Pd Roma, l'allarme di Barca: "Un partito pericoloso e clientelare", per Orfini un "Dr Jekyll e Mr Hide " | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Pd Roma, l’allarme di Barca: “Un partito pericoloso e clientelare”, per Orfini un “Dr Jekyll e Mr Hide”

Serviva Mafia Capitale e la mappatura per portare alla luce una realtà chiara a molti da tempo. Emerge «una situazione peggiore di quella che si poteva prevedere, ma in Aula questo non si vede», il commento del capogruppo dem in Campidoglio Fabrizio Panecaldo

Un Partito «non solo cattivo, ma pericoloso e dannoso, che lavora per gli eletti anzichè per i cittadini». Un partito a cui, anche nei suoi lati «davvero buoni», manca «la capacità di raggruppare e rappresentare» e «subisce inane lo scontro correntizio e le scorribande dei capibastone». È impietosa la fotografia che Fabrizio Barca scatta a tre mesi dallo screening del Pd Roma voluto dal commissario Matteo Orfini dopo il caso Mafia Capitale che ha coinvolto anche alcuni esponenti del partito. L’indagine, non ancora conclusa, va avanti tra questionari ed interviste della «base». Quella divulgata oggi, infatti, è una relazione intermedia, che mostra il panorama incontrato dal team di #mappailPd in ben 40 circoli della Capitale. Si dà conto delle reazioni iniziali di sospetto e delle prime risposte avute al telefono: da «Provace a venì qui che poi vedemo!» a «ho da fare fino a primavera», fino a «finalmente ci avete chiamato!». E poi, nero su bianco, ci sono i momenti di confronto e gli incontri «le vere sorprese: dalle realtà da ‘200 tessere in due orè a quei circoli talmente schiacciati sull’amministrazione, da esser orfani di un pensiero proprio». Insomma un partito discontinuo, disgregato, fatto di microcosmi lontani e non aggregabili. Ed infatti Orfini, per sintetizzare, retwitta un articolo dell’ Huffington Post che traccia una similitudine tra i dem della Capitale e Dr Jekyll e Mr Hide alla luce della mappatura, e scrive: «Dr Partito e Mr Democratico». Una situazione che ci è voluta Mafia Capitale e lo screening di Barca per portarla alla luce ma che oggi appare chiara ai più. Emerge «una situazione peggiore di quella che si poteva prevedere, ma in Aula questo non si vede», il commento del capogruppo dem in Campidoglio Fabrizio Panecaldo che ci tiene a difendere la compagine capitolina. Si «fotografa una situazione che era già chiara a chi avesse voluto guardare», gli fa eco il deputato Roberto Morassut secondo cui, ora, la cura è «rigettare il partito sulle cose e sui problemi». Intanto uno dei problemi che si è riaffacciato oggi, imponente, nella Capitale si chiama Ostia, ovvero la Mafia di Ostia, quella dei potenti clan del litorale. Il presidente del municipio Andrea Tassone ha azzerato la giunta, mettendo sul piatto le sue dimissioni «perchè più volte abbiamo chiesto un cambiamento». «Stiamo scoprendo che la mafia è infiltrata in questa città ma a Ostia ancor di più. Vogliamo una strategia più forte», ha detto Orfini. E il sindaco Marino ha indicato il magistrato anti-mafia e già assessore comunale Alfonso Sabella come delegato al litorale come soluzione. «Noi non possiamo e non vogliamo in alcun modo consegnare Ostia alla mafia», la promessa e il monito del sindaco Pd.  l’

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