Bankitalia: "Nel Lazio tornano a crescere i prestiti". Ma il dramma è un giovane su 4 che non studia e non lavora | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Bankitalia: “Nel Lazio tornano a crescere i prestiti”. Ma il dramma è un giovane su 4 che non studia e non lavora

– Tornano a crescere i prestiti al settore privato nel Lazio (+1%) spinti dai finanziamenti alle imprese (+1,6%) specie quelle di grandi dimensioni dei servizi che hanno varato operazioni straordinarie mentre i crediti alle famiglie sono stazionari. È quanto si evidenzia nella relazione della Banca d’Italia sull’economia del Lazio secondo cui anche a marzo 2015 l’aumento dei prestiti alle imprese sarebbe rimasto sulla stessa intensità. In particolare si registra un miglioramento della qualità del credito con il flusso delle nuove sofferenze che si è ridotto in misura consistente pur rimanendo ancora superiore a quello del 2008. In calo gli sportelli bancari, di 60 unità rispetto al 2013, a quota 2583 unità, molto concentrati nella città di Roma. Nella regione sono tornati a crescere i nuovi mutui (+16,8%) dopo la caduta dei due anni precedenti grazie anche ai tassi in discesa che hanno spinto le rinegoziazioni e le surroghe. I mutui, secondo la Banca d’Italia, vengono di nuovo concessi con più facilità alle persone sopra i 35 anni mentre dopo il calo dovuto alla crisi è ripresa la quota di quelli concessi agli stranieri.Aumenta, nel Lazio, il numero degli occupati nel 2014 ma cresce anche la quota dei giovani tra i 18 e i 29 anni che non lavora non studia nè è coinvolta in attività formazione (Neet) e che oramai sono uno su quattro. È quanto emerge dal rapporto sull’economia del Lazio della Banca d’Italia secondo cui le «condizioni del mercato del lavoro rimangono critiche». Sempre più giovani e laureati della regione inoltre se ne vanno a causa della crisi. Nel triennio 2011-2013 circa 13,7 e 9,3 ogni mille abitanti di queste due categorie si sono trasferiti all’estero o in altre aree del paese. In generale nella regione il numero di occupati è salito (+1,6 punti percentuali il tasso di attività) soprattutto nel settore dei servizi interessando «per larga parte» gli ultracinquantenni. La maggior offerta di lavoro si è riflessa solo in parte sul tasso di disoccupazione cresciuto al 12,5% (+0,5 punti).

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