Mafia capitale, "L'onestà non basta": il governo in pressing su Marino. Il sindaco contrattacca: "Con un passo indietro tradirei i romani" | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Mafia capitale, “L’onestà non basta”: il governo in pressing su Marino. Il sindaco contrattacca: “Con un passo indietro tradirei i romani che mi hanno eletto”

Dal palco della festa dell'Unità il sindaco se la prende con suoi predecessori, anche con chi "ha governato negli ultimi 35 anni" e rilancia: "Avanti fino al 2023"

«Ho un dovere morale. Non posso fare un passo indietro neanche di un millimetro. Io non sono stato eletto dai capibastone ma da voi cittadini. Io non vi tradirò. Andremo avanti fino al 2023 e faremo lì il nostro bilancio». Il sindaco Ignazio Marino rassicura così romani e militanti del Pd nel suo discorso-show alla festa dell’Unita. Il primo cittadino non si tira dunque indietro davanti alla sfida lanciata da Matteo Renzi, che in questi giorni lo ha sferzato più di una volta. Anzi, Marino vuole dimostrare di essere all’altezza di governare la capitale. Il sindaco-chirurgo ora deve ‘operarè davvero Roma. E alla «destra senza vergogna» invece dice: «Tornate nelle fogne», parafrasando un vecchio slogan caro alla sinistra di un tempo. Parole dure anche nei confronti del suo predecessore, Gianni Alemanno, che quando lui divenne sindaco «voleva segnalarmi due nomi per alcuni consigli di amministrazione». Circostanza smentita a stretto giro dall’ex sindaco. «Marino ormai è al delirio – dice Alemanno – si inventa telefonate tra noi che non ci sono mai state». Alla Festa dell’Unità il primo cittadino, assediato dai giornalisti e incitato dalla folla al grido ‘Non mollarè, presenta la sua ‘ricettà per riscattare la Capitale. Non è più tempo di dribblare le criticità di cui ogni giorno si lamentano i romani. Ora è tempo di fare e fare bene. Obiettivo: migliorare la vita dei romani, inviando così ai piani alti i segni di un buon governo. Per questo Marino scommette sulla ‘giunta del farè. Le priorità saranno la manutenzione delle strade e il decoro, soprattutto in vista dell’appuntamento Giubileo. Tanto che annuncia che dal 24 giugno i camion bar spariranno dal Colosseo e dal centro storico. Ma anche trasporti – «Dal 29 giugno apriranno le sei nuove stazioni della metro C», rigenerazione urbana, il 24 giugno verrà svelato il nome del team vincitore che si occuperà della realizzazione della Città della Scienza, e legalità. E proprio su quest’ultimo punto la road map del chirurgo dem prevede entro alcuni giorni il rinnovamento della macrostruttura amministrativa e l’arrivo la centrale unica appaltante per l’acquisizione di beni e servizi. Ma al momento il più grande ostacolo ai progetti del sindaco potrebbe essere proprio la sua giunta, dove alcune indiscrezioni parlano di ‘crepè insanabili e due assessori ‘fortì ad un passo dall’addio. Guido Improta, titolare dei Trasporti, renziano e uno dei ‘big’ dell’esecutivo capitolino, e la ‘lady dei contì Silvia Scozzese starebbero valutando le loro dimissioni. Anche se l’assessore al Bilancio era stasera presente alla Festa dell’Unità ad ascoltare il sindaco che l’ha ringraziata pubblicamente per il lavoro svolto. Il chirurgo sale sul palco della festa del Pd ‘armatò di un Powerpoint dal titolo «Le scelte per cambiare Roma». Diciassette slides per raccontare ai militanti e ai romani cosa ha fatto in questi due anni al timone del Campidoglio. Snocciola cifre, numeri, dati e fa un bilancio, che per molti ha il sapore di una risposta con fatti concreti alle parole-macigno di Matteo Renzi che pochi giorni fa aveva detto «Marino se sa governare governi o vada a casa». La Capitale è cambiata sotto la sua guida, assicura il sindaco: «Per la prima volta nella sua storia Roma ha una strategia sostenibile per il ciclo dei rifiuti» dice. E ancora «Dopo 16 anni Roma ha un piano della mobilità», «Oggi a Roma le infrastrutture si realizzano davvero», «Roma unica città in Italia ad aver approvato il bilancio previsionale 2015 entro fine 2014», «Per la prima volta a Roma si contrastano monopoli e racket». E poi ricorda il registro delle unioni civili, «Roma oggi è una capitale civile del mondo» chiosa, e il suo progetto ‘mecenatì, «in 2 anni Roma torna credibile e attrae investimenti per miliardi e ora iniziano i cantieri» conclude Marino. Come a ribadire, ancora una volta: «Io non mollo. Continuo a fare il mio lavoro: il sindaco».

– «L’onestà non basta. E se sarà necessario procederemo con lo scioglimento del Comune». Questa volta il pressing del governo sul sindaco di Roma, Ignazio Marino – alle prese con le tensioni di giunta ed il probabile addio di due super-assessori, Guido Improta (Trasporti) e Silvia Scozzese (Bilancio) – arriva dal ministro Maria Elena Boschi che ribadisce di fatto la linea espressa in questi giorni dal premier Matteo Renzi, condivisa anche dal vicesegretario del partito, Debora Serracchiani. «L’onestà è indispensabile per chi fa politica ma da sola non basta – spiega Boschi -: i cittadini chiedono che Roma sia gestita bene. Marino deve essere all’ altezza di questa sfida e deve gestire questo passaggio difficile. Solo lui può sapere se se la sente». E sull’ipotesi scioglimento del Comune per mafia, anche la Boschi rimanda tutto alla relazione del prefetto Franco Gabrielli. «Ci auguriamo che gli esiti non comportino lo scioglimento – ribadisce -. Ma è nostro dovere metter al primo posto il rispetto della legge e della legalità. Se emergeranno elementi il governo si prenderà la sua responsabilità». E anche il commissario del Pd Roma, Matteo Orfini ora converge sul ritenere la relazione del prefetto «punto di svolta» per ogni decisione. E così a prendere le difese del sindaco, che tenta di schivare il fuoco amico, ci pensa il gruppo di Sel in Campidoglio, fino a ieri tra i più critici sulla politica di Marino. «Sia Renzi che la Boschi concentrano l’attenzione su Roma per nascondere le sconfitte elettorali del Pd e le difficoltà di governo su temi come la scuola e le politiche di contrasto alla crisi – tuona il capogruppo, Gianluca Peciola -. Gli strumenti per aiutare Roma ce li hanno, li utilizzassero». «Disprezzo anch’io gli attacchi di Renzi», afferma Giuseppe Civati, durante l’assemblea fondativa di Possibile. Insomma, Marino si prepara ad un’estate incandescente, con alcune grane che potrebbero pesare sul suo futuro già di per sè traballante, dalla questione Giubileo (che vedrà molto probabilmente Gabrielli come «coordinatore») a quella della giunta che rischia di perdere presto due pezzi importanti come Improta e Scozzese. I due assessori non avrebbero gradito la richiesta che sarebbe arrivata dal sindaco di non rispettare il patto di stabilità, e, secondo i rumors capitolini e del Pd romano, la regia arriverebbe proprio da Palazzo Chigi. Un pressing sul sindaco per dire: o rafforzi la squadra di governo, con un rimpasto, o è meglio che lasci. Ma Marino a fare un passo indietro non ci pensa e anzi stasera, dal palco della Festa dell’Unità, rilancerà illustrando la sua «politica del fare»: dalla lotta ai camion bar, all’ apertura del nuovo tratto della metro C al problema dei rifiuti. Anche nel Pd romano, poi, i problemi non mancano, con il caso-Barca esploso dopo la relazione sui circoli presentata due giorni fa dall’ex ministro. Le strutture etichettate come «dannose» continuano a manifestare il proprio disappunto, con alcuni segretari di circolo, come quelli di Borghesiana-Finocchio e Torre Maura, che hanno presentato le loro dimissioni, poi respinte dal sub-commissario Gennaro Migliore. Il dossier ha incrinato ancora una volta i rapporti interni del partito, con Orfini che parla di «allergia alla valutazione». «I circoli che hanno avuto un risultato negativo non c’entrano nulla con la mafia o con la corruzione – sottolinea -. Sono semplicemente circoli che non funzionano bene. In nessuna parte di questa città un partito delle nostre dimensioni, se funziona, può diventare un feudo». «Ci sono stati errori di valutazione, dicono in molti. Sicuramente è così», ammette il presidente Pd che si assume la «responsabilità» delle «scelte che serviranno a recidere i rami secchi». Che si traduce in chiusure e commissariamenti, già da domani.

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