La pajata torna sulla tavola romana
Dopo quattordici anni tornano sulle tavole degli italiani la Pajata romanesca e tutti i salumi che per tradizione sono confezionati con il budello di bovino. Con la pubblicazione infatti nella odierna Gazzetta Ufficiale Ue del Regolamento 2015/1162 è diventata effettiva la modifica alla lista, votata lo scorso 17 marzo, di porzioni di organi e tessuti considerati materiale animale da eliminare dopo l’allarme scaturito dai casi riscontrati nel 2001 di encefalopatia spongiforme bovina o Bse (meglio nota come «Mucca pazza»). In conseguenza di questa emergenza sanitaria, la Ue aveva nesso praticamente al bando la colonna vertebrale dei bovini e l’intero pacchetto intestinale. Con la triste conseguenza di vedere sparire dalla tavola prelibati piatti della tradizione qual’è la pajata romanesca. O l’alternativa di doversi adattare a consumare prodotti sostitutivi, come le interiora di agnello, che non rendevano però come l’originale. Il via libera deciso dalla Ue è conseguenza dell’assenza ormai dal 2009 di casi di mucca pazza in Italia. Nel maggio 2013 l’Italia aveva ufficialmente conseguito lo status sanitario di «Paese a rischio trascurabile per Bse». «Grazie alla nostra battaglia sulla sicurezza si amplia la gamma dei prodotti esportabili ed è una buona notizia per il Made in Italy», è il commento del ministro della Salute, Beatrice Lorenzin. «Un risultato eccellente – continua il ministro – che ripaga il nostro Paese degli sforzi compiuti in materia di controlli negli ultimi quattordici anni dai servizi veterinari del Ministero della Salute e da quelli regionali». «Questa decisione mette fine ad un doloroso divieto – osserva il presidente di Coldiretti Roberto Moncalvo – e apre le porte al definitivo ritorno del piatto più tipico della tradizione romana nella sua forma originale ma anche a tutti i salumi che per tradizione sono confezionati con il budello di bovino». Coldiretti sottolinea però che i non tutti i bocconi prelibati della tradizione sono sdoganati, rimane infatti il divieto per il cervello fritto di bovino adulto. Nella lista dei materiali a rischio dell’Unione Europea che devono essere eliminati restano il cranio, esclusa la mandibola e compresi il cervello e gli occhi, nonchè il midollo spinale degli animali di età superiore ai 12 mesi.
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