Appalti Gesconet, la finanza negli uffici della Regione | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
Direttore responsabile Giovanni Tagliapietra

Appalti Gesconet, la finanza negli uffici della Regione: acquisiti i documenti

Accelera l’inchiesta su Gesconet, il Consorzio di facchinaggio, pulizie e trasporti responsabile, secondo i pm di Roma, di una mega evasione da oltre 1,7 miliardi. Oggi militari della Guardia di Finanza, hanno effettuato una serie di acquisizioni di documenti negli uffici della Regione Lazio relativi ad alcuni appalti vinti dalla società. Nel corso dell’atto istruttorio, in base a quanto filtra dagli uffici di piazzale Clodio, i finanzieri avrebbero raccolto materiale inerente ad atti e delibere inerenti la Gesconet. Chi indaga vuole approfondire i rapporti avuti da un ex questore della Camera, ora indagato, Antonio Mazzocchi e la stessa Gesconet. La società nel corso di almeno un decennio ha gestito, quasi in regime di monopolio, secondo i titolari delle indagini Nello Rossi e Mario Palazzi, appalti affidati da diversi soggetti pubblici, tra i quali, oltre alla Regione Lazio, la Camera dei Deputati, la Regione Piemonte e il Comune di Roma. A finire nel registro degli indagati oltre al «dominus» della società, Pierino Tulli, anche il suo ex braccio destro Maurizio Ladaga e di alcuni collaboratori. Nell’indagine si ipotizzano reati che vanno dall’associazione per delinquere finalizzata alla frode fiscale, dalla bancarotta fraudolenta al riciclaggio. Nel fascicolo sono chiamate in causa 62 persone. Le verifiche della Gdf sono state avviate dopo il lavoro di una task force anti-frode dell’Agenzia delle entrate. Il procedimento era stato avviato nel 2010 e affidato ai militari del nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di Finanza. Nel decreto di perquisizione dell’ottobre scorso il gip Valerio Savio affermava che gli elementi raccolti fanno ritenere «che una parte dei soldi possano essere stati versati ai funzionari incaricati di istruire le pratiche, mentre il resto sarebbe finito ai politici, a chi ha consentito a Gesconet di muoversi in una sorta di regime di monopolio». In un file di un computer sequestrato due anni fa in una cassaforte del gruppo, inoltre, è stato trovato un elenco di enti pubblici che hanno assegnato gli appalti negli anni tra il 2010 e il 2012 e accanto alcune cifre, per un valore complessivo di 300mila euro. Soldi che secondo l’accusa «sarebbero soltanto parte delle tangenti pagate».

email

Bisogna effettuare il login per inviare un commento Login