Manifestazione Pro-Rosarno, chiesti due anni per il vicesindaco Nieri | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Manifestazione Pro-Rosarno, chiesti due anni per il vicesindaco Luigi Nieri

«Chi ricopre cariche istituzionali deve essere considerato responsabile perchè sapeva dall’inizio che quel corteo non era autorizzato». Il pm di Roma nella sua requisitoria ha motivato così la richiesta di condanna a due anni di reclusione per l’attuale vicesindaco della Capitale, Luigi Nieri (Sel), accusato assieme ad altre nove persone di concorso in resistenza a pubblico ufficiale. La vicenda risale a cinque anni fa, nel gennaio del 2010, quando Nieri, all’epoca assessore al bilancio della Regione Lazio, prese parte ad una manifestazione di solidarietà verso gli extracomunitari di Rosarno. Un sit in nella zona di piazza Vittorio che si trasformò in un corteo non autorizzato e che raggiunse la zona del Viminale. Durante quella manifestazione ci furono momenti di tensione che culminarono con lancio di sampietrini in direzione delle forze dell’ordine. Con Nieri, il pm Francesca Passaniti ha chiesto condanne, sempre a due anni, per Andrea Alzetta, Luca Blasi, Bartolo Mancuso, Dario Fontana, Franco Arbia, Michelangelo Parolin, Matteo Iacobelli ed Emiliano Viccaro. Nei confronti del leader storico dei movimenti per la casa, Paolo Divetta, il rappresentante della procura ha sollecitato una pena a due anni e sei mesi contestandogli anche il reato di lesioni. Nieri era intervenuto per svolgere, se necessario, un ruolo di mediatore tra manifestanti e forze dell’ordine. Nel sollecitare le condanne, il pm ha sostenuto che gli imputati, che hanno negato ogni responsabilità, sono stati immortalati in foto e riconosciuti dai poliziotti. Nieri, secondo l’accusa, sostiene di aver fatto da mediatore con un funzionario della questura che avrebbe dato il via libera a questo corteo ma non ha mai detto con chi ha parlato. Una ricostruzione dei fatti che oggi il vicesindaco conferma commentando la richiesta di condanna. «Aspetterò con serenità che i giudici si esprimano – spiega Nieri -. Nutro la massima fiducia nei confronti della magistratura. Gli stessi agenti della Digos, chiamati a deporre in Tribunale a riguardo, hanno dichiarato che ero stato coinvolto appositamente per intervenire e mediare come figura istituzionale riconosciuta. Mi frapposi, quindi, per provare a mediare ed evitare che la situazione degenerasse. È così che ho sempre interpretato il mio ruolo, al di là dell’incarico ricoperto, e lo rivendico con decisione». Solidarietà nei confronti del vicesindaco sono state espresse dal capogruppo di Sel in Campidoglio, Gianluca Peciola, che definisce «assurde» le richieste di condanna. Dal canto suo la deputata di Sel, Celeste Costani, esprimendo vicinanza al vicesindaco aggiunge che fu anche lei «nel 2010 a chiedere a Nieri di partecipare al sit-in e fare da mediatore in un momento delicato e complicato». Per la parlamentare, «è incredibile che la giustizia presenti il conto a persone che manifestavano per difendere i migranti delle campagne calabresi e contestavano un Governo che operava delle scelte folli e xenofobe, agitando lo spauracchio del reato di clandestinità, contro i più deboli provenienti da altri Paesi del mondo».

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