Torna a teatro l'Eneide di Krypton | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Torna a teatro l’Eneide di Krypton

Tutto il teatro, tutta la platea è coperta dalla superficie di un mare blu, percorsa da grandi onde che procedendo nel loro movimento sommergono o fanno emergere le teste degli spettatori, mentre sopra si agitano le nuvole di un cielo tempestoso e lampeggiante. Un momento sorprendente e coinvolgente, realizzato con effetti laser e proiezioni, che subito fa sì che la parola spettacolare sia la prima a venir in mente per descrivere questa riproposta di Eneide di Krypton scritta, diretta e interpretata da Giancarlo Cauteruccio che fa rivivere, rinnovandolo profondamente, un suo spettacolo storico del 1983 in cui musica, visioni, parole e luci si fondevano e confondevano in modo del tutto nuovo. Lo spettacolo, che ha debuttato all’Argentina per la stagione del Teatro di Roma, sta definendo la propria tournee estiva che partirà il 27 e 28 giugno dal chiostro di Alì Terme in provincia di Messina e avrà, tra le altre tappe, quella al Castello dell’Accaiolo di Scandicci a luglio, mentre la tournee invernale ripartirà l’11 e 12 dicembre dal Teatro Verdi di Pisa. La spettacolarità e gli effetti di cui sono capaci oggi queste proiezioni e luci laser ben utilizzate, riescono a portarci tra scoscesi paesaggi di un’isola o sulle coste libiche come nel mezzo del foro di un’antica città affollato di colonne o nel balenare di fiamme rosse, lingue lunghe di un fuoco che brucia e divide. Una spettacolarità che rischia di distrarre, diventar persino un pò ripetitiva e invadente, se non ci fosse a sostenerla la grande e storica musica dei Litfiba, composta proprio per l’Eneide di 30 anni fa, che dà corpo a una sorta di grande concerto rock, sul quale e nel quale però si inseriscono anche le parole di Virgilio, sostenute dalla fisica presenza del protagonista-narratore e di alcune altre figure, non più solo proiezioni, immagini, come fu la prima volta, tra le sciabolate di laser, allora una novità audace, che rispetto a quelle di oggi parrebbero povera cosa. Le musiche sono eseguite, ricreate e reinterpretate dal vivo da Antonio Aiazzi, Gianni Maroccolo e Francesco Magnelli, cui si aggiunge talvolta la voce di Ginevra Di Marco, e si confrontano e fondono, passata l’epoca degli spettacoli immagine senza parole, con un testo poetico, incisivo e preciso, che si sofferma sull’approdo di Enea sulle coste libiche e Didone invece parla della sacralità dell’accoglienza degli stranieri in fuga dalla guerra, dall’incendio di Troia, facendoci capire con chiarezza a cosa si allude e di cosa in fondo si parla. Sono passati trent’anni dalla storica «Eneide» di Krypton e questa rivisitazione ne misura la distanza e si immerge nell’oggi, proponendo temi scottanti attraverso il poema virgiliano fondante di Roma e della nostra Italia, per farci riflettere anche sul tempo che passa, come fa Giancarlo Cauteruccio che va in scena a dar corpo a tutto questo, con la sua figura tutt’altro che statuaria e eroica, appesantita dagli anni, ma non meno centro umano, anzi più umano, dello spettacolo, che nella sua riflessione e nella sua provocazione unisce palcoscenico e platea, abolendone quasi e illusoriamente i confini.

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