25 aprile shock, tra repubblichini e antifascisti è guerra di striscioni. Marino: "Scritte vergognose". In migliaia a San Paolo | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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25 aprile shock, tra repubblichini e antifascisti è guerra di striscioni. Marino: “Scritte vergognose”. In migliaia a Porta San Paolo

"Onore alla repubblica di Salò" sul Lungotevere, Mussolini impiccato al Pincio. Corteo tra Piramide e Ponte di Ferro, Zingaretti dall'Anpi con una corona di fiori

25 aprile scritte fasciste La sagoma di Mussolini impiccato a piazzale Loreto. E la scritta «noi il 25 aprile lo festeggiamo così». Questo lo striscione apparso stamani sulla terrazza del Pincio a Roma. Nel corso dell’azione antifascista sono stati accesi fumogeni tricolore. «Onore alla Repubblica Sociale Italiana». È lo striscione apparso questa mattina sul Lungotevere, vicino al quartiere Prati, secondo quanto riferito dall’Anpi Roma, i cui militanti hanno provveduto subito alla rimozione. Commenta Ernesto Nassi, presidente dell’Anpi Roma: «Buffoni. Ancora credono a queste cose. Ricordo io a questi cos’è stato il fascismo: trent’anni di dittatura e di prepotenze. E poi – fa notare – la cosa più brutta, ovvero le leggi razziali. È stata una delle pagine più vergognose». «Le scritte apparse oggi in diverse zone della città offendono tutti gli italiani e in particolar modo la memoria delle donne e degli uomini che hanno lottato e combattuto, anche a costo della vita, per liberare e rendere democratico il nostro Paese. Il 25 aprile è la festa di chi ripudia la guerra, l’intolleranza e le dittature. Roma, dunque, condanna con forza questi gesti vergognosi. Abbiamo dato immediatamente mandato affinché scritte e manifesti ingiuriosi, come quelli apparsi oggi, spariscano dai muri di Roma». Così in una nota il sindaco di Roma, Ignazio Marino. – «È una ricorrenza importante ma, soprattutto, va vista come una celebrazione della libertà che deve guardare non solo al ricordo e alla memoria, in particolare delle persone scomparse in questo ultimo anno come il rabbino emerito Elio Toaff e Massimo Rendina, comandante partigiano, ma anche alla riflessione sul futuro: l’assenza di democrazia determina sofferenza, dolore, guerra ed è quello che vediamo in questi nostri tempi. Le persone che fuggono e si imbarcano lo fanno perchè dove vivono non c’è democrazia, non c’è libertà, non c’è senso civile di giustizia. Io penso che questi sentimenti di memoria, quindi debbano essere proiettati verso il futuro e il ricordo deve diventare una serie di mattoni per costruire un mondo che sia sempre più denso di libertà, di uguaglianza, di democrazia e di giustizia». Così il sindaco di Roma, Ignazio Marino, al termine della cerimonia all’Altare della Patria in occasione del 70° anniversario della Liberazione.

In centinaia a Porta San Paolo, uno dei luoghi cardine della Resistenza nella Capitale, in occasione del 70° anniversario della Liberazione dal nazifascismo, il 25 aprile 1945. Sono i partecipanti alla manifestazione organizzata dall’Anpi (Associazione Nazionale Partigiani d’Italia) e svoltasi stamattina. A radunarsi sotto la Piramide Cestia associazioni e comitati, a partire da quelli partigiani, esponenti sindacali e politici, cittadini, che hanno ascoltato racconti e memorie dalla viva voce dei combattenti e dei testimoni dell’epoca, susseguitisi sul palco, alternati a canti della Resistenza. Numerosi i fazzoletti tricolori al collo e le bandiere al vento, tra cui rosse, tricolori, con lo stemma dell’Anpi, di partiti della sinistra e sindacati confederali e di base e anche di Emergency. Dopo le polemiche dei giorni scorsi e le defezioni annunciate della Brigata ebraica e dell’Aned, presenti anche bandiere palestinesi, insieme a striscioni pro-Palestina come «No al muro dell’apartheid, No all’occupazione israeliana. Palestina libera». Tra gli altri striscioni apparsi in piazza anche «No Pasaran! Per la Resistenza antifascista antimperialista antisionista», «Roma è antifascista», «Resistenza continua». «Quest’anno vogliamo dedicare l’evento ai nostri partigiani e vogliamo che raccontino il loro 25 aprile – ha spiegato a margine il presidente dell’Anpi Roma Ernesto Nassi – Per questo abbiamo deciso di non fare il corteo». Un 25 aprile, ricorda, «dedicato al Comandante Max, Massimo Rendina, e a Elio Toaff. Massimo è nel nostro cuore: un uomo eccezionale, di grandissima umanità, sempre pronto a discutere, ma poi irremovibile nelle sue decisioni». Mentre «Toaff era una persona squisita, gentilissima, carismatica, ho sempre avuto un grande rispetto per lui. Non era integralista, ma aperto al dialogo». Dal palco, Nassi ha ricordato che «il 25 aprile è la festa di chi ha perso la vita per liberare questo Paese. Dopo il 25 aprile del ’45 l’Italia è diventata una democrazia e credo questo sia il regalo più bello che i partigiani hanno fatto». E ancora: «Questa piazza ha lottato contro i fascisti e va ricordata per questo. Questa città non è mai stata domata e si è subito organizzata per combattere contro i fascisti». Mentre sulle vicende legate alla Brigata Ebraica ha sottolineato: «Voglio ricordare i ragazzi della Brigata ebraica perché riposano in 11 cimiteri di guerra nel nostro Paese. Mi auguro che gli amici della Brigata ebraica ritornino qui con noi perché questo è il loro posto». A concludere l’evento il canto degli ‘innì «Bella Ciao» e «Fischia il vento», da parte della piazza.

Il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, ha deposto stamattina una corona di alloro a Porta San Paolo, in occasione del 70° anniversario della Liberazione. A partecipare alla cerimonia anche il vicepresidente della Regione, Massimiliano Smeriglio. «Con questa deposizione da parte della Regione in uno dei luoghi simbolo della Resistenza – ha dichiarato Zingaretti – inizia una giornata che sarà segnata dal coinvolgimento di migliaia di persone, per dire oggi, dopo 70 anni, innanzitutto grazie. Grazie a chi ci ha permesso oggi di essere persone libere». Per poi aggiungere: «Nella Regione Lazio questa giornata la stiamo vivendo tutto l’anno, da gennaio nelle scuole con incontri, iniziative, ricostruzione, letture delle lettere dei condannati a morte della Resistenza. E continueremo anche da domani, in tantissimi eventi, perché è l’occasione per non chiudere un ricordo in una giornata ma per trasformarlo in una grande narrazione, che veda protagonisti soprattutto i giovani. Come qualche giorno fa al Mamiani, quando gli stessi ragazzi hanno voluto piantare un albero in memoria degli studenti del Mamiani partigiani 70 anni fa. Ecco, la cosa bella – ha concluso – è vedere questo protagonismo che parte e coinvolge soprattutto loro».

Un corteo «antifascista», da Porta San Paolo, dove si stava svolgendo la manifestazione indetta dall’Anpi, al Ponte dell’Industria, il «Ponte di Ferro», davanti alla «stele – hanno spiegato – che ricorda le 10 donne romane trucidate il 7 aprile 1944 dalla barbarie nazista». A marciare su via Ostiense e via del Porto Fluviale, dietro lo striscione «¡No Pasaran!: Roma Città Aperta a tutte le resistenze», alcune centinaia di manifestanti antifascisti, tra cui molti militanti pro-Palestina, partiti mentre l’evento sotto la Piramide era in corso. Esposti in corteo cartelli come «Fronte Palestina – dalla Solidarietà alla lotta Internazionalista», molte bandiere palestinesi, rosse e di sindacati di base. Tra i cori «Il 25 aprile non è un anniversario, ma un giorno di lotta rivoluzionario» e «Camerata, basco nero, il tuo posto è al cimitero». Una marcia conclusa davanti al già citato monumento al «Ponte di Ferro», con il canto di «Bella Ciao», alcuni fumogeni rossi e la frase al megafono: «Ci siamo ripresi il 25 aprile». In occasione del corteo ci sono stati rallentamenti e interruzioni di traffico nell’area interessata dal passaggio dei manifestanti.

– In occasione del 70° anniversario della Liberazione, il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha deposto una corona all’Altare della Patria. A partecipare alla cerimonia in piazza Venezia, il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, il ministro della Difesa, Roberta Pinotti, il presidente del Senato, Pietro Grasso, il sindaco di Roma, Ignazio Marino, il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, il prefetto di Roma, Franco Gabrielli, il questore di Roma, Nicolò D’Angelo.

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