Eliseo, Barbareschi: “Il teatro aprirà il 29 settembre”
Il sogno di un teatro aperto e accogliente, centro propulsore di cultura, si concretizzerà il 29 settembre, quando dopo quasi un anno di chiusura il teatro Eliseo riaprirà le sue porte: ad annunciarlo questa mattina a Roma, in una conferenza stampa gremita, il direttore artistico Luca Barbareschi che con la sua Casanova Multimedia subentra alla precedente gestione della famiglia Monaci. Dopo le tensioni dei mesi scorsi, con lo sgombero del teatro e le complicate questioni giudiziarie (tra gli aspetti immobiliari e quelli gestionali) chiuse tra l’altro con la diffida per la famiglia Monaci ad usare il logo e il nome dell’Eliseo, non c’è stato alcuno spazio per le polemiche: emozionatissimo, Barbareschi non è riuscito a contenere la commozione parlando di questa nuova avventura che a 58 anni rappresenta «un momento di restituzione di quello che ho avuto dalla vita. E io ho avuto tanto». «L’eccezione culturale italiana sarà la nostra missione», ha proseguito, «Roma ha bisogno di una forte identità teatrale, e ho pensato che l’Eliseo potesse essere il teatro giusto per ripartire». Tradizione e contemporaneo caratterizzeranno la stagione dell’Eliseo e del Piccolo Eliseo, con un focus sugli autori italiani: accanto a Chaplin, Shakespeare, Mamet, Pinter, Cechov, Flaubert, anche Luca De Bei, Vittorio Franceschi, Paolo Sorrentino, Massimo Carlotto, Gianni Borgna, Giorgio Gaber, Fausto Paravidino, per due cartelloni che, seppur differenziati, hanno in comune la qualità delle scelte drammaturgiche. Per il pubblico la possibilità di vedere attori amati come Ugo Pagliai, Paola Quattrini, Lunetta Savino, Ambra Angiolini, Francesco Scianna, Tosca, Roberto Herlitzka, Francesco Montanari e musicisti del calibro di Nicola Piovani e Stefano Bollani. Oltre allo stesso Barbareschi, che aprirà la stagione con Una tigre del Bengala allo zoo di Baghdad e tornerà in scena a Natale con il one man show Cercando segnali d’amore nell’universo. La visione di Barbareschi non comprende di certo solo il teatro, ma si apre al fermento delle idee e delle arti: l’Eliseo sarà infatti uno spazio polifunzionale, che alla prosa abbinerà musica (con i concerti di ben 2 orchestre, una sinfonica e una jazz, nate dalla collaborazione con il conservatorio di Santa Cecilia), eventi culturali (come quelli organizzati con il FAI e con il Festival internazionale di Poesia di Genova), una scuola di recitazione, una biblioteca e un’emeroteca. Il rinnovamento sarà non solo culturale, ma anche strutturale, con la completa riqualificazione delle due sale e l’allestimento di un grande ristorante, la digitalizzazione dell’archivio storico dell’Eliseo entro il 2018, anno del centenario della fondazione, l’anticipo alle 20 dell’inizio degli spettacoli, e l’apertura del teatro anche d’estate. Per ottenere questa rinascita globale della storica sede teatrale di via Nazionale, a cui il direttore ha creduto da subito, ci sono voluti 4 milioni e mezzo di euro (messi di «tasca propria», ci tiene a precisare), a cui si aggiungono i 100 mila euro di contributi concessi dal comune di Roma, e un piano di sponsorizzazioni ancora non completamente definito. L’entusiasmo ha contagiato tanti artisti presenti oggi in sala, primo fra tutti Gabriele Lavia, amico di Barbareschi da 40 anni, che ha sottolineato come la città possa finalmente riappropriarsi e ampliare i propri spazi culturali: «Luca può provare a fare qualcosa di bello per Roma, che vive ora un momento complicato – ha detto il regista, in cartellone a gennaio all’Eliseo con Pirandello – sarà un teatro fatto nel senso giusto, non per il pubblico, ma per una società di uomini, come ci hanno insegnato Grassi e Strehler».
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