Mafia capitale, Buzzi e il business dei rifiuti: "Ci arrestano a tutti" | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Mafia capitale, Buzzi e il business dei rifiuti: “Ci arrestano a tutti”

I massimi esponenti di Mafia Capitale avevano puntato anche al business dello smaltimento dei rifiuti. Il gruppo criminale aveva stabilito rapporti con chi a Roma, per oltre cinquant’anni, ha rappresentato l’assoluto punto di riferimento in questo lucroso comparto economico: Manilio Cerroni, ora sotto processo a Roma per associazione per delinquere. Dalle carte delle indagini emergono spunti investigativi che potrebbero aprire nuovi fronti all’inchiesta che sta facendo tremare i palazzi della politica capitolina. In una informativa della Guardia di Finanza, finita ora all’attenzione dei pm della Direzione distrettuale antimafia, compare una intercettazione in cui Salvatore Buzzi, il gran cerimoniere delle cooperative romane, si trova in compagnia de «il supremo». Gli inquirenti registrano la conversazione l’11 agosto del 2014. Alle 13.19 Buzzi chiama al cellulare una persona. «Indovina con chi sto perciò non ti potevo rispondere». L’ altro chiede: «Con chi stai?». Buzzi sottolinea: «Con il re dei rifiuti, con Cerrone». «Davvero!! e com’è?». Buzzi spiega: «Poi ti dico, stiamo a tentare di fare delle cose… che ci arrestano a tutti… », conclude la comunicazione con una fragorosa risata. Come per la gestione dei migranti e l’ambiente, il gruppo Carminati aveva puntato la sua attenzione, forse, anche sul grande affare dello smaltimento in larga scala. A tessere le fila, secondo gli inquirenti, sempre e solo Buzzi, il vero braccio operativo del clan. L’ex detenuto modello non lasciava nulla al caso e nelle sue agende appuntava tutto ciò che accadeva, anche eventi che apparentemente non avevano nulla a che fare con la sua attività ‘lavorativà. Nei diari sequestrati dai carabinieri del Ros, ed ora sotto esame di investigatori ed inquirenti, viene trascritto tutto: dall’ «apertura dell’emergenza freddo» e al «terremoto in Giappone». Una sorta di diario di bordo in cui trovavano spazio anche i nomi di politici come Alemanno, D’Alema e Zingaretti, l’ «inizio del Ramadan», una visita dal dentista, l’ «Europa gay pride» piuttosto che le «dimissioni di Berlusconi», «la morte di Lucio Dalla». Nell’agenda spazio anche ad eventi non legati al lavoro come l’appuntamento dal dietologo con relativo calo di peso registrato nei giorni. Tra le pagine dei diari finiti negli atti dell’inchiesta si accavallano e si susseguono nomi e circostanze che nulla hanno a che vedere con Mafia Capitale – come quello del vincitore del premio Strega 2013, Walter Siti, o come un ritaglio di giornale su miopia e interventi con il laser – sono ricorrenti, tra gli altri, nomi e numeri di telefono degli indagati Coratti, Oedvaine, Lacopo, Tredicine e Scozzafava. Sul fronte dell’attività istruttoria sono proseguiti gli interrogatori di garanzia per gli indagati finiti ai domiciliari. Davanti al gip Flavia Costantini, sono comparsi Brigidina Paone, collaboratrice all’assessorato alla Casa, Alessandra Garrone, compagna di Salvatore Buzzi, Angelo Marinelli, già appartenente alla segreteria dell’ex assessore alla Casa Daniele Ozzimo, Mario Monge, dirigente della cooperativa Sol.Co., e Santino Dei Giudici, presidente della società cooperativa Deposito Locomotive San Lorenzo. I primi due si sono avvalsi della facoltà di non rispondere, gli altri hanno risposto e, secondo quanto si è appreso, avrebbero respinto gli addebiti. Domani altra tornata di interrogatori di garanzia. In particolare, saranno sentiti i dirigenti della cooperativa La Cascina.

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