San Lorenzo, anche il quartiere rosso dice no agli immigrati. Gerace: "Decisione unilaterale" | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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San Lorenzo, anche il quartiere rosso dice no agli immigrati. Gerace: “Decisione unilaterale”

Accoglienza sì ma ‘not in my back yard’. La sindrome ‘nimby’ colpisce uno dei quartieri ‘rossì della Capitale, San Lorenzo, e dopo aver accolto sul territorio già 200 migranti il municipio, a guida centrosinistra, e comitati dicono ‘nò alla decisione dell’assessorato alle Politiche Sociali di trasferirne degli altri nel centro del rione della movida cittadina. Per il presidente del II municipio Giuseppe Gerace il territorio sotto la sua amministrazione ne ha già troppi di migranti perchè «dopo il trasferimento senza alcun preavviso di 200 rifugiati in via Cupa al Centro Baobab, abbiamo espresso la necessità di essere coinvolti come Municipio per scegliere quale sia la migliore destinazione di un immobile confiscato alla mafia che si trova in va dei Reti» e cioè la struttura nella quale i rifugiati dovrebbero essere sistemati. «Preoccupa la decisione unilaterale di concentrare 400 migranti in questo territorio», dice Gerace che chiede un urgente incontro con l’Assessore Danese «per avviare la dovuta condivisione su un tema così delicato». Ma proprio Danese precisa: «sono solo 21 ragazzi eritrei e al sistemazione è temporanea» sottolineando che «le porte al Comune sono sempre aperte per un confronto». E intanto sui social network si scatena la polemica tra i favorevoli e i contrari a questo tipo di accoglienza e sul profilo del comitato «via degli Ausoni dice basta» si possono leggere commenti inequivocabili: «c’è gente italiana che dorme in macchina», è il tenore di alcuni post e «A San Lorenzo ci mancano solo i profughi per completare l’opera dello schifo che c’è già nel quartiere». Ma c’è anche chi, invece, usa toni più pacati spiegando che «da sanlorenzina sono felice ed orgogliosa di accogliere dei profughi che fuggono dai loro Paesi in guerra, non sono loro che rovinano questo quartiere». Ma il presidente del comitato Marco Orlandini non ci sta e ricorda che «le nostre strade sono invase da esercizi commerciali gestiti dal racket dei bengalesi e c’è una microcriminalità che non offre il terreno migliore per dare una giusta accoglienza ai profughi». Il presidente Gerace ci tiene a dar voce ai cittadini del territorio e così, a fine giornata, con una nota spiega che: «il Consiglio del Municipio, sovrano sul territorio, e le associazioni di quartiere sono il nostro punto di riferimento per le scelte più importanti da intraprendere. Rivendichiamo la nostra volontà e caratteristica di essere un Municipio favorevole alla integrazione ed alla accoglienza e l’urgenza di una riunione con l’amministrazione centrale, riunione già richiesta e sollecitata in data odierna con lettera ufficiale».

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