Contrabbando di gasolio, maxi operazione della Finanza: 8 arresti in 6 paesi, evasi 15 milioni di euro di accise | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Contrabbando di gasolio, maxi operazione della Finanza: 8 arresti in 6 paesi, evasi 15 milioni di euro

L'associazione per delinquere finalizzata all'evasione fiscale - ha dichiarato il procuratore aggiunto Pierfilippo Laviani - operava tra Italia, Regno Unito, Repubblica Ceca, Germania, Romania e Malta

– Quattromila tonnellate di gasolio introdotto clandestinamente in Italia dal 2013 e 15 milioni di euro di accise non pagate. «L’affaire» che si snodava in sei paesi europei (Italia, Regno Unito, Repubblica Ceca, Romania e Malta) è stato sventato dalla procura di Roma e dal Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza con la collaborazione delle autorità giudiziarie e di polizia dei paesi interessati. Otto le persone arrestate nell’ambito dell’inchiesta dei pm Mario Palazzi e Silvia Sereni che prende in esame vari reati, il più grave dei quali è l’associazione per delinquere finalizzata all’evasione fiscale. In carcere sono finite sei persone: si tratta di Aristide Giannetti, ex presidente dell’Associazione industriali di Grosseto e considerato uno degli ideatori della frode, la sorella Beatrice, Andrea Morroni, Sebastiano Accaputo, Andrea Chiappelli e Adrian Sebastian Tulbure. Altri due, Francesco Tedesco e Massimiliano Santucci, grossisti dei mercati di Salerno e Roma, sono ai domiciliari. Il carburante, acquistato nel nord della Germania, era fittiziamente destinato a Grecia e Malta, ma in realtà veniva stoccato presso grossisti di Roma e Salerno, dove arrivava, adulterato con additivi per farlo sembrare olio per autotrasporto, non in cisterne (sottoposte a particolari controlli a differenza di altri mezzi pesanti) bensì in contenitori di plastica trasportati su tir telonati. I proventi dell’attività illecita – hanno spiegato il comandante del Nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza Cosimo Di Gesù ed il colonnello Edoardo Moro – venivano gestiti da società fantasma localizzate a Londra e Praga attraverso bonifici effettuati sul circuito bancario estero. L’inchiesta ha preso le mosse dal controllo eseguito su un camion risultato, solo in apparenza, privo di irregolarità. «Un’indagine caratterizzata dalla cooperazione internazionale». Così il procuratore di Roma Giuseppe Pignatone, ha descritto gli sviluppi dell’inchiesta. «Il tutto – ha sottolineato – si è svolto sotto la regia di Eurojust con il prezioso contributo di Europol. In un’epoca in cui, spesso, si critica la mancanza di collaborazione tra autorità giudiziaria, l’operazione di oggi rappresenta un esempio virtuoso di collaborazione internazionale». «Auspichiamo- ha dichiarato il presidente della Faib (Federazione autonoma benzinai) Martino Landi – che le forze di investigazione facciano piena pulizia di questa sporcizia che inquina il nostro Paese e il nostro sistema distributivo. Il settore è da tempo nel mirino della criminalità organizzata in ampie aree del Paese, dove detta condizioni e ostacola la concorrenza, oltre ad essere fortemente attenzionato da gruppi che si muovono nell’opacità che il sistema consente».

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