Cinema America, continuano le proteste: ex occupanti sui tetti delle sale dismesse | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
Direttore responsabile Giovanni Tagliapietra

Cinema America, continuano le proteste: ex occupanti sui tetti delle sale dismesse

I ragazzi del Cinema America scendono dal tetto dello stabile nel cuore di Trastevere. Ma la loro non è una resa, piuttosto solo l’inizio di una nuova serie di proteste che li porterà sui tetti di tutte le sale dismesse di Roma, quarantadue. «Se la cultura non ha un tetto, la cultura sale sui tetti», è il messaggio lanciato dagli ex occupanti al termine delle due giorni di iniziative culturali organizzate all’aperto e alle quali hanno preso parte anche celebri registi italiani, da Francesca Archibugi a Francesco Bruni, Mario Martone e Ivan Cotroneo. «Ascoltate questi ragazzi», l’appello dei cineasti al Campidoglio. Proprio come accadeva ai tempi dell’occupazione del cinema America, i ragazzi hanno organizzato per due giorni la proiezione prima della partita Roma-Fiorentina e poi del capolavoro di Truffaut «I 400 colpi». Un proiettore ed un palazzo a fare da maxischermo per chi ha voluto partecipare all’iniziativa. Questa mattina, come previsto, hanno poi lasciato il tetto dopo aver ripulito e sistemato. «Richiuse le nostre cose, pulito il tetto, tra i saluti ed i cornetti dei residenti – raccontano -, è arrivata la polizia, sottolineando di essere stata sollecitata ad intervenire con la celere dal sindaco e dal suo gabinetto, oltre che dalla proprietà. Peccato che la nostra gentile protesta era già stata conclusa ed hanno solo trovato le scale del condominio ospitante ancora bagnate e pulite dal nostro mocio». Quella degli ex occupanti dell’America è una protesta che prende piede dalla fine dello scorso anno, quando furono sgomberati dalla sala occupata. Da allora hanno cercato di instaurare un dialogo con il Campidoglio per trovare una nuova sistemazione. Nel frattempo sono stati ospitati in un forno accanto alla sala trasteverina, ma – una volta scaduto il comodato d’uso – hanno dovuto di nuovo traslocare. «Per noi – ha detto ieri sera l’Archibugi – è un sogno sentire un ragazzo di vent’anni che fa questi discorsi, perchè l’amore per la sala cinematografica sembra appartenere a un’altra generazione, questo amore di questi ragazzi mi riempie il cuore di speranza». Una speranza che rischia però di infrangersi con la realtà: giovedì prossimo, infatti, il Tar discuterà il ricorso presentato dalla proprietà dell’America contro il vincolo di destinazione d’uso imposto dal Ministero dei Beni Culturali per la sala romana, una delle tante dismesse nella Capitale, una di quelle che nei prossimi giorni potrebbe tornare ad animarsi dall’occupazione dei giovani ex occupanti dell’America.

email

Bisogna effettuare il login per inviare un commento Login