Def, Marino: "Alle Città metropolitane mancano 27 milioni di euro, i sindaci si sentono in gabbia" | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Def, Marino: “Alle Città metropolitane mancano 27 milioni di euro, i sindaci si sentono in gabbia”

– «Abbiamo espresso la nostra posizione e detto che tra le tabelle che ci sono state presentate e quelle che potremmo, con sforzo straordinario, ritenere gestibili c’è una differenza di 27-28 milioni di euro su tutte le città metropolitane. C’è stato detto che in questo momento non c’è la disponibilità del governo per questi ulteriori 27 milioni». Così il sindaco di Roma Ignazio Marino al termine dell’incontro tra l’Anci e il governo al Ministero dell’Economia. «Abbiamo, quindi, articolato una serie di elementi che riteniamo necessari da valutare con il governo nei prossimi giorni – spiega – Tra cui: una norma che riduca il taglio operato della quota di spesa del personale in relazione al riordino del personale delle città metropolitane, la possibilità dell’utilizzo dei risparmi connessi a una rinegoziazione dei mutui, l’utilizzo per la spesa corrente dell’alienazione di immobili e l’utilizzo dell’avanzo di bilancio in sede di previsione. Si è parlato anche di eventuali diritti di imbarco nelle città sedi di porti o aeroporti ma sono tutte ipotesi si lavoro. Ora ci sarà un tavolo di lavoro che andrà avanti in questi giorni in modo da arrivare la prossima settimana a delle soluzioni e a un decreto che possa contenere tutte le misure che permettano alle città metropolitane di svolgere il loro lavoro». «È stata una giornata di confronto importante. Questa mattina nella sede Anci l’espressione più chiara e sintetica è stata quella del sindaco di Bologna Merola che, rispetto al contributo che gli enti locali hanno dato in questi anni al riequilibrio dell’economia nazionale, ha detto che è come se fossimo all’interno di una gabbia». Così il sindaco di Roma Ignazio Marino al termine dell’incontro tra l’Anci e il governo al Ministero dell’Economia. «Un’immagine molto negativa di sindaci che debbono offrire servizi ai cittadini – spiega – e che si sentono sempre più stretti all’interno di questa ‘gabbià».

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