Benzinaio ucciso, il procuratore chiede 3 condanne: 2 ergastoli | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Benzinaio ucciso, il procuratore chiede 3 condanne: 2 ergastoli

– Confermare i due ergastoli inflitti in primo grado, riformare la sentenza per uno degli imputati assolto dai giudici dell’Assise, con contestuale sua condanna per rapina. Sono le richieste del Pg Arcibaldo Miller nel processo per l’omicidio di Mario Cuomo, il benzinaio ucciso nell’agosto 2011 nel corso di una rapina a Cerenova, nel comune di Cerveteri, e per il tentato omicidio del fratello Giancarlo. Il rappresentante dell’accusa ha chiesto alla I Corte d’assise d’appello della capitale di confermare la condanna all’ergastolo di Gian Paolo Contini e Alessandro De Angelis per omicidio, tentato omicidio e rapina, e di condannare a 12 anni di reclusione per rapina Amerigo Raschielli (quest’ultimo assolto in primo grado). Era il 9 agosto 2011 quando, intorno alle 14, ci fu il tragico assalto al distributore di carburante dei Cuomo. Due persone, con il volto coperto dal casco, esplosero diversi colpi d’arma da fuoco: Mario Cuomo fu ferito alla testa e morì poco dopo in ospedale; il fratello rimase ferito e ne porta ancora i segni (a processo è arrivato sulla sedia a rotelle). Secondo la ricostruzione investigativa e accusatoria, Cuomo si rifiutò di consegnare l’incasso della mattinata ai rapinatori. Ne nacque nata una colluttazione. Uno dei malviventi sparò un colpo contro Giancarlo, ferendolo alla spalla; a quel punto Mario si chinò verso il fratello per aiutarlo, e fu raggiunto da un colpo alla testa. Tutto ciò, sotto gli occhi delle telecamere di videosorveglianza all’interno del distributore, e alla presenza del figlio della vittima che si rifugiò nel retrobottega. Quasi un anno dopo, furono arrestati Contini, De Angelis e Raschielli, i primi due ritenuti gli autori della rapina conclusasi tragicamente, il terzo ritenuto uomo che fornì supporto agli altri (ci sarebbe stato anche un ulteriore rainatore, morto alcuni mesi dopo i fatti). A incastrare i malviventi fu anche il Dna lasciato sullo scooter usato per il colpo. A ottobre dello scorso anno, la sentenza di primo grado con le due condanne all’ergastolo e l’assoluzione del terzo imputato; a fine mese la sentenza d’appello.

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