Calcio scommesse, accertamenti in corso sulla Lupe Roma | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Calcio scommesse, accertamenti in corso sulla Lupe Roma

Sono quasi 50 “insospettabili”, da Trento ad Agrigento, che decidevano chi perdeva e chi vinceva nelle partite seguite da migliaia di ignari tifosi che andavano allo stadio pensando di assistere ad un incontro onesto tra la squadra del loro cuore e quella degli avversari. Ma non era così. Era tutto truccato per consentire agli stessi calciatori, presidenti, allenatori e scommettitori di guadagnare milioni e milioni di euro corrompendo tutti.- A quanto si apprende dalla Polizia di Stato, nell’ambito dell’inchiesta sul calcio scommesse che ha portato al fermo di 50 persone, sarebbero in corso accertamenti anche sulla società Lupa Roma, squadra di lega Pro, girone C, con sede nel quartiere Axa della Capitale.«Ancora uno scandalo investe il mondo del calcio italiano, con una serie di partite truccate in Lega Pro e serie D, e ancora una volta i diritti dei tifosi vengono schiacciati dagli interessi illeciti di soggetti che si arricchiscono sulla loro pelle». Lo comunica, il Codacons, commentando l’operazione della Direzione distrettuale antimafia presso la Procura di Catanzaro. «Stiamo studiano le possibili azioni legali da intraprendere per tutelare gli interessi di tifosi e scommettitori – afferma il Presidente Carlo Rienzi – È evidente infatti che, in presenza di partite truccate, si è verificata una lesione dei diritti degli utenti e un danno sul fronte morale e su quello materiale. La buona fede dei tifosi che seguivano la propria squadra del cuore è stata violata, mentre chi ha speso soldi per assistere agli incontri, seguire le società calcistiche e scommettere sui risultati dei match, ha subito un danno patrimoniale». «Per tali motivi l’associazione sta valutando le azioni da intraprendere nei prossimi giorni nei confronti dei soggetti che saranno ritenuti responsabili di illeciti, e che saranno richiamati a risarcire i tifosi». «Il derby di Roma è l’unico che non si gioca di sera? Non mi sembra affatto normale ed è grave è un’impotenza, ma dobbiamo rispettare il ruolo chi ha responsabilità sull’ordine pubblico». Così il presidente del Coni, Giovanni Malagò, sul fatto che il derby della Capitale non si possa giocare dopo la sera per motivi di sicurezza. «Il prefetto e il questore hanno questa responsabilità e non c’è la possibilità di giocare alle 20:45 – aggiunge a margine della Giunta Nazionale -. Non è normale. Quando c’è un’eccezione si finisce sempre per sbagliare».

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