"Ostia è un problema nazionale, serve l'esercito": l'allarme del commissario dem Esposito | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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“Ostia è un problema nazionale, serve l’esercito. Città prigioniera della mafia”: l’allarme del commissario dem Esposito

– «Ostia è un grande problema nazionale e fino ad oggi non è stato vissuto come tale. Se è previsto un contingente dell’esercito a Roma, in parte venga mandato qui. Perchè il presidio del territorio è lo strumento principale per arginare la malavita e i suoi affari». La richiesta arriva dal senatore Stefano Esposito, commissario del Pd per il municipio di Ostia, per far fronte all’emergenza delle infiltrazioni malavitose sul litorale romano. Ma a sposarla è anche l’assessore capitolino alla Legalità e delegato per il litorale, Alfonso Sabella: «Ostia non è la Sicilia del dopo stragi, ma è indubbio che un rafforzamento della presenza dello Stato, anche con l’esercito, può servire. Non credo che Esposito abbia voluto dire ‘militarizziamò il territorio, nessuno vuole questo, ma sono concorde con il fatto che parte del contingente promesso da Alfano dovrebbe andare ad Ostia, che ha un’emergenza». L’idea è di chiedere non solo più forze dell’ordine ma anche di incrementare il controllo del territorio nei mesi estivi, quando le presenze triplicano, con l’aiuto dei militari. Non si arresta dunque il terremoto che ha investito il X municipio di Roma, quello del litorale romano: dal chiaro allarme mafia lanciato recentemente dal commissario del Pd capitolino Matteo Orfini alle dimissioni «irrevocabili» del presidente Andrea Tassone, fino alla partita per il futuro del territorio. Il ruolo di minisindaco – a partire dallo scioglimento del consiglio municipale – dovrebbe passare a Ignazio Marino, però non si esclude una delega. Domani il sindaco di Roma tornerà nella Capitale, dopo una due giorni a Parigi per impegni istituzionali, e proprio il litorale romano è una delle questioni che dovrà affrontare. Oggi, intanto, Orfini ha rivendicato senza mezzi termini l’azione a Roma: «In questi mesi abbiamo cominciato a ripulire e abbiamo alzato il livello dell’azione politica. Dove quello che facevamo non era sufficiente, abbiamo fatto scelte dure e inusuali come a Ostia. Quando molti speravano nella paralisi, noi abbiamo in silenzio lavorato ancora di più. Chiudiamo il piano di rientro con un anno di anticipo, riorganizziamo le partecipate con la serietà e la durezza necessaria a chiudere anni di gestione discutibile, sradichiamo i meccanismi criminogeni che hanno trasformato il dolore in terreno di speculazione. E lo facciamo con tale durezza che l’assessore Danese viene messa sotto scorta». Duro il giudizio del commissario Esposito, lo stesso che ha chiesto a Tassone le dimissioni invocando il commissariamento: «Mettendo le mani su Ostia, mi sono reso conto che il più grande municipio di Roma è totalmente prigioniero di famiglie malavitose e che tutto questo è un fenomeno degli ultimi 15 anni. Mi domando dov’è stata la politica fino ad oggi e mi rendo conto che ancora oggi è fortemente assente.

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