Omicidio Piccolino, la polizia ferma il presunto assassino: aveva perso la causa per l'abitazione | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Omicidio Piccolino, la polizia ferma il presunto assassino: aveva perso la causa per l’abitazione

A Latina la Polizia di stato ha fermato una persona presumibilmente coinvolta nell’omicidio dell’avvocato Mario Piccolino il blogger antimafia ucciso a Formia lo scorso 29 maggio. – Le squadre mobili di Roma e Latina, hanno fermato un uomo, imprenditore incensurato di 59 anni originario di Sessa Aurunca, nel casertano. Il presunto killer verrà trasferito nel carcere di Cassino dove domattina verrà effettuata l’udienza di convalida del fermo.- L’arrestato è Michele Rossi, originario di Cellole (Caserta). Sarebbe stato lui, secondo la polizia, a sparare a Piccolino con una pistola calibro 22 detenuta illegalmente. È stato individuato grazie alla descrizione sommaria fornita da un testimone presente nello studio al momento dell’omicidio. La polizia ha poi esaminato le immagini delle videocamere di sorveglianza nella zona, individuando un uomo compatibile con quello descritto. Il sospetto, immortalato in altre immagini a bordo di un pick up, è stato identificato attraverso la targa del mezzo. Il testimone ha riconosciuto Rossi nelle foto. Un controllo nei fascicoli dell’archivio di Piccolino ha permesso di trovare il collegamento e il movente del delitto. Rossi aveva avuto infatti un acceso contenzioso con Piccolino, il quale aveva rappresentato la controparte in una causa per il possesso di una grotta, in realtà un’abitazione scavata nel tufo, sull’isola di Ventotene (Latina). La vicenda si concluse nel 2003 con una sentenza della Cassazione che reintegrava gli assistiti di Piccolino nel possesso della grotta. Ma la causa era finita in una denuncia penale contro Rossi, che avrebbe sviluppato un forte rancore. Il 22 settembre scorso Piccolino aveva pubblicato sul suo blog un articolo con precisi riferimenti a Rossi. – Il movente dell’omicidio dell’avvocato Piccolino, conosciuto per le sue battaglie contro l’illegalità, non sarebbe tuttavia legato alla sua attività antimafia. Secondo quanto si è appreso i motivi dell’omicidio riguarderebbero una causa civile nel quale il presunto omicida era coinvolto: Piccolino avrebbe difeso alcune persone che nella causa si opponevano al presunto killer.

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