Trasporti, follia sulla metro: treno viaggia con le porte aperte. Ritardi a Tiburtina, aggredito il macchinista | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Trasporti, follia sulla metro: treno viaggia con le porte aperte. Ritardi a Tiburtina, aggredito macchinista

L'assessore dimissionario Improta, nel caos di questi giorni, torna sul possibile fallimento di Atac, ipotesi che allontana assicurando l'intervento del governo

– Come se non bastassero i disagi dovuti prima al presunto «sciopero bianco» dei macchinisti e poi ai continui malfunzionamenti e ritardi del trasporto pubblico, ora i passeggeri della metro di Roma devono fare i conti anche con qualcosa di tanto inusuale quanto pericoloso. Ieri sera in tanti, ammassati su uno dei vagoni della Metro B, hanno vissuto momenti di terrore quando le porte si sono aperte improvvisamente nel tragitto che collega la stazione Termini con la fermata di Castro Pretorio. La scena è stata immortalata in alcuni video di chi in quel momento si trovava sulla metro e ben presto hanno fatto il giro del web. L’Atac, l’azienda municipale per i trasporti, ha anche avviato un’indagine interna per verificare cosa non abbia funzionato e se si sia trattato di un problema tecnico o umano. Nel video, infatti, si vede il macchinista che armeggia nel vano situato nella parte superiore della porta scorrevole, probabilmente nel tentativo di bloccare le porte. «Siamo rimasti fermi per oltre venti minuti alla stazione Termini – racconta Nazzareno, l’autore del video -, ci avevano detto di scendere ma abbiamo deciso di restare. Siamo esasperati, non ce la facciamo più. Ogni giorno ce n’è una nuova, per arrivare al lavoro ormai è un’odissea. Per questo abbiamo deciso di restare sul vagone e non scendere. Abbiamo anche chiamato i carabinieri». Una volta bloccate le porte, il macchinista innesta la marcia e si avvia verso Castro Pretorio, quando – d’un tratto – si aprono le porte lasciando senza parole i passeggeri. «Ci sono stati momenti di panico – ricorda uno di loro -. Una signora ha anche provato ad azionare il freno d’emergenza, ma inutilmente. Non funzionava neanche quello». «Stavolta siamo arrivati proprio al capolinea, è il caso di dirlo – commenta un altro passeggero -. Ogni giorno la metro è piena di mamme con bambini. E se ci scappava il morto?». Sulla vicenda è stato anche presentato un esposto in Procura da parte del Codacons per «attentato alla sicurezza dei trasporti». A mitigare l’ira dei passeggeri arrivano buone notizie da parte dei sindacati che oggi hanno trovato un accordo scongiurando lo sciopero inizialmente in programma lunedì 27 luglio. «La Prefettura di Roma ci ha chiesto un atto di responsabilità – afferma l’Orsa, che aveva indetto la protesta insieme con l’Ugl -, vista la situazione critica dei trasporti a Roma. Noi del Cos, pur rimanendo convinti che tutte le responsabilità dei disservizi ricadono sull’azienda, abbiamo accettato non senza sofferenza la revoca. Non è una resa, è stato un vero e proprio atto di responsabilità che dimostra quanto siamo lontani da presunti scioperi bianchi».

Un treno è fermo sui binari, a quanto risulta per un guasto tecnico, e anche stavolta i passeggeri sono esplosi. Un gruppo di viaggiatori inferociti si è scagliato contro la cabina del macchinista. Per sedare gli animi è stato necessario l’intervento di agenti della Polfer e di vigilanti della stazione. Fuori due volanti della polizia. Forti ritardi sul resto della linea”.

“L’assessorato ribadisce che l’azione portata avanti da giugno 2013 a luglio 2015 ha chiarito inequivocabilmente la situazione economico-finanziaria di Atac e che solo una lettura superficiale e strumentale può limitarsi a trarre delle conclusioni prendendo in considerazione il solo risultato economico-gestionale”. Scrive nella nota: “Tale indicatore, nel caso dell’Azienda di trasporto pubblico locale, è fortemente influenzato dalla pulizia contabile che negli ultimi due esercizi l’azionista ha imposto alla controllata, nonché dai trasferimenti largamente insufficienti di cui l’Azienda ha beneficiato negli ultimi sette anni, come in più di una occasione e in tutte le sedi istituzionali si è avuto modo di dimostrare, senza smentita alcuna”.

 

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