Expo, Censis: "Nel Lazio la tavola è local e global, cittadini lieti di vivere in regione" | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Expo, Censis: “Nel Lazio la tavola è local e global, cittadini lieti di vivere in regione”

Dallo studio si rileva che quasi 4,5 milioni di cittadini dicono di acquistare prodotti tipici del territorio, di cui 2,5 milioni regolarmente. Quattro milioni acquistano prodotti tipici anche di altri territori laziali, di cui quasi un milione regolarmente.

I laziali a tavola amano i prodotti tipici del territorio, ma sono anche appassionati e curiosi delle culture culinarie d’Europa e del mondo. Inoltre, pensano che l’olio e i vini siano i migliori «prodotti-ambasciatore» della loro regione nel pianeta. È quanto emerge dal rapporto ‘Il Lazio all’Expo 2015’ realizzato da Censis per la Regione Lazio e LazioInnova, presentato stamattina al Tempio di Adriano. Dallo studio si rileva che quasi 4,5 milioni di cittadini dicono di acquistare prodotti tipici del territorio, di cui 2,5 milioni regolarmente. Quattro milioni acquistano prodotti tipici anche di altri territori laziali, di cui quasi un milione regolarmente. Per i cittadini i «prodotti-ambasciatori» del Lazio nel mondo sono l’olio d’oliva (45,8%), i vini (45,1%) e i formaggi (43,7%). Ma ai laziali piace anche mangiare prodotti di altri paesi: 3,5 milioni (575mila regolarmente) mangiano prodotti di altri stati europei; 3,1 milioni mangiano prodotti ‘etnicì da paesi lontani, e 2,7 milioni frequentano ristoranti esotici (cinesi, giapponesi, messicani, indiani…), di cui 363 mila «regolarmente». Per 3,5 milioni di laziali è importante rispettare le tradizioni culinarie delle altre religioni, mentre 4,5 milioni pensano sia importante che il cibo non sia prodotto dallo sfruttamento del lavoro. Per 3,5 milioni non bisogna mangiare Ogm; 4,7 milioni considerano utile consultare le etichette e 4,5 milioni acquistano prodotti di stagione. Il sistema agroalimentare vale 6,3 miliardi l’anno di fatturato, il 5% di quello nazionale e il 3% della ricchezza regionale. Calano le micro-aziende (-48,2% tra il 2000 e il 2010) a fronte di una riduzione delle superfici coltivate (-11,4%): la dimensione media aziendale è cresciuta del 71%. I prodotti tradizionali laziali sono circa 400, e 100 eccellenze saranno rappresentate a Expo.

– Per oltre la metà dei suoi cittadini, il Lazio ha una identità propria, quattro su cinque sono soddisfatti di viverci e oltre la metà non se ne andrebbe via, neanche avendone la possibilità. È quanto emerge dal rapporto ‘Il Lazio all’Expo 2015’ realizzato da Censis per la Regione Lazio e LazioInnova. Il rapporto è stato presentato stamattina al Tempio di Adriano a Roma dal governatore Nicola Zingaretti e dal presidente del Censis Giuseppe De Rita, alla presenza del presidente della Camera di Commercio Giancarlo Cremonesi. Il campione è stato di mille cittadini. Per il 56,6% l’identità del Lazio esiste, e per il 38,6% convive e si mescola con gli elementi locali (Roma, Sabina, Ciociaria…). Per il 18% è più forte delle identità locali. Si tratta di una identità «tenue» ma «con una potenza coesiva», si legge nel rapporto, a causa dell’attraversamento quotidiano di «reti relazionali e flussi di persone»: 2,4 milioni di cittadini sono nati in un Comune diverso da quello in cui vivono, oltre 556 mila non ha lasciato la Regione ma sono nati in un Comune di un’altra provincia, mentre 697 mila sono nativi di altri Comuni della stessa provincia. Per il 76,7% dei laziali Roma è una risorsa per l’intera regione: una percentuale che non scende mai sotto il 60%, con i romani al 79,4%. Viceversa, per il 63% il Lazio è una risorsa per Roma.Sono poi più di 4 milioni i cittadini che si recano nelle altre province per i motivi più vari, in particolare (93,7%) a Roma. I laziali poi viaggiano all’estero più degli altri italiani (57% contro 50,7%), soprattutto per turismo (48,3%), per lavoro (10,4%) e per studio (3,2%). I paesi con cui i laziali hanno più rapporti sono la Francia, gli Usa, la Germania e il Regno Unito. Il 79,5% degli intervistati è soddisfatto del luogo in cui vive, e il 15,7% è «molto soddisfatto». I più soddisfatti sono i reatini (82%, di cui 25,4% «molto») e i romani (80,5%, di cui 15,6% «molto»). Oltre la metà non se ne andrebbe (54,8%) perchè ritiene che il suo Comune è un luogo dove si vive meglio che altrove, o perchè qui ha le sue radici. I laziali sono in particolare orgogliosi della bellezza del paesaggio (41,3%), della storia (39,1%) e della qualità del patrimonio enogastronomico (33%). I laziali descrivono la popolazione della regione come molto diversificata (31,2%), tollerante (19,3%) e aperta al mondo (15,9%). Riguardo alla crisi, il Lazio si configura come una regione «ottimista e positiva, che si vuole bene»: il 55% si dichiara ottimista, il 18,8 indifferente. Per il futuro i laziali si aspettano più turisti (42,5%), più stranieri che lavorano (28,8%), più spazio per le tipicità locali (22,7%), più iniziative culturali (19,6%). Ci si aspettano anche più imprese e più investimenti stranieri (17,1% e 15,4%). Per i laziali bisognerebbe puntare sul mondo del turismo (52,8%), sulle eccellenze (26,6%), sui circuiti culturali (17,3%) e la green economy (16,3%).

«Leggere la ricerca ci ha dato una grande soddisfazione: ci riempie di grande responsabilità perchè questo Lazio ‘pienò, che ha un Pil superiore a quello dell’Ungheria e pari a quello del Portogallo, chiede alla politica di essere utile. Dobbiamo costruire un nuovo modello di sviluppo per rendere competitivo questo territorio». Lo ha detto il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti intervenendo alla presentazione del rapporto Censis ‘Il Lazio all’Expo 2015’. «Lo studio Censis – ha aggiunto – conferma quello che noi abbiamo praticato in questi due anni: il Lazio ce la può fare, cambia e si ripensa come grande Regione policentrica che certo è fondata sulla meraviglia di una grande Capitale ma mette al centro anche i poli produttivi del gusto, della bellezza che ci sono intorno a Roma. L’Expo lo viviamo così, promuovendo tutto il Lazio, preparando un cartellone che promuove le bellezze regionale e investendo sul tpl, i treni, la banda larghissima. Chi pensa a un Lazio senza identità e spezzettato in egoismi – ha aggiunto – non ha capito niente. La nostra forza è quella dell’essere uniti in un processo di sviluppo che unisce il patrimonio di quello che siamo stati e la forza di reti produttive molto innovative. In nessun luogo del mondo convivono il capitello e il chip così vicini. Questo lo si trova nei programmi della nuova programmazione europea che metteranno insieme queste due anime: storia e innovazione. Questa ricerca – ha concluso Zingaretti – non è solo un’occasione per ragionare ma è un supporto a politiche che possiamo portare avanti. L’Expo è la grande occasione per ridare un’identità a questo Lazio pieno, è un acceleratore di scelte strategiche compiute e abbiamo l’orgoglio di dire che le suggestioni che lo studio Censis ci lancia sul rafforzamento di questo modello di sviluppo sono ora credibili e possibili».

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