Mafie, Osservatorio: "Nel Lazio 88 clan, erano 60 nel 2008; in 2 anni oltre 800 indagati" | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Mafie, Osservatorio: “Nel Lazio 88 clan, erano 60 nel 2008; in 2 anni oltre 800 indagati”

Zingaretti: "Clima diverso, basta omertà". Ma per Cangemi (Ncd) si tratta "dell'ennesimo spot". Per i sindacati servono legge su appalti, lotta a disoccupazione e corruzione

Su tutto il territorio del Lazio esistono 88 clan mafiosi, di cui 35 appartenenti alla ‘ndrangheta, 16 a cosa nostra, 29 alla Camorra, due alla sacra corona unita e sei autoctoni. Nel 2008 ne erano stati censiti 60. Questa la situazione della criminalità organizzata nel Lazio fotografata nel corso degli ultimi 30 anni dall’Osservatorio per la Sicurezza e la Legalità della Regione Lazio in collaborazione con la fondazione Libera Informazione. Il Lazio, inoltre, è al secondo posto dopo la Lombardia per il numero delle operazioni finanziarie sospette.

Dal 2012 al 2014 nel Lazio risultano indagati per associazione di stampo mafioso 834 persone. Lo si rileva dal rapporto sulle mafie redatto dall’Osservatorio per la Sicurezza e la Legalità della Regione Lazio. Secondo il rapporto gli indagati per il traffico di droga, in relazione alle inchieste della Dda di Roma, sono 3586. In merito a questo, il Lazio negli ultimi anni emerge sulle altre regioni con 1447 persone segnalate all’autorità giudiziaria per violazione della normativa antidroga. Inoltre nel solo 2014, in provincia di Roma, sono stati sequestrati 849 immobili, 593 beni mobili e 339 aziende per un valore di oltre un miliardo di euro. In base a quello che risulta dai dati, Roma è la terza città per sequestri di beni dopo Milano e Palermo, mentre il Lazio è la sesta Regione per le confische dei beni mafiosi.

– «La lotta alla mafia sta diventando la madre di tutte le battaglie. Non si tratta solo di contrasto alla criminalità ma ai danni che procura al mondo del lavoro». Lo ha detto il segretario della Uil Lazio Alberto Civica parlando durante la presentazione del rapporto sulle mafie nel Lazio. «Da neo segretario spingerò affinchè passi la legge regionale sugli appalti anche prima di quella nazionale e poi mi impegnerò per sottoscrivere un documento con la Regione per patto della legalità. Non più chiacchiere ma fatti»,ha concluso.

«Bisogna prestare la giusta attenzione per combattere seriamente l’evasione e la corruzione che alimentano il mercato del l’illegalità». Lo ha detto il segretario generale della Cgil Lazio Claudio Di Berardino a margine della presentazione del rapporto sulle mafie del Lazio. Per Di Berardino bisogna «fare un provvedimento capace di rivolgere una giusta attenzione al lavoro e ai diritti che contribuiscono a fare in modo di eliminare il fenomeno di questi inquinamenti».

Quello mafioso è un «fenomeno presente da tempo e le infiltrazioni non sono novità di oggi, magari non si chiamavano mafia ma in altro modo. Dobbiamo stare molto attenti e offrire percorso che permettano di mettere fuori gioco questi soggetti». Lo ha detto il segretario generale Uil Lazio Andrea Cuccello durante la presentazione del rapporto sulle mafie del Lazio. «Noi – ha aggiunto – possiamo farlo attraverso la contrattazione e un approccio culturale nuovo: bisogna togliere la gente dalla strada perchè più aumenta la disoccupazione più sarà la possibilità di dominio di questi soggetti».

Della presenza delle mafie sul territorio del Lazio «si sapeva da tempo e lo denunciavano molti rapporti su tema. Quello che non era altrettanto forte era la capacità di reagire, prevenire e comprendere l’importanza della necessità della repressione e mi sembra che stia cambiando il clima, grazie soprattutto alla procura, al dottor Pignatone, alle forze dell’ordine e ad un’azione investigativa e repressiva molto importante». Lo ha detto il governatore del Lazio, Nicola Zingaretti, a margine della presentazione del rapporto ‘Mafie nel Laziò, redatto dall’Osservatorio per la Sicurezza e la Legalità della Regione Lazio, in corso presso la Sala Capranichetta a Piazza Montecitorio. «Noi non dobbiamo vivere tutto questo come una delega a qualcun altro, perché la lotta alle mafie riguarda tutti noi, riguarda le istituzioni, la coerenza e il rinnovamento che bisogna avere nella macchina amministrativa, dunque l’appuntamento di oggi serve a dire una cosa semplice: la lotta alle mafie ci riguarda e denunciarne la presenza anche a Roma e nel Lazio non significa criminalizzare qualcuno, ma significa dire la verità». Per Zingaretti, «Non bisogna essere complici o omertosi», ha concluso.

«Sulla legalità va in onda l’ennesimo spot di Zingaretti. Il rapporto dell’Osservatorio sulla sicurezza dimostra solo come sopprimere l’Abecol, l’agenzia regionale per i confiscati, sia stato un errore, d’altronde bisognava creare l’Agenzia per la protezione civile e distribuire l’ennesima poltrona». È quanto dichiara in una nota Giuseppe Cangemi, consigliere Ncd della Regione Lazio. «Zingaretti spieghi che fine hanno fatto i fondi per la gestione dei beni confiscati – aggiunge – ci illumini sulle efficaci politiche per la sicurezza messe in campo da questa Giunta. Si galleggia nel vuoto più assoluto creato da un’amministrazione buona solo a cinguettare slogan che per la sicurezza e la legalità non ha saputo fare niente».

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