Campidoglio, Causi libero dalla commissione Finanza: "Io vicesindaco? Sarei onorato ma nessuna notizia" | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Campidoglio, Causi libero da commissione Finanze: “Vicesindaco? Onorato ma nessuna notizia”

Dopo le dimissioni di Nieri, torna il nome dell'ex assessore al Bilancio. Ma Sel rilancia: "Il governo dimostri quanto ha a cuore la Capitale", attacca il vicegovernatore Smeriglio

Si rafforza l’ipotesi che Marco Causi, deputato Pd ed ex assessore al Bilancio di Roma con Veltroni sindaco, sia chiamato a ricoprire la carica di vicesindaco di Ignazio Marino dopo le dimissioni di Luigi Nieri. Causi, infatti, non sarà il nuovo presidente della Commissione Finanze della Camera dei Deputati, un ruolo forte in Parlamento che di fatto avrebbe chiuso la porta al suo passaggio in Campidoglio.  A prendere il posto di Daniele Capezzone in commissione Finanze sarà il deputato di Ap Maurizio Bernardo, come annunciato, a quanto si apprende, dal capogruppo del Pd Ettore Rosato nel corso della riunione del gruppo a Montecitorio. Sull’ipotesi nei giorni scorsi lo stesso Causi era stato possibilista, affermando in un’intervista di essere disponibile in caso di esplicita richiesta da parte del sindaco Marino e del Pd.  «Se il sindaco Marino e il presidente del Consiglio dovessero ritenere che il mio lavoro, spostato dalla commissione Finanze sul Campidoglio, possa essere utile alla città e al Paese, ne sarei onorato, però ancora non ho avuto nessuna richiesta ufficiale, ho solo letto indiscrezioni giornalistiche». Lo ha detto ad Omniroma il deputato del Pd, Marco Causi, a conclusione delle operazioni di voto in commissione Finanze, che hanno portato all’elezione di Maurizio Bernardo, sull’eventualità che possa affiancare il sindaco Marino come vice nella giunta capitolina. Secondo quanto riferito dallo stesso Causi, in ogni modo non «ci sarebbe incompatibilità tra il ruolo di deputato e quello di vicesindaco di Roma» ha detto. «Anzi – ha precisato – se posso dare una mano alla città, lo posso fare in modo ancora più forte se presidio le questioni parlamentari».

«Secondo noi ci vuole un pò di chiarezza. Bisogna capire quanto il governo nazionale ha a cuore la Capitale del paese, quali saranno le azioni che mette in campo ad esempio per il Giubileo, perchè siamo a quattro mesi dall’inizio e ancora non c’è certezza. Nel pacchetto complessivo c’è un punto: Roma non può essere abbandonata dagli altri livelli di governo, vale per la Regione Lazio e anche per il governo nazionale». Così il vicepresidente della Regione Lazio Massimiliano Smeriglio, dirigente nazionale di Sel, in merito alla crisi della giunta capitolina. «Fatte queste verifiche, e determinatesi le precondizioni possiamo discutere di altro – ha aggiunto – Noi abbiamo assistito alle dimissioni di una persona, Luigi Nieri, a cui teniamo molto. Abbiamo assistito all’accoglimento delle dimissioni da parte di Marino. In questo momento l’appoggio esterno è un dato di fatto: non stiamo più in giunta, appoggiamo la coalizione di governo. È una fase transitoria e, tra quello che deve fare il governo, la relazione di Alfano e il passaggio in Antimafia, da qui a 10 giorni bisognerà capire. Non è una fase che può durare a lungo. Ai romani non interessa chi sarà l’assessore, o il vicesindaco, o i problemi interni alle forze politiche, o alle correnti del Pd. I romani – ha concluso Smeriglio – sono drammaticamente interessati a capire come funzionerà la metro, l’asfalto delle strade, la pulizia dei parchi di periferia». – «Non abbiamo mai fatto una questione nè di nomi nè di organigrammi, nè lo faremo. Ci interessa capire il rapporto col governo nazionale, quali sono le priorità da cui ricominciare e quale sarà la migliore squadra possibile per affrontare questa fase. Auspichiamo il massimo di innovazione e discontinuità». Così il vicepresidente della Regione Lazio, Massimiliano Smeriglio, a margine di un evento all’Università ‘La Sapienzà, a chi gli chiede se in una ‘fase 2’ del Campidoglio, Sel possa «accettare meno del vicesindaco».

»Abbiamo due servitori dello Stato – ha detto il sindaco di Roma Ignazio Marino, interpellato a margine del seminario sulle schiavitù moderne in Vaticano su ‘mafia capitalè – il prefetto Gabrielli e il ministro Alfano, che devono esprimere un giudizio: se questa amministrazione è o non è infiltrata dalla mafia. Il procuratore Pignatone, ascoltato due volte in commissione antimafia, ha detto con parole che sono agli atti, che c’è una discontinuità tra l’amministrazione di Gianni Alemanno e quella di Ignazio Marino. Con l’amministrazione Alemanno la criminalità organizzata è riuscita ad arrivare ad avere un contatto diretto con i vertici dell’amministrazione. Questo contatto si è interrotto con la mia elezione«. «A Roma politici ed amministratori corrotti nel passato recente hanno sfruttato il dramma dei migranti per arricchirsi, dimostrando di considerare le persone, per di più in condizioni di estrema fragilità, merce di scambio, semplici oggetti a cui assegnare un prezzo. Si sono serviti dei poveri, anzichè servire i poveri, per usare le parole di papa Francesco». Così il sindaco di Roma, Ignazio Marino, è intervenuto al seminario sulle schiavitù moderne in Vaticano. «La giustizia sta ora perseguendo i colpevoli e la nostra amministrazione lavora per ristabilire accoglienza, umanità e trasparenza nei servizi sociali», ha aggiunto il sindaco.

– La presidente Bindi vorrebbe che della vicenda mafia Roma – su cui la Commissione Antimafia ha svolto numerose audizioni in questi mesi – si occupasse dell’ argomento ma al momento non c’è accordo con il suo partito, il Pd. Le regole prevedono che in mancanza di accordo sull’ordine del giorno decida il presidente ma solo nelle prossime ore si riuscirà a capire che piega la vicenda assumerà.

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