per tutta Roma», aveva detto ieri sera Danese arrivata subito a via Morandi dopo l’incendio di alcuni cassonetti che faceva presagire il peggio. Ma oggi il vicesindaco di Roma, Luigi Nieri ha precisato che «la protesta di ieri sera era stata causata dalle lettere di sfratto inviate dall’Ater ad alcuni inquilini». Un centinaio di missive che hanno mandato il quartiere in subbuglio, finendo per esplodere nell’incendio ai cassonetti. Nessuna emergenza immigrazione, insomma per Nieri. Resta però il trasferimento nottetempo di 40 rifugiati che hanno avuto solo qualche ora per fare le valige e lasciare il centro, dove oggi sono rimasti solo gli operatori della cooperativa «Un Sorriso» e quattro immigrati che da tempo collaborano con loro. «Il trasferimento era stato disposto già da tempo – ha ribadito oggi la Danese – era questione di settimane. È stato deciso anche per il bene di queste persone che si sono trovate ad essere strumento di tensioni di altra natura cavalcate a destra». Proprio quello schieramento politico che l’assessore ieri aveva additato tra i presunti responsabili dell’«attacco» a Tor Sapienza. «Ora chieda scusa a tutte quelle persone che appartengono alla destra italiana e che non hanno nulla a che vedere con atti di violenza e che sono stanchi di dover essere associati ogni volta a situazioni come questa solo perchè è la versione che fa più comodo alla sinistra», chiosa il responsabile enti locali di Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale, Federico Rocca. E anche i residenti attaccano il Campidoglio: «lo sgombero dei profughi dal centro d’accoglienza di viale Morandi è la sconfitta della politica e la dimostrazione che l’amministrazione Marino naviga a vista e senza una strategia. E ammettono: »Tor Sapienza è una bomba ad orologeria pronta ad esplodere«.

email

Bisogna effettuare il login per inviare un commento Login