A Roma la Carmen di Moscato e Martone | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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A Roma la Carmen di Moscato e Martone

– Una delle più celebri figurazioni moderne della femminilità affascinante e devastatrice è il personaggio di Carmen, che risorge dalle sue ceneri riscrivendo la storia della bellissima opera di George Bizet, nonche« la novella originale di Prosper Mèrimèe. A questa tradizione attinge anche l’ultima ‘Carmen’, per la quale si sono dati la mano vari talenti napoletani: il celebrato drammaturgo Enzo Moscato, il regista cineteatrale Mario Martone, gli attori molto amati a Napoli Iaia Forte e Roberto De Francesco. A tenere unite tutte le tessere del puzzle è la travolgente sonorità dell’Orchestra multietnica di Piazza Vittorio, non nuova a riscritture originali di grandi partiture (la più celebre è ‘Il flauto magicò). Concorrono così alla complessa creazione due teatri stabili, quello di Torino e quello di Roma, ed una formidabile banda di una dozzina di elementi diretti da Mario Tronco. Quali dunque le caratteristiche teatrali e le novità musicali di questa nuova reincarnazione del personaggio? L’elemento più evidente è l’ambientazione in una Napoli imprecisata ma vicina ad un perenne dopoguerra, uno scenario mediterraneo, dove i contrabbandieri di Bizet diventano camorristi, dove tutto si intreccia, a cominciare dalla religiosità perversa della festa di Piedigrotta; una sceneggiata dove il delitto e l’amore si mischiano, i coltelli balenano nella notte, dove la inesauribile sensualità di Carmen spinge il povero soldato Don Josè al delitto: non all’uccisione sacrificale, ma all’accecamento. Così, grazie a questo cambiamento, che sarebbe piaciuto a Raffaele Viviani, Carmen perde la vista, ma acquista una nuova capacità visionaria che fra l’altro offre lo spunto alla creazione di folte scene di insieme, numeri musicali inediti, scambi di personaggi, con un via vai di orchestrali che dalla buca salgono in palcoscenico come attori, o attori che diventano cantanti e ballerini. La sensualità di Iaia Forte, l’espressività del folto cast e il torrente di musica in scena sono stati premiati dal pubblico della prima all’Argentina di Roma, in mezzo al quale applaudiva con convinzione il presidente emerito Giorgio Napolitano, da sempre grande appassionato di teatro.

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