Tassita violentata, il pm chiede la convalida dell'arresto per Simone Borghese. Chiuso il suo profilo facebook | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Tassista violentata, il pm chiede la convalida dell’arresto per Simone Borghese. Chiuso il suo profilo facebook

I sindacati chiedono maggiori tutele sia sul piano professionale,in particolare contro l'abusivismo, sia su quello della sicurezza e confermano lo sciopero

«Ho avuto un raptus e l’ho aggredita». E? la confessione di Simone Borgese, 30 anni romano, di quanto compiuto venerdì mattina in una strada sterrata nella zona di Ponte Galeria dove ha violentato una tassista di 43 anni. La svolta alle indagini è arrivata nella tarda mattinata di domenica.  La Procura di Roma ha inviato al gip la richiesta di convalida del fermo e l’emissione del provvedimento di custodia cautelare in carcere per Simone Borgese, il 30enne romano reo confesso dello stupro di una tassista. Spetterà al giudice per le indagini preliminari fissare l’interrogatorio di garanzia che potrebbe avvenire tra domani e mercoledì nel carcere di Regina Coeli dove Borgese è stato trasferito nella tarda serata di domenica. Nel provvedimento il pm Eugenio Albamonte ha illustrato un piano probatorio solido ed ha allegato anche il verbale dell’interrogatorio durante il quale l’uomo ha ammesso le sue responsabilità. Entro pochi giorni, inoltre, si avranno risposte sugli esami del Dna e dei prelievi salivari. Ciò che ha colpito gli inquirenti è l’apparante mitezza con cui l’uomo ieri ha raccontato, in modo particolareggiato, cosa avvenuto in una strada sterrata nella zona di Ponte Galeria la mattina dell’8 maggio. Una calma e una lucidità che in passato hanno però lasciato spazio ad altri «raptus»: tra i precedenti di Borgese c’è un furto ad un autogrill e un’aggressione al compagno della madre.

 

Un serrato lavoro investigativo, coordinato dal pm Eugenio Albamonte, che ha consentito di individuare l’uomo ora trasferito in stato di fermo nel carcere di Regina Coeli con l’accusa di violenza sessuale e rapina. Ad incastrare Borgese, che di lavoro fa il cameriera ed è separato con una figlia di sette anni, anche il riconoscimento fotografico fatto dalla vittima dello stupro. In base a quanto filtra, il responsabile della violenza è apparso prostrato ma non pentito di quanto avvenuto. «La sua – spiegano gli inquirenti – è stata una confessione piena e dettagliata». Gli uomini della Squadra mobile erano arrivati a lui grazie all’aiuto di un altro tassista che aveva riconosciuto nell’identikit reso noto dalla Questura un passeggero che poi pochi giorni fa aveva accompagno nella stessa zona di Ponte Galeria, dove vive il nonno di Borgese. Arrivati davanti all’abitazione l’uomo aveva spiegato al tassista di non avere i soldi per pagare la corsa ma, a garanzia del futuro pagamento, aveva fornito il numero del suo cellulare. Numero su cui gli inquirenti hanno fatto verifiche risalendo all’identità di Borgese. Nel suo passato anche piccoli precedenti per furto e minacce al compagno di sua madre. Si chiude, quindi, in poco più di 48 ore una vera e propria caccia all’uomo iniziata subito dopo la denuncia di stupro da parte della donna. Una drammatica vicenda iniziata venerdì mattina intorno alle 7 nei pressi dell’Hotel Ergife. La donna ha fatto salire a bordo del taxi Borgese che dopo una serie di cambi di tragitto l’ha diretta in una stradina in aperta campagna, nella zona di Ponte Galeria dove si è consumata la violenza. Al momento di pagare l’uomo l’ha stordita con un pugno in faccia, ha abusato di lei costringendola ad un rapporto orale e l’ha rapinata di 80 euro di incasso. Poi si è dato alla fuga a piedi.

La donna, 43 anni, ha vissuto venerdì mattina un incubo. Fatto salire a bordo del taxi nei pressi dell’Hotel Ergife un giovane, la tassista si è ritrovata, dopo una serie di cambi di tragitto indicati dal cliente, in una stradina in aperta campagna, nella zona di Ponte Galeria dove si è consumata la violenza. Da subito è scattata una vera e propria caccia all’uomo, anche con l’aiuto di un elicottero. La svolta potrebbe essere arrivata dalle impronte digitali e dalle tracce di Dna lasciate nell’auto. Gli agenti della squadra mobile hanno anche acquisito le registrazioni delle telecamere di videosorveglianza presenti in strada sopratutto nell’area attorno all’hotel Ergife, sull’Aurelia, dove il cliente ha preso il taxi quella mattina. Gli investigatori, che hanno concentrato le ricerche nelle periferie a nord della Capitale, hanno anche vagliato denunce di aggressioni avvenute con modalità simili: in pieno giorno e in quel quadrante della città. Ieri la Questura aveva diffuso l’identikit dell’aggressore: italiano, età tra i 25-30 anni, magro, alto tra 1,65 e 1,70, capelli corti, scuri e mossi, occhi piccoli e scuri, labbra sottili e carnagione chiara. Indossava camicia jeans, scarpe da ginnastica e pantaloni scuri. La polizia ha lanciato un appello a chiunque abbia elementi utili per il suo riconoscimento a contattare subito il numero di emergenza. «È stato un incubo» aveva detto sconvolta la donna ripercorrendo nel dettaglio con gli investigatori l’accaduto. Un racconto considerato attendibile dagli inquirenti. Un fuga terminata nel primo pomeriggio di domenica

– I sindacati plaudono all’arresto dello stupratore della tassista romana, ma chiedono maggiori tutele sia sul piano professionale,in particolare contro l’abusivismo, sia su quello della sicurezza e confermano lo sciopero. Per Unica taxi Cgil di Roma e Lazio è stato «eccellente il lavoro della polizia di stato che in poche ore ha assicurato alla giustizia lo stupratore della giovane tassista Romana. Un ottimo lavoro che dovrà ora proseguire nel contrasto all’abusivismo dilagante e all’illegalità che devasta Roma». E chiede per questo «un urgente incontro con il prefetto per riportare subito la legalità nel settore taxi/ncc, sfuggito al controllo dell’amministrazione locale». «Soddisfazione» per l’arresto è stata espressa anche da Alessandro Atzeni di UIL Trasporti settore taxi. «Plaudendo alle Forze dell’Ordine per l’eccellente lavoro ora auspichiamo – aggiunge – una pena esemplare per rendere giustizia alla tassista e a tutte le donne vittime dei più vili abusi». Il segretario nazionale dell’Ugl Taxi, Alessandro Genovese, e il coordinatore regionale Franco Popolini Ugl giudicano «positivamente l’arresto del responsabile dell’aggressione della nostra collega, ma l’emergenza sicurezza nella Capitale resta alta e il sindaco non va oltre le solite dichiarazioni di facciata». «È assurdo – aggiungono – che si aspetti il verificarsi di fatti così drammatici per agire: per questo abbiamo deciso di indire, insieme alle altre organizzazioni sindacali, una giornata di sciopero con corteo cittadino per ricordare a tutti che la sicurezza e la legalità sono diritti imprescindibili. Vogliamo una città sicura perchè una donna o un uomo che con onestà fanno il proprio mestiere non possono rischiare ogni giorno la propria incolumità: servono interventi concreti da parte del sindaco e a livello nazionale».

Il profilo Facebook di Simone Borghese, il presunto violentatore della tassista romana di 43 anni, è stato chiuso questa mattina intorno alle 9 e mezza anche per tutelare la figlia di 7 anni. Prima che la pagina fosse rimossa, erano già stati pubblicati commenti pesantissimi, offese e minacce all’uomo, soprattutto sotto la fotografia che lo ritraeva insieme al conduttore Paolo Bonolis nel pubblico della trasmissione televisiva “Avanti un altro” alla quale il giovane aveva partecipato nel 2012. “Infame schifoso”, “L’ennesimo padre di famiglia che ha sbroccato”, “Bastardo, sei anche un padre di famiglia” sono solo alcuni dei tantissimi post che hanno riempito la bacheca di Borghese, ma fra essi si leggevano anche frasi d’incredulità dei conoscenti: “Quindi è proprio vero, è stato lui?”, “Com’è possibile?”. Prima del fatto il profilo online dell’uomo si presentava come quello di un papà affettuoso, innamorato della propria figlia, ricco di foto insieme alla bambina al mare, in piscina, davanti alla torta di compleanno e sorridente con i nonni.

«La sicurezza non è un optional. Come agli operai, giustamente, spettano tute anti infortunistiche e caschi noi vogliamo delle telecamere che garantiscano la sicurezza dei tassisti ma anche dei clienti». Così in una nota Loreno Bittarelli, presidente della cooperativa di radiotaxi 3570. «Se si è arrivati all’arresto del Borgese – prosegue – è sì merito della straordinaria solidarietà dimostrata dall’intera collettività, ma soprattutto della collega che ha avuto il coraggio di denunciare la violenza subita». «Troppo spesso», sottolinea Bittarelli, «ancora oggi, le donne e gli uomini vittime di violenza – soprattutto di violenze meno gravi – non denunciano. Siamo continuamente vittime di aggressioni e fatti di micro criminalità che spesso non vengono denunciati. Il 90% delle volte in cui un collega, uomo o donna, subisce una rapina non denuncia perchè sennò finisce per passare il turno al commissariato per un furto di 90/100 euro». «Per questo», conclude, «oggi più che mai è necessario rafforzare le misure di sicurezza, ma soprattutto creare le condizioni tali per cui clienti e tassisti possano viaggiare sentendosi al sicuro a qualsiasi ora del giorno e della notte. Dobbiamo creare le condizioni affinchè non ci siano discriminazioni di genere fondate su pericoli che nulla hanno a che fare con la guida della vettura».

 

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