Tra storia e sensi sulla via degli Etruschi | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
Direttore responsabile Giovanni Tagliapietra

Tra storia e sensi sulla via degli Etruschi

– Da Chiusi a Tarquina, alla scoperta della città sotterranea. E poi Bolsena, con il «lago che si beve»; Orvieto che i Greci chiamavano Oinarea, ‘dove scorre il vinò; Cerveteri e Vulci con i misteri millenari che ancora abitano le necropoli. Il debutto internazionale sarà a fine mese all’Expo, ma l’invito a perdersi tra storia e sensi di una vera «Experience Etruria» è già aperto. Un’immersione totale nel mondo degli etruschi con quattro percorsi «sensoriali» tra storia, natura, mostre diffuse ed eccellenze del territorio, che da Milano porti i turisti lì dove la storia ha lasciato ancora evidenti i suoi segni, tra Umbria, Lazio e Toscana. «Il progetto ha messo insieme, per la prima volta, 17 comuni, con Orvieto e Viterbo capofila – racconta la soprintendente dell’Etruria meridionale, Alfonsina Russo – Una rete di collaborazione importante che ci auguriamo sia solo l’inizio di un percorso di valorizzazione». A far idealmente da guida è la principessa etrusca Ati, protagonista del video in 3D realizzato da Cineca, che a fine mese debutterà nel Padiglione Italia dell’Expo. Sempre Ati sarà la padrona di casa della piattaforma multimediale (www.experienceetruria.it) dove trovare tutte le informazioni e una speciale carta stradale con i quattro percorsi giocosamente immaginati alla ricerca degli ingredienti necessari per una festa per l’Esposizione Universale ispirata al banchetto di uno dei più celebri capolavori dell’arte etrusca: la Tomba dei Rilievi della necropoli della Banditaccia a Cerveteri. Non solo archeologia, però, perchè ogni viaggio è anche un’esperienza sensoriale legata ai prodotti del territorio. Si può scegliere se seguire le Vie dell’acqua, da Chiusi a Tarquinia, attraverso Viterbo e Tuscania; da Grosseto a Bolsena, via Orbetello e Manciano; e da Orvieto a Veio, via Civita Castellana. Oppure le Vie del vino e del sale: da Cerveteri a Tarquinia, passando per Santa Severa e l’antica Pyrgi; da Grosseto a Chiusi, via Sorano con la Città del tufo. E ancora le Vie dell’olio e del grano, da Montalto di Castro a Orvieto. E le Vie dei Boschi, da Viterbo a Orvieto, tra le tombe rupestri di Norchia, il Ponte Diavolo di Blera e i sacri Monti Cimini. A unire i luoghi (distanti fra loro non più di un’ora d’auto) anche un calendario di mostre (fino al 31 ottobre) «studiate per valorizzare soprattutto i materiali inediti dei depositi», spiega la Russo, da «Nettare e ambrosia. Cibo degli Dei» a Villa Giulia a Roma, «Qui c’è il fuoco di Bacco» a Cerveteri. E poi «Il mare si fa oro. Ercale e il sale» a Tarquinia e «In alto i katahroi. Gli Etruschi dal volto di pietra» a Viterbo. «Il progetto – aggiunge – è aperto: abbiamo proposte fin dall’Etruria campana». «Negli anni – spiegano i sindaci di Orvieto e Viterbo, Giuseppe Germani e Leonardo Michelini, con l’assessore al turismo di Grosseto, Luca Ceccarelli – il problema è stato far rimanere i turisti più giorni nei nostri comuni. Questo progetto dice al mondo quante cose ci sono da fare da noi. Stiamo facendo rete per costruire una nuova meta turistica: l’Etruria antica». «Da sempre – aggiunge il Ministro dei beni culturali e del turismo Dario Franceschini – diciamo che la sfida è fare in modo che i visitatori dell’Expo proseguano il viaggio in Italia, non solo nelle capitali d’arte, ma a scoprire il nostro grande museo diffuso. Al turista cinese, una volta arrivato, poco importa la distanza da un comune all’altro. Da soli è difficile, ma insieme siete una potenza mondiale».

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