L'antisemitismo è tra noi: atto d'accusa di Bernard Henry Levi | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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L’antisemitismo è tra noi: atto d’accusa di Bernard Henry Levi

– Prove di dialogo interreligioso e culturale a Roma. Per dire no all’odio, ai fondamentalismi, ad ogni tipo di intolleranza, ripercorrendo la tragica vicenda di Ilan Halimi, il giovane francese rapito nel 2006 e torturato per tre settimane fino alla morte, solo perchè ebreo. Una serata evento ospitata all’Auditorium Conciliazione di Roma che sarà trasmessa questa sera su Rai2 per un dibattito condotto da Nicola Porro con lo Speciale Virus, e che ha visto protagonisti l’Imam Yahya Pallavicini, presidente Coresi, comunità araba italiana, Riccardo Di Segni, rabbino capo della Comunità ebraica di Roma e Monsignor Vincenzo Paglia, presidente del Pontificio consiglio per la famiglia. Durante la prigionia, che durò 24 giorni, Ilan, 23 anni, viene brutalmente torturato. Morì in ospedale per il freddo, la fame e le percosse subite. Porro, al termine del dibattito, in prima su Rai2, trasmetterà il film ’24 jours, la vèritè sur l’affaire Ilan Halimì che racconta la vicenda del ragazzo e che nessuna tv francese ha voluto mandare in onda. Il giornalista ha dato vita ad un ampio confronto sul dramma del giovane e sulle implicazioni della sua morte, in una puntata in ricordo di Ilan Halimi. Un progetto in collaborazione con la Rai, l’Associazione Progetto Dreyfus e con l’aiuto organizzativo di Barbara Pontecorvo, Johanna Arbib, l’Associazione Golda. Tra i primi ad intervenire sul palco ieri sera la mamma di Ilan, Ruth Halimi, l’esponente della comunità araba di Parigi Imam Hassen Chalgoumi, il filosofo e intellettuale francese Bernard-Henry Levy e Gadi Gaj Tachè, fratello di Stefano, vittima dell’attentato alla Sinagoga di Roma del 1982 (ricordato dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel suo discorso di insediamento ndr.) Bernard-Henry Levy è stato chiamato per una lectio magistralis nel corso della quale ha evidenziato: «Ricordiamo che la Francia è il Paese in cui, come Daniel Pearl a Karachi – dico bene Karachi – un uomo può essere rapito sotto gli occhi di un intero quartiere, trasportato da un luogo all’altro, affamato, assassinato lentamente, torturato per 24 giorni, senza che nessuno si accorga di nulla, o meglio faccia finta. Abbia il coraggio di avvertire, fare una chiamata, ascolti le sue urla. Rendendosi complici di un atto così atroce, 24 giorni, dico bene 24 giorni, cioè un’eternità. Ricordiamo che nessuno ebbe questo riflesso elementare di umanità. Che Youssef Fofana, il capo della gang, è un antisemita della più semplice, della più pura, della più stupida e bestiale specie: ha detto ‘io sono nato il giorno in cui è morto Ilan’. L’antisemitismo di oggi dice tre cose. Può operare su vasta scala solo se riesce a proferire e ad articolare tre enunciati odiosi. Ovvero gli ebrei sostenitori di uno Stato malvagio, illegittimo e assassino: è il delirio antisionista. Il secondo fondato sul negazionismo, gli ebrei fonderebbero tutto su una sofferenza esagerata: è l’ignobile, l’atroce negazione della Shoah. Infine, ultimo, l’antisemitismo più pericoloso e attuale e che sta prendendo piede anche in altri paesi, compresi gli Stati Uniti, dove c’è gente che dice ‘io non ho nulla contro gli ebreì ma evocano essi instancabilmente la memoria dei loro morti – nel soffocare le altre memorie, nel mettere a tacere gli altri morti, nell’eclissare gli altri martiri che gettano nel lutto il mondo odierno: antisemitismo pericoloso e imbecille che si chiama competizione tra le vittime. Il nuovo antisemitismo ha bisogno di questi tre enunciati. È come una bomba atomica morale con tre componenti. Riconoscerlo significa cominciare a vedere quel che vi spetta fare per lottare contro questa calamità». Presenti anche molti personaggi del mondo dello spettacolo; alcuni di loro – tra cui Beppe Fiorello, Alessandra Martinez, Massimo Ghini, Giorgio Pasotti, Max Giusti, Giulio Scarpati, Giuliano Ferrara – si sono alzati in piedi a inizio serata per affermare con decisione la loro adesione alla lotta «contro l’antisemitismo, contro il fondamentalismo e contro ogni discriminazione». Tra gli ospiti anche Elena Sofia Ricci, Francesco Scianna, Giorgio Marchesi, Tosca d’Aquino, Maria Rosaria Omaggio. In prima fila il presidente della Rai Anna Maria Tarantola e il direttore generale Luigi Gibitosi, il vice dg Antonio Marano, il direttore delle comunicazioni di Viale Mazzini Costanza Escaplon, motore dell’iniziativa insieme al direttore di Rai2 Angelo Teodoli.

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