Mafia capitale, Campidoglio: "Presto commissioni dimezzate". Pd in soccorso del caposegreteria: "Irrilevante la telefonata di Decina" | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Mafia capitale, presto commissioni azzerate in Campidoglio. Pd difende la capo-segreteria: “Telefonata irrilevante”, incontro Marino-Orfini

Il segretario regionale Melilli: "La mia era una chiamata a un amico, anche se errore"

Dopo il secondo atto di Mafia Capitale e l’ultima ondata di arresti in Campidoglio si accelera sulla razionalizzazione delle commissioni capitoline. Presto saranno dimezzate, passeranno da 24 a 12, e ci sarà anche l’azzeramento di tutte le presidenze che dovranno poi essere rinominate. È quanto sa sapere il commissario del Pd Roma Matteo Orfini. «Stiamo lavorando sul dimezzamento delle commissioni capitoline che diventeranno 12 – spiega il commissario del Pd Roma Matteo Orfini – Essendo un nuovo atto ci sarà anche l’azzeramento di tutte le presidenze che verranno nominate nuovamente». E a chi gli chiede se con il sindaco Ignazio Marino avessero fissato una tempistica risponde: «I tempi sono quelli dell’Aula ma ci siamo. Stiamo chiudendo il quadro. E poi si procederà. Questione di giorni». Il dimezzamento delle commissioni era un misura a cui stava già lavorando il consiglio comunale ma che ha subito un’ accelerazione anche per effetto dei contraccolpi dell’inchiesta di Mafia Capitale che ha portato all’arresto di quattro consiglieri comunali, di cui due del Pd, tra cui l’ex presidente della Commissione Patrimonio e Politiche Abitative Pierpaolo Pedetti, e vede altri consiglieri tirati in ballo in alcune intercettazioni, senza che siano indagati. «Non ho la palla di vetro. Noi stiamo cercando di fare tutto quello che è possibile, anche chiedendo atti di generosità a chi non ha alcun avviso di garanzia», aveva preannunciato ieri il capogruppo del Pd in Campidoglio Fabrizio Panecaldo. Una prima disponibilità era già arrivata da Alfredo Ferrari, presidente della Commissione Bilancio di Roma Capitale, pronto a rimettere l’incarico di guida della commissione. Un’orientamento maturato nel Pd, insomma, propedeutico all’azzeramento delle commissioni ora annunciato. «Nel giro di 24-48 ore, e quindi in anticipo rispetto alla deadline del 30 giugno che aveva indicato la presidente Baglio, saremo in grado di depositare la delibera che rappresenta la proposta del Pd e su cui ci sarà una verifica con la coalizione e anche con l’opposizione. Poi la prossima settimana partirà iter in Aula». Così il capogruppo del Pd in Campidoglio Fabrizio Panecaldo commentando il progetto di razionalizzazione delle commissioni capitoline che prevede il loro dimezzamento.

«La questione è stata già ampiamente chiarita da Roma Capitale. Si tratta di un’intercettazione in cui non c’è assolutamente nessuna rilevanza nè penale, nè politica. Ed è comunque una cosa che non è andata in porto perchè il Comune l’ha valutata inadeguata». Così il commissario del Pd Roma Matteo Orfini commentando la trascrizione oggi sui giornali di una telefonata tra il capo della segreteria del sindaco Ignazio Marino, Silvia Decina, e Salvatore Buzzi, il boss delle coop, arrestato nell’inchiesta Mafia Capitale.«La telefonata risulta del tutto estranea all’inchiesta della procura della Repubblica poichè non figura come prova a carico dell’arrestato in quanto giudicata penalmente irrilevante». Così l’Ufficio Stampa di Roma Capitale, a proposito della trascrizione pubblicata sui giornali di oggi di una telefonata tra il capo della segreteria del sindaco, Silvia Decina, e uno degli arrestati nell’ambito dell’inchiesta Mafia Capitale, Salvatore Buzzi. «Per quanto invece riguarda il merito della vicenda, nel settembre 2014 – aggiunge la nota – Decina chiama Salvatore Buzzi a proposito di un’iniziativa imprenditoriale di interesse della multinazionale Leroy Merlin, finalizzata all’espansione commerciale della propria attività attraverso l’apertura di un nuovo punto vendita nella zona della Barbuta, periferia sud di Roma nota sino ad oggi solo per l’insediamento di un campo nomadi. Dalla trascrizione del colloquio emerge con tutta evidenza che il colloquio avviene per dare riscontro a Buzzi della presentazione del progetto, che Decina e Buzzi non si conoscono tant’è che è necessaria una preliminare presentazione e che Decina si limiti a comunicare l’interesse dell’amministrazione a verificare la preventiva fattibilità della proposta». L’Ufficio stampa del Campidoglio aggiunge che «quello che i quotidiani non scrivono è che la proposta, a seguito dell’istruttoria compiuta dagli uffici competenti di Roma Capitale, fu giudicata non realizzabile in quanto non compatibile con gli strumenti urbanistici attualmente vigenti. Spiace pertanto che gli organi di informazione non abbiano colto l’occasione per evidenziare che la buona amministrazione può consentire alla magistratura di non intervenire»

«Può essere considerato senza dubbio un errore. Ma penso che sia necessario fare chiarezza. Conosco Mario Morcone da più di 20 anni, siamo amici di famiglia. È proprio in un’occasione conviviale ragionavamo del destino dei nostri figli e delle poche prospettive di trovare un’occupazione stabile. E a lui venne l’idea di chiamare Odevaine per vedere se c’era la possibilità di fare scrivere a mia figlia qualche articolo nella rivista della fondazione per rafforzare il curriculum». Così Fabio Melilli, deputato e segretario del Pd Lazio, intervistato dal Messaggero sulla telefonata a Luca Odevaine, su consiglio del prefetto Mario Morcone, emersa nell’inchiesta di Roma Capitale. Quando ha letto un’intercettazione in cui Odevaine avalla l’operazione perchè un segretario del Pd «fa sempre comodo», Melilli dice di aver provato «grande rabbia perchè da una vicenda inesistente, che si è limitata a un semplice colloquio senza produrre nessun effetto, Odevaine ha immaginato di poter utilizzare il mio ruolo. All’epoca pur non conoscendolo, Odevaine era una persona stimata da tutti». A sua figlia, sottolinea, «fu proposto di collaborare per alcuni mesi gratuitamente e nè fu mai più cercata. Parliamo di un’assunzione che non esiste». «Ho certamente sottovalutato l’episodio quando è scoppiata la prima parte dell’inchiesta». «Le difficoltà ci sono per tutti, o quasi, e non è un caso che mia figlia sia attualmente disoccupata».

intanto Nuovo vertice in Campidoglio tra il presidente del Pd nonchè commissario del partito romano dei dem Matteo Orfini e il sindaco di Roma Ignazio Marino. I due si erano già incontrati ieri per discutere della situazione nella Capitale dopo la seconda ondata di arresti per l’inchiesta su Mafia Capitale. «Ci sentiamo quotidianamente e ci vediamo spesso – commenta Orfini – È semplicemente la norma. Faccio il commissario del Pd Roma ed è normale che parli con il sindaco ogni giorno». E a chi gli chiede se il sindaco Marino parteciperà alla direzione del partito romano in programma oggi pomeriggio risponde: «Non ne abbiamo parlato. In realtà non è previsto che il sindaco partecipi. So che ha anche già altri impegni».

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