Dopo 10 anni riapre un'ala del castello di Santa Severa | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Dopo 10 anni riapre un’ala del castello di Santa Severa

– Una «pepita a pochi chilometri da Roma» per il ministro Dario Franceschini, «uno Stradivari trattato come una cassetta di frutta» per il governatore Nicola Zingaretti. Ispira metafore il Castello di Santa Severa, la spettacolare rocca a picco sul mare del lido nord della Capitale. Ma ispira anche nelle istituzioni l’urgenza di mettere finalmente un pò d’ordine – dopo anni di grovigli burocratici, sovrapposizioni e assenza di una gestione unitaria – in un bene tutto da valorizzare. Trasformandolo, questo l’obiettivo, in un polo multifunzionale «aperto al territorio, a vocazione culturale, ricettiva, congressuale, turistica, enogastronomica» ha spiegato il presidente della Regione Lazio. Segnale di questa volontà l’inaugurazione questo pomeriggio, dopo oltre dieci anni di restauri, dell’area espositiva della ‘Manica Lungà con la mostra ‘L’antico viaggia nell’acqua che nutrè, che si propone di illustrare il rapporto tra gli Etruschi e il mare, elemento sacro, fonte di nutrimento e simbolo del contatto tra gli antichi popoli del Mediterraneo. Un evento, organizzato in concomitanza con Expo e con l’apertura straordinaria del Castello dalla Regione in collaborazione con la Soprintendenza Archeologica del Lazio e dell’Etruria Meridionale, dedicato ai reperti etruschi che provengono dai vicini scavi di Pyrgi condotti dall’Università La Sapienza, rappresentata oggi dal prorettore Mario Morcellini, e che per l’occasione ‘tornano a casà. Stella dell’esposizione la straordinaria testa in terracotta di Leucothea, dea dell’aurora e protettrice della navigazione (dalla collezione del Museo nazionale di Villa Giulia a Roma) il cui ‘sbarcò a lieto fine sulle rive del Tirreno riecheggia per contrasto le drammatiche vicende contemporanee dei migranti: Pyrgi come luogo che da sempre ha accolto genti e culture diverse. La mostra, aperta dal 5 giugno al 13 settembre, sarà visitabile con lo stesso biglietto d’ingresso al Castello, che ospita anche una raccolta di foto su Ingrid Bergman e una esposizione sulla vita di Santa Severa. La Regione però non vuole fermarsi qui: «Confido – ha affermato Zingaretti – che presto potremo dare al Castello una struttura di gestione permanente che ne garantisca l’apertura e la fruizione pubblica 365 giorni l’anno, non far finta di aprire e trovarci dopo due anni in situazioni imbarazzanti». In poche settimane, ha aggiunto, si potrà superare l’impasse del bando per l’assegnazione della gestione museale, frutto «di vizi antichi, di dimenticanze e lassismi che hanno ritardato le procedure». E per l’assetto futuro del polo di Santa Severa Franceschini guarda alle esperienze di altri gioielli della cultura italiana, come il Museo Egizio di Torino o la Reggia di Venaria: «Il Castello, dove le proprietà sono diverse, in parte della Regione e in parte del Ministero – ha spiegato il ministro – è uno dei luoghi dove si potranno sperimentare quelle forme previste dal codice dei Beni culturali e poco utilizzate, come il consorzio o la fondazione. Abbiamo qui la possibilità di tutelare il patrimonio e utilizzarlo ai fini della crescita economica e turistica del Paese. È stato un delitto non farlo per troppo tempo – ha concluso – Dobbiamo farlo adesso».

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