Dalla preistoria a oggi, la madre-terra in mostra al Colosseo | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Dalla preistoria a oggi, la madre-terra in mostra al Colosseo

La Terra come musa, divinità, come Madre dell’umanità. Ma anche come universo fragilissimo, come fonte di energia e nutrizione, come mondo da fondare e abitare. È lei la protagonista di «Terrantica. Volti, miti e immagini della terra nel mondo antico», mostra che fino all’11 ottobre nei fornici del Colosseo si pone sulla scia del dibattito aperto da Expo 2015. Una riflessione sulla forza della madre Terra, tra umano e divino, attraverso una galleria di 75 opere tra reperti antichi in arrivo dai musei di tutto il mondo e ritratti in fotografia di maestri contemporanei come Gabriele Basilico, Sandro Scalia, Mimmo Jodice. «Già da tempo – spiega il Soprintendente all’Area archeologica centrale di Roma, Francesco Prosperetti – abbiamo messo in campo un articolato piano di interventi, a partire dal Foro romano e dal Palatino, per incrementare la conoscenza del più vasto patrimonio archeologico urbano esistente, rendendo esplicito il senso dei luoghi, offrendone una fruizione piena e consapevole a un pubblico così esteso ed eterogeneo come quello che ogni anno frequenta il cuore di Roma caput mundi. Quest’anno abbiamo pensato a un progetto che approfondisse, secondo i saperi dell’antropologia del mondo classico, gli argomenti di Expo 2015, proprio a Roma, nel Colosseo, il monumento simbolo d’Italia, che in questi mesi sta cambiando pelle grazie all’ingente e delicato intervento di restauro in corso. In un’epoca – prosegue – che ha consumato la Terra, l’ha vituperata», anche grazie a questa mostra «riscopriamo più vivi i fermenti che invocano la improcrastinabile salvaguardia sua e delle sue risorse rinnovabili». Curata da Maurizio Bettini e Giuseppe Pucci, che firmano anche il catalogo Electa, la mostra parte dalle più antiche rappresentazioni della Terra, con le enigmatiche statuette della preistoria come la Venere del Trasimeno e Marmotta dal Pigorini di Roma o le figurine femminili della Collezione Goulandris, dal Museo dell’Arte Cicladica di Atene (3.200-2.300 a.C). E poi la Teogonia greca, tra le figure rosse del vaso di Hermonax, con Atena che riceve Eretteo da Gaia (470 a.C), dall’Antikensammlungen di Monaco di Baviera. Dalla Terra solare e fruttifera si viaggia verso il sottosuolo, con i marmi dei Musei Capitolini che raccontano di Ade o con le laminette di Vibo Valentia (V-IV secolo a.C.) sulla discesa di Orfeo e le istruzioni per il viaggio agli inferi. Ma la Terra è anche il sogno, come canta un coro della Ifigenia in Tauride di Euripide e come riporta il cratere apulo a volute del pittore di Baltimora, con Anfiarao, indovino della città di Argo, al cospetto di Ade, in un prestito eccezionalmente concesso dall’Antikenmuseen di Basilea. E poi ancora ecco di nuovo la luce, con la Terra forgiata dagli uomini nel rito della fondazione di Roma, con i confini segnati dal solco dell’aratro, nel rilievo in marmo del Museo Archeologico Nazionale di Aquileia. Fino alle grandi fotografie di autori come Marina Ballo Charmet, Nunzio Battaglia, Antonio Biasiucci, Luca Campigotto, Carlo Garzia, Gianni Leone, Raffaela Mariniello, Domingo Milella, Claudio Sabatino, Roberto Salbitani e George Tatge che raccontano la bellezza e la forza del pianeta. A ricordarci, proprio nell’assenza di ogni forma umana, la grandiosità della Terra e il nostro essere così minuti al suo cospetto.

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