Mafia capitale, partiti e politici: i soldi in chiaro di Buzzi. "Ho finanziato tutti, anche Renzi" | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Mafia capitale, partiti e politici: i soldi in chiaro di Buzzi. “Ho finanziato tutti, anche Renzi”

Il ras delle cooperative romane, poteva contare su informatori tra le forze dell'ordine che lo avvisavano sulle indagini e sulla sorte di alcuni appalti. Tra questi un appuntato scelto in servizio presso il Reparto Carabinieri Presidenza della Repubblica

– Salvatore Buzzi li cita tutti. Tutti, secondo il presunto braccio destro di Massimo Carminati, avrebbero ricevuto finanziamenti regolari e leciti dalle sue cooperative. Da Alemanno a Marino, da Zingaretti a Renzi. Il ras delle cooperative, figura-chiave della maxinchiesta della Procura di Roma su Mafia Capitale, lo mette nero su bianco in una missiva inviata il 18 dicembre scorso, pochi giorni il suo arresto, in una lettera inviata alle sue collaboratrici dal carcere. «Il vero scopo di questa inchiesta – scrive – è costringermi a cedere raccontando la corruzione a Roma nell’ultimo decennio ma non posso inventarmi le cose che non so. Noi non abbiamo mai finanziato illegalmente la politica, ma tutto legalmente: Rutelli, Veltroni, Alemanno, Marino, Zingaretti, Badaloni, Marrazzo, tutti praticamente, anche Renzi: tutti contributi dichiarati in bilancio». Buzzi torna a parlare di finanziamenti al ‘palazzò alcuni mesi dopo, nel corso di un interrogatorio davanti ai pm il 31 marzo scorso. Nelle carte delle indagini, il verbale del colloquio. «Sostenevamo attraverso contributi diretti alcuni candidati, e altri invece li abbiamo sostenuti, come si dice, attraverso la campagna elettorale diretta -ha detto-. Abbiamo finanziato sia Alemanno, poi abbiamo dato un contributo anche a Ozzimo (che oggi è stato scarcerato dal gip), sostenevamo Coratti, sostenevamo Nieri». E ancora: «abbiamo dato altri soldi, sempre legalmente, alle fondazioni. Abbiamo dato, credo 15.000 euro a Patanè. Ti chiamavano – prosegue Buzzi – per le famose cene, come posso dire ‘c’è una cena con Alemanno, 1000 euro a personà, tu prendevi un tavolo e ovviamente erano 10.000 euro. Ma noi ne abbiamo fatte, noi l’abbiamo fatta pure con Renzi la cena eh? Quindi le abbiamo fatte con tutti le cene, con Zingaretti, la nostra è una grande cooperativa. A me se non mi chiamavano ero più contento eh? Se non mi chiamavano era meglio per noi, risparmiavamo». Intanto oggi il Pd di Roma, in merito a notizie di stampa su un versamento fatto da Buzzi di 7000 euro al Pd che secondo intercettazioni sarebbero serviti per pagare gli stipendi di agosto dei dipendenti del partito romano, precisa che «la Coop 29 giugno ha versato nel settembre 2014 alla Federazione romana del Partito Democratico 7.000 euro a titolo di erogazione liberale». «Il versamento – prosegue la nota – è stato regolarmente registrato con ricevuta rilasciata a norma di legge. Allora nè la Coop 29 giugno nè i suoi dirigenti risultavano indagati». Dalle carte allegate agli ultimi arresti spunta fuori anche una lettera che sempre Buzzi scrive dal carcere di Nuoro al pm Paolo Ielo, uno dei titolari del procedimento. «Non riesco a capacitarmi – scrive – della violenza giudiziaria e di quella mediatica che ha fatto strame di quelle minime garanzie previste per l’indagato: sono già stato condannato a mezzo stampa e oggetto di un linciaggio mediatico senza precedenti». Ma Buzzi secondo il Ros poteva contare su ‘informatori eccellentì tra cui anche un appuntato dei carabinieri di stanza al Quirinale che lo aggiornava sullo stato delle indagini. Partiti, esponenti politici, comitati elettorali, liberi professionisti con incarichi pubblici: è lungo l’elenco dei versamenti di denaro fatto da Salvatore Buzzi, attraverso il Gruppo 29 giugno. «Tutti soldi in chiaro», ha precisato il ras delle cooperative agli inquirenti di Mafia Capitale, che tuttavia vogliono vedere a fondo su questo fiume di contributi: 345 mila euro, l’ammontare complessivo, secondo un’informativa dei carabinieri del Ros che analizza i pagamenti dall’inizio di febbraio 2008 al gennaio dell’anno scorso. Tra i beneficiari, Luciano Dandini (10 mila euro), ex appartenente della Margherita e candidato per la Provincia di Roma; 10 mila euro al «Comitato Bonino Presidente»; 30 mila euro alla Fondazione per la pace; 24.000 alla Fondazione Cinema per Roma; 10 mila all’associazione Idee per Roma; circa 32 mila euro all’avvocato Francesco Antonio Caputo, consulente di vari comuni della provincia di Roma per gli appalti. Proprio parlando di Caputo, in particolare, Buzzi – in una conversazione intercettata – afferma: «i soldi li ha presi da noi sto str.. tutti ci trattano bene perchè noi paghiamo tutti». Diversi contributi, per alcune decine di migliaia di euro, vanno a vari circoli territoriali del PD, al Partito democratico provinciale, al Comitato Pd città di Roma. Dal febbraio 2008 al luglio 2013, annotano gli investigatori, vengono effettuati 6 bonifici con dicitura Pd per un totale di 31.500 euro. Nello schema agli atti dell’inchiesta vengono quindi citati i contributi «per campagna elettorale» in favore di Ignazio Marino, tramite Maurizio Basile mandatario: 10.000 euro il 17 maggio 2013 e 20.000 euro tre giorni dopo. Riguardo a Gianni Alemanno, vengono indicate in suo favore due «erogazioni elettorali per la campagna elettorale» per un totale di 25.000 euro. I versamenti, scrive il Ros, avvengono il 17 aprile 2013, lo stesso giorno in cui viene nominato Giovanni Fiscon direttore generale dell’Ama. Finanziate anche le campagne elettorali di candidati alla presidenza dei municipi (5.000 euro a Sabrina Alfonsi; 4.200 euro a Emiliano Sciascia), quella dell’ex assessore alla casa Daniele Ozzimo (un totale di 20 mila euro) e del consigliere Mirko Coratti (15.000 euro), entrambi del Pd, di Nicola Zingaretti (5.000 euro il 13 dicembre 2012), di Luca Gramazio, di Forza Italia (15.000 euro), di Luigi Nieri, oggi vice sindaco di Roma, con 5 mila euro, di Francesco D’Ausilio (1.000 euro) e Enrica Battaglia (5.000), entrambi membri dell’Assemblea capitolina.Salvatore Buzzi, il ras delle cooperative romane, poteva contare su informatori tra le forze dell’ordine che lo avvisavano sulle indagini e sulla sorte di alcuni appalti. Emerge dalle carte della maxinchiesta della Procura di Roma. Tra questi un appuntato scelto in servizio presso il Reparto Carabinieri Presidenza della Repubblica. Dal settembre del 2013 i carabinieri del Ros hanno registrato almeno 50 contatti telefonici tra Buzzi e l’appuntato.

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