Castelli Romani, gli attentati non furono azioni terroristiche: ridotte le pene in appello | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Castelli Romani, gli attentati non furono azioni terroristiche: ridotte le pene in appello

Non furono azioni terroristiche i 13 attentati realizzati tra il novembre 2010 e il luglio 2013 nella zona dei Castelli romani, bensì solo danneggiamenti aggravati. Lo hanno stabilito i giudici della I Corte d’assise d’appello di Roma con la sentenza con la quale hanno condannato due giovani anarchici, assolvendoli dall’imputazione di associazione con finalità di terrorismo. In particolare, 3 anni di reclusione sono stati inflitti a Gianluca Iacovacci e 1 anno e 8 mesi ad Antonio Antonacci; in primo grado, all’esito del giudizio abbreviato, erano stati condannati rispettivamente a 6 anni (Iacovacci) e 3 anni e 8 mesi (Antonacci). La Corte, presieduta da Mario Lucio D’Andria con Giancarlo De Cataldo, hanno dichiarato interamente espiata la pena di Antonacci, nei confronti del quale hanno disposto la scarcerazione. I due giovani erano sotto processo perchè accusati di associazione con finalità di terrorismo, e di essere responsabili di attentati ai danni di sedi dell’Eni, dell’Enel, di alcune filiali di banche e anche alla discarica di Albano Laziale; azioni che comunque non causarono mai feriti. Tutte le azioni furono rivendicate con la sigla del Fai, la Federazione anarchica informale. Il Pg Francesco Mollace (che aveva sollecitato la conferma della sentenza di primo grado per entrambi gli imputati) ha annunciato che ricorrerà in Cassazione.

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