Castel romano, sgombero per i finti poveri. Danese: "Bonus casa per rom", 21luglio: "Nessuna inclusione" | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Castel romano, sgombero per i finti poveri. Danese: “Bonus casa ai rom”, 21luglio: “No inclusione”

Otto milioni di euro spesi nel 2014 dal Campidoglio per i centri di raccolta rom della Capitale: 33mila euro a famiglia, cifra più che raddoppiata rispetto al 2013 (+122%)

– Nuovo intervento contro i ‘finti poverì nel campo nomadi di Castel Romano. I vigili urbani sono impegnati assieme a carabinieri, polizia, e guardia Forestale per effettuare gli sgomberi di altri nuclei familiari «non bisognosi» che hanno conti correnti ‘a tre zerì. A quanto reso noto dai vigili, saranno circa 30 le persone da allontanare che vivono in diversi nuclei abitativi considerati a «rischio» dagli agenti in quanto vicini alla parte del campo dove altri container sono stati dati alle fiamme due notti fa. Gli allontanamenti di oggi si aggiungono ai circa 40 di giovedì scorso. L’operazione è partita stamani alle 7.30 ed è effettuata dai gruppi SPE, NAE e gruppo EUR. Le forze dell’ordine hanno atteso che gli scuolabus (almeno 6) partissero anche se – prosegue la municipale – i bambini sono rimasti all’interno del campo. «Non è la prima volta – aggiungono i vigili – che durante queste fasi di sgombero i bambini e le donne dedite alla mendicità giornaliera in città e nelle metropolitane rimangono al campo». Nelle unità abitative interessate verranno staccate le utenze utilizzate indebitamente e verranno apposti i sigilli. Successivamente i container potranno essere definitivamente portati via e distrutti oppure assegnati a nuclei familiari con reale bisogno di alloggio.

«Ci sono molti rom che vogliono tornare in Romania. Per questo stiamo dialogando con il governo romeno e con gli imprenditori italiani che sono in Romania per creare un collegamento e realizzare un’attività di formazione che permetta loro di tornare là». Lo ha annunciato l’assessore al Sociale di Roma Capitale Francesca Danese durante una conferenza stampa dell’associazione 21 luglio in Campidoglio.

-«Il buono casa potrebbe essere fruibile anche dai rom. Non è detto che una persona non possa uscire dai campi, trovare lavoro e avere una casa». Così l’assessore al Sociale di Roma Capitale Francesca Danese a margine di una conferenza dell’Associazione 21 luglio. «Per questo passaggio però c’è bisogno di una ulteriore delibera visto che il buono casa era previsto per la fuoriuscita dai residence delle famiglie che lì vivevano» ha aggiunto.

– Otto milioni di euro spesi nel 2014 dal Campidoglio per i centri di raccolta rom della Capitale. Per una spesa annua a famiglia di circa 33mila euro. Ad un anno dalla pubblicazione del rapporto ‘Campi nomadi Spà, che aveva denunciato l’esistenza a Roma di un ‘sistema campi nomadì del valore di oltre 24 milioni di euro, l’Associazione 21 luglio fotografa oggi il ‘sistema accoglienza per soli rom’ che «continua a muovere denaro dal pubblico al privato senza che nulla cambi per il benessere della città e dei rom». Per i sette centri raccolta l’amministrazione comunale, secondo il report dell’associazione, ha speso lo scorso anno 8.053.544 euro, il 29,8% in più rispetto a quanto stanziato nel 2013 (6.202.869 euro). Della spesa totale il 90,6% è stato utilizzato per la sola gestione dei centri, il 4% per sicurezza e vigilanza, il 5,4% per la scolarizzazione mentre «nulla è destinato all’inclusione sociale dei rom». Per la quasi totalità i fondi sono stati assegnati a enti e cooperative, denunciano dall’associazione 21 luglio, tramite affidamento diretto e senza bando pubblico: al solo Consorzio Casa della Solidarietà, operante nei centri di via Salaria, via Amarilli, via di Torre Morena e nella ex Fiera di Roma, è andato il 49,2% delle risorse comunali (poco meno di 4 milioni di euro), seguito da Cooperativa Inopera, attiva nel Best House Rom, che ha ricevuto più di 2,5 milioni di euro (pari al 32% del totale). «La gestione economica dei centri di raccolta rom – commenta il presidente dell’Associazione 21 luglio – rappresenta la cartina di tornasole delle politiche sociali rivolte negli ultimi anni ai rom e ai sinti della Capitale: il centro è concepito per far restare le persone accolte il più a lungo possibile. Nessuna risorsa è utilizzata per la fuoriuscita attraverso percorsi virtuosi di inclusione lavorativa e abitativa». – Tra i centri più esosi per le casse comunali primeggia il Best House Rom – «un mostro che deve essere chiuso» lo aveva definito l’assessore capitolino al Sociale Francesca Danese – costato quasi 2,8 milioni di euro nel 2014, cifra più che raddoppiata rispetto al 2013 (+122%), pari a circa 39mila euro all’anno per una singola famiglia. Gli altri due grandi centri raccolta rom – via Salaria e via Amarilli – sono costati invece rispettivamente circa 2 milioni e 1,4 milioni di euro (-23% e -1% rispetto al 2013). Per mantenere una famiglia nel centro di via Salaria il Comune di Roma, dal 2009, ha speso 231.970 euro mentre nel centro di via Amarilli il costo annuo a famiglia, nel 2014, ammonta a 69.723 euro pari a più di 341mila euro a famiglia dalla nascita del centro nel 2010.

«Spero che il Giubileo diventi l’occasione per intervenire sulla questione rom con politiche sociali e non solo di decoro e pulizia della città». Così il presidente dei Radicali italiani e consigliere comunale della Lista civica Marino Riccardo Magi durante la conferenza stampa dell’associazione 21 luglio in Campidoglio. «Altrimenti sarebbe un grosso rischio perchè si continuerebbe con interventi emergenziali» ha aggiunto.

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