Ebola, tracciata la mappa dell'evoluzione genetica del virus | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Ebola, tracciata la mappa dell’evoluzione genetica del virus

Da quando è ricomparso in Guinea nel 2014, dando inizio all’ultima e più grave epidemia africana di febbre emorragica, il virus Ebola si è ‘trasformatò, ed ora una prima ‘mappà della sua evoluzione genetica è stata pubblicata sulla rivista Nature, frutto dello studio internazionale ‘Evident’ di 108 autori di 50 istituzioni tra i quali 8 ricercatori dell’Istituto nazionale per le malattie infettive ‘Spallanzanì di Roma. La ‘mappà rivela una notizia importante: il virus cambia, ma molto lentamente, e questo dato è fondamentale poichè lascia ben sperare sull’efficacia delle terapie attuali ed i vaccini in sperimentazione. Lo studio è stato finanziato con 1,7 mln di euro dal programma di ricerca dell’Unione Europea Horizon 2020, con una procedura straordinaria per sostenere la ricerca su Ebola. L’Africa occidentale, ricordano gli autori, «sta assistendo alla più grande epidemia da virus Ebola della storia. Fino ad oggi si sono registrati 27.013 casi e 11.134 morti». Oggi l’epidemia sembra essere sotto controllo, ma non è conclusa: ancora circa una decina i nuovi casi registrati infatti nell’ultima settimana nei Paesi colpiti. Per la prima volta, Nature ha dunque pubblicato l’analisi temporale e spaziale dell’epidemia 2014-15, ripercorrendo ‘le tappè del virus e le sue trasformazioni: si sapeva che il contagio era iniziato a dicembre 2013 per la trasmissione da un pipistrello ad un bambino di 2 anni, ma non era chiaro come si fosse poi diffuso. Lo studio descrive dunque l’evoluzione genica del virus che, nell’attuale epidemia da marzo 2014 a gennaio 2015, ha registrato più varianti e sottovarianti. Anche un altro studio americano, pubblicato oggi su Cell, evidenzia che il virus è mutato, ma soprattutto all’inizio dell’epidemia. Nel lavoro su Nature, i ricercatori hanno analizzato e sequenziato 179 campioni di sangue di pazienti grazie al laboratorio Mobile Europeo. Sulla base dei risultati è stato così possibile tracciare una ‘mappà della sua evoluzione: dalla Guinea, Ebola si è trasferito in Sierra Leone, con molta probabilità nel mese di aprile-maggio. I virus della variante Guinea/Sierra Leone si sono poi mescolati intorno a giugno-luglio 2014. Le sequenze virali dei campioni di agosto, settembre e ottobre 2014 indicano poi che il virus è evoluto in maniera indipendente all’interno della Guinea. Il dato «fondamentale che emerge dallo studio – spiega Giuseppe Ippolito, direttore scientifico dello Spallanzani e tra gli autori della ricerca – è che il virus, dunque, cambia, ma lo fa molto lentamente. Ciò ha una conseguenza importante: i cambiamenti genetici del virus, infatti, proprio perchè estremamente lenti, non sono tali da bloccare l’efficacia delle terapie sperimentali attuali e dei vaccini allo studio. I dati indicano cioè che i cambiamenti genetici nel virus non sono così rapidi come precedentemente ipotizzato e che le mutazioni nella glicoproteina virale, che è il traguardo per immunoterapie e nuovi vaccini, non sono rilevanti, e questo fa sperare che i nuovi ceppi non saranno resistenti alle terapie allo studio». E proprio sul fronte vaccini, poichè nuove epidemia non si possono escludere, conclude Ippolito, i tempi si stringono: «Entro il 2015 avremo i primi risultati dei test di fase II e III per i vaccini preventivi, sperimentati cioè su soggetti sani che abbiano avuto contatti con pazienti infetti».

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