Incendio Fiumicino, fiamme partite da un condizionatore portatile: verifiche anche su piani di evacuazione | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Incendio Fiumicino, fiamme partite da un condizionatore portatile: verifiche anche su piani di evacuazione

Comincia a delinearsi con maggiore precisione la dinamica dell’incendio che la notte tra mercoledì e giovedì ha sventrato il Terminal 3 dell’aeroporto di Fiumicino. A fare chiarezza sono le informative della polizia arrivate sul tavolo del pm che indaga per incendio colposo, al momento contro ignoti. Secondo quanto accertato dagli investigatori, le fiamme sarebbero partite da un condizionatore portatile posizionato all’interno della stanzetta tecnica adiacente al bar dal quale, intorno alla mezzanotte di mercoledì, una dipendente ha avvistato la densa nube di fumo allertando le forze dell’ordine. Il fuoco si sarebbe poi propagato con velocità attraverso l’impianto elettrico che corre nel controsoffitto del Terminal fagocitando centinaia di metri quadrati dell’area commerciale. Informazioni che pongono ora interrogativi importanti, ai quali dovranno rispondere anche gli esperti incaricati dalla Procura di Civitavecchia di verificare che tutto all’aeroporto fosse in regola, dai dispositivi di sicurezza al rispetto delle normative. Nei prossimi giorni gli investigatori procederanno non solo all’acquisizione di tutta la documentazione necessaria ma anche a nuovi interrogatori, compresi quelli dei due operai che nel pomeriggio di mercoledì avrebbero azionato il condizionatore portatile. I due, già sentiti una prima volta, avrebbero già spiegato di essere intervenuti in seguito ad un alert inviato automaticamente da una sonda termica presente in ogni quadro elettrico dell’aeroporto. Una spiegazione che troverebbe conferma anche dalle testimonianze di alcuni operatori dell’aeroporto che, nella stessa giornata, avrebbero registrato malfunzionamenti dell’impianto elettrico con distacchi continui. La ricostruzione del surriscaldamento, però, è sempre stata smentita da Aeroporti di Roma che attribuisce l’incidente ad un cortocircuito di un frigorifero all’interno di un bar del Terminal 3. Sotto la lente della Procura finisce, dunque, tutto il sistema di sicurezza. La pm titolare del fascicolo, Valentina Zavatto, vuole capire cosa sia successo, chi ha la responsabilità della manutenzione all’aeroporto ma anche perchè quel condizionatore fosse stato portato nella stanzetta tecnica davanti ad un quadro elettrico. A questi interrogativi si aggiunge anche quello del ritardo dei soccorsi, con i vigili del fuoco che – a quanto trapela – sarebbero stati rallentati nell’intervento dal cantiere della nuova area del Terminal 3. Intanto prosegue il «ritorno alla normalità» dell’aeroporto, anche se non mancano disagi dovuti a ritardi e cancellazioni. «Dobbiamo partire per il Brasile – racconta un gruppo di turisti carioca – ma ci hanno detto che sarà difficile oggi e che forse tutto sarà rimandato a domani». Le file ai check-in e ai varchi sono state lunghe anche oggi, seppur leggermente ridotte rispetto ai giorni precedenti. L’operatività dello scalo ha superato l’80%, come affermato dall’Enac, ma «già da martedì – si legge in una nota – è possibile si torni ad una buona operatività» in attesa della riapertura, in settimana, dell’area imbarchi D, l’unica ancora chiusa dopo l’incendio.

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