Mafia capitale, il prefetto Gabrielli: "Hanno azzoppato la cooperazione" | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Mafia capitale, il prefetto Gabrielli: “Hanno azzoppato la cooperazione”

«E adesso che secretiamo questa parte dell’audizione diranno che sto parlando dello scioglimento del Campidoglio». Scherza il prefetto Franco Gabrielli davanti alla Commissione parlamentare d’inchiesta sui centri d’accoglienza. Si parla di immigrazione, ma il tema si intreccia per forza con quello di Mafia Capitale, come ieri per l’audizione del procuratore di Roma Giuseppe Pignatone. Del resto il fenomeno criminale-corruttivo ha azzoppato gran parte della cooperazione sociale a Roma«, dice Gabrielli, e con il bando di gara di febbraio della prefettura, »dopo gli eventi di Mafia Capitale«, sono stati coperti solo 825 posti su 3185 previsti. Il prefetto si prende una pausa dal rapporto degli ispettori sul Comune e illustra ai deputati i numeri dei centri d’accoglienza per profughi a Roma, in provincia e nel Lazio. »È il territorio che dopo la Sicilia ha risposto di più alle esigenze del Viminale«, dice Gabrielli. Ora la prefettura lavora a un nuovo bando di gara, »ma i Comuni si sono mostrati estremamente poco disponibili« ad accogliere richiedenti asilo. »Eppure l’unico modo per gestire in modo intelligente le criticità è che siano quanti più territori possibili a governarle«, afferma. I commissari lo incalzano sui transitanti – i rifugiati che non vogliono restare in Italia – e qui Gabrielli chiede di staccare il collegamento con cui la stampa segue l’audizione. Poi in particolare Erasmo Palazzotto di Sel e Khalid Chaouki del Pd chiedono a Gabrielli del Cara di Mineo (Catania), finito nelle inchieste con il sottosegretario Giuseppe Castiglione e il »facilitatore« Luca Odevaine. »Non ho responsabilità, Mineo me lo sono trovato così – dice il prefetto, nel 2011 da capo della Protezione civile nominato commissario all’emergenza Nordafrica -. Odevaine lo nominò Castiglione« e la gara portò dei risparmi. Per Gabrielli »il tema chiave è quello dei controlli«, che l’inchiesta ‘Mondo di Mezzò ha mostrato essere mancati. »Lo scriverò nella mia relazione« sulle infiltrazioni mafiose in Campidoglio, dice il prefetto. Studiando le carte però si è convinto che quelle di Salvatore Buzzi siano anche »smargiassate«. Come quando dice di essersi »comprato la prefettura« di Roma. »Piena fiducia nei miei collaboratori«, dice Gabrielli, il viceprefetto vicario Clara Vaccaro al fianco. Intanto si valuta se commissariare la coop ‘biancà La Cascina.

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