Mafia capitale, Marino contestato manda baci: "Non lascio, io ostacolato da capibastone del Pd Roma" | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Mafia capitale, Marino contestato manda baci: “Non lascio, io ostacolato da capibastone del Pd Roma”

Tira dritto come un treno. Non vuole lasciare il timone del Campidoglio, colpito dalla seconda ondata dello ‘tsunamì Mafia Capitale. «Dimissioni? Sembrerebbe il mondo al contrario» afferma Ignazio Marino che Alice nel Paese delle Meraviglie non vuole proprio essere. E lo dice proprio nel giorno in cui Palazzo Senatorio è stato ‘assediatò della protesta del M5s che ha chiesto un suo passo indietro. E a distanza di qualche anno si toglie anche qualche sassolino dalla scarpa, puntando il dito contro il Pd romano dei ‘capibastonè: erano un «ostacolo ma con me non hanno toccato palla». Nessun congedo per il primo cittadino che scongiura anche l’arrivo dello spettro del commissariamento e dello scioglimento del Comune per mafia. «Mi sembrerebbe davvero il mondo all’ incontrario – spiega mentre è ospite della trasmissione ‘Di Martedi» – Con Alemanno venivano acquistati filobus mai arrivati mentre a Roma arrivavano tangenti, in Atac assunte le cubiste. Noi invece acquistiamo 700 autobus e assumiamo 200 autisti. Quando c’era quel tipo di gestione andava bene mentre ora dovremmo interromperla?«. E oggi il sindaco-chirurgo si è affidato anche all’ironia plateale nei momenti cruciali della protesta targata M5s arrivata fin dentro il Campidoglio, in Aula Giulio Cesare. Prima indifferente alle grida che inneggiavano all’»onestà«, poi in risposta alle urla ‘Dimettitì e al coro levatosi ‘Tutti a casà Marino ha ironicamente salutato gli esponenti pentastellati, ha fatto il segno della vittoria con le mani e ha infine lanciato baci prima di uscire dall’Aula. Nel suo intervento di ieri alla direzione dei dem Marino aveva parlato di un problema di comunicazione. »Lo vogliamo dire che prima c’erano i ladri? Lo vogliamo dire che l’ex sindaco è indagato per associazione mafiosa? – aveva tuonato al Nazareno – Ci sono stati i ladri, c’è la mafia ma noi tutto questo lo stiamo cacciando via per sempre«. E oggi il chirurgo dem rilancia una stoccata a quella parte del Pd romano, composta non da gente »perbene«, che all’inizio del suo mandato ha cercato di mettergli i bastoni tra le ruote: »Mentre dal Pd nazionale ho avuto un grande aiuto – dice Marino ritornando con parole più forti su un tema già affrontato ieri al Nazareno – ho avuto un ostacolo chiaro che derivava da una parte del Pd romano, quella che non si riconosce nelle persone perbene ma in quelli che io chiamavo in modo dispregiativo capibastone«. E aggiunge: »Con la giunta Marino i capibastone non hanno toccato palla. Non li ho mai frequentati e loro non amavano me«. Ora è il momento di andare avanti, perchè finalmente in Campidoglio »si sta cambiando tutto«. Marino allontana qualsiasi ombra della Cupola mafiosa di Carminati&Co dal suo esecutivo – »Quelli di cui non mi fido non li frequento. Sulla mia giunta io garantisco. Ho degli assessori straordinari« chiosa. E a chi gli chiede se non avesse paura di essere ricordato come il ‘sindaco di Mafia Capitalè risponde: »Nessuno tra 30 anni si ricorderà di noi ma tutti si ricorderanno di come è cambiata una città abituata a scambiare favori e dove c’erano privilegi e illegalità che duravano da decine di anni«.

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