Incendio Fiumicino, indagato l'ad di Aeroporti di Roma: violata la norma sicurezza per i lavoratori | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Incendio Fiumicino, indagato l’ad di Aeroporti di Roma: violata la norma sicurezza per i lavoratori

Il procuratore capo di Civitavecchia, Gianfranco Amendola, ha precisato che il sequestro preventivo del molo D del Terminal 3 è stato disposto ieri

– Punta al livello più alto l’inchiesta della procura di Civitavecchia sull’incendio al Terminal 3 dell’aeroporto di Fiumicino. I magistrati hanno iscritto nel registro degli indagati l’amministratore delegato di Aeroporti di Roma (Adr), Lorenzo Lo Presti, per violazione della normativa sulla sicurezza dei lavoratori. L’ipotesi di reato è legata all’impiego del personale nei giorni successivi al rogo senza sufficiente tutela della loro salute. Almeno 150 lavoratori hanno accusato problemi respiratori e alla pelle per le conseguenze dell’incendio, che il 7 maggio ha distrutto l’area commerciale del Terminal. Il procuratore capo di Civitavecchia, Gianfranco Amendola, ha precisato che il sequestro preventivo del molo D del Terminal 3 è stato disposto ieri per la «persistente inosservanza da parte dei datori di lavoro delle disposizioni previste dalla legge a tutela della salute dei lavoratori». «Nonostante apposite prescrizioni e diffide della Asl Rmd», il 17 maggio, 10 giorni dopo l’incendio, era stata riaperta «la zona interdetta del molo D». Il sequestro – fa sapere il pm – sarà revocato quando sarà garantita la salute dei lavoratori. Sulla presenza di diossina in conseguenza del rogo, Amendola ha reso noto che «come quella di altri inquinanti, è stata riscontrata da alcune rilevazioni dell’Arpa del Lazio, ma è tuttora oggetto di valutazione sanitaria da parte delle autorità competenti e non rientra nelle motivazioni del decreto di sequestro». Adr ha ribadito ancora che l’area è sicura. Per il gestore dello scalo l’unico inquinante presente è il Toluene, un solvente usato dalla società che ha effettuato la bonifica del sito, i cui valori sarebbero nella norma. Ma i sindacati Usb e Cub, in prima fila nella protesta, hanno proclamato uno sciopero ad oltranza dalle 18 di oggi dei lavoratori del Terminal 3. L’inchiesta vede già indagati alcuni operai di una ditta di manutenzione, un dirigente di Adr e un funzionario della Asl. E mentre l’Ente nazionale aviazione civile fa sapere che da oggi l’operatività dell’aeroporto di Fiumicino è all’80% a seguito del sequestro del molo D, sta montando anche una polemica politica. «È inaccettabile la confusione che si è creata sull’aeroporto internazionale di Fiumicino, che non è un’autorimessa – dice il deputato Pd Michele Anzaldi -. Viene da chiedersi se non sia arrivato il momento di affidare la gestione della situazione ad una regia competente e affidabile, per evitare danni irreparabili all’economia e all’immagine italiana e romana, a pochi mesi dal Giubileo». Filiberto Zaratti di Sel, membro della Commissione ambiente della Camera, chiede al governo di chiarire una volta per tutte «se l’aria al Terminal 3 è sana oppure no». I deputati M5S hanno presentato un’interrogazione parlamentare sulle decisioni prese dai vari enti. Il 4 giugno la Commissione d’inchiesta sugli infortuni sul lavoro del Senato farà un sopralluogo al terminal T3. «Bisogna dare subito risposte ai lavoratori», ha detto la presidentessa Camilla Fabbri.

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