Ostia, Cgil: "All'Asl Roma D nei pronto soccorso aumentati tempi di attesa" | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Ostia, Cgil: “All’Asl Roma D nei pronto soccorso aumentati tempi di attesa”

– Sono aumentati i tempi d’attesa al pronto soccorso dell’ospedale Grassi di Ostia. Secondo i dati forniti dalla Cgil Asl RmD a giugno 2015 i pazienti registrati come codice giallo sono rimasti in sala d’aspetto in media 82 minuti: il 17 per cento in più rispetto ai 70 minuti di giugno 2014. Per i codici verdi il tempo trascorso in attesa di essere visitati da un medico del pronto soccorso, è salito da un’ora e 50 a due ore (+10 %). «La situazione è drammatica – spiega Nino Cali, delegato Cgil Asl RmD – il problema fondamentale del pronto soccorso è la carenza di personale infermieristico qualificato alle emergenze, al triage e al pronto soccorso. Lo scorso anno a giugno c’erano 26 infermieri qualificati h24 più un infermiere h12 non esperto per le emergenze: a luglio erano 26 più tre e ad agosto 26 più quattro h12. Quest’anno i pazienti del pronto soccorso vengono accuditi da 17 infermieri h24 più altri 8 non esperti di triage e pronto soccorso. Il risultato sono turni di 12 ore e infermieri che si spostano a secondo delle urgenze, perché in caso di emergenza l’infermiere non qualificato non può rimanere da solo. Non c’è il numero necessario di personale qualificato per gestire le emergenze che in estate sono di norma più gravi e complesse. Tra ferie e malattie c’è il rischio che i professionisti esperti in turno siano solo due, quando ne servirebbero almeno sei». A maggio 2015 il pronto soccorso ha avuto 4.707 pazienti (200 codici rossi, 1.298 gialli e 3.103 verdi). Sono stati 4.684 gli accessi di giugno dello scorso anno (207 codici rossi, 1.323 gialli e 3.048 verdi). Nel 2014 a giugno sono stati visitati 4.953 malati (214 codici rossi, 1.381, gialli e 3.251 verdi), pochi meno a luglio, 4.926 (188, 1.379 e 3.251). «Dallo scorso anno – aggiunge Cali – c’è stata l’apertura della Casa della Salute che sulla carta dovrebbe intercettare i codici non gravi. Evidentemente però la strategia non sta funzionando. In proporzione i codici verdi sono rimasti sulle stesse cifre del 2014. Tra l’impossibilità di ?avere accessi registrati anche ai fini Inail e la mancanza di strumentazione, il risultato è che in molti casi le persone o non si rivolgono alla Casa della Salute oppure vengono reindirizzati sul pronto soccorso del Grassi, anche per una banale antitetanica. O si decide di investire sulla medicina territoriale e sgravare l’ospedale, oppure continueremo a tentare di fare tutto e male». Ieri mattina la sala medica del pronto soccorso era piena. «I letti sono tutti occupati – spiega Cali – ma nel fine settimana la situazione è ancora piu?’ difficile. Le barelle vengono posizionate anche nella parte centrale della sala. Il pronto soccorso ormai è un altro reparto. I pazienti rimangono qui su una barella in attesa di essere trasferiti anche 72 ore. E questo è dovuto alla riduzione di posti letto negli altri reparti dell’ospedale. Per i mesi estivi sono stati accorpati chirurgia e ortopedia, tagliando 20 posti letto e creando un unico reparto da 32 posti dove il livello di assistenza è garantito. Anche Medicina uomini non ha problemi: 14 infermieri su 28 posti letto. A Medicina donne invece ci sono 9 infermieri su 30 posti letto: una carenza che si ripercuote sull’assistenza ai pazienti. Chiudere i posti letto in medicina è un cane che si morde la coda, perché i malati poi restano due giorni al pronto soccorso sulle barelle. Al Grassi d’estate il bacino d’utenza d’estate raddoppia eppure la situazione peggiora di anno in anno, manca una vera strategia nella gestione dell’ospedale».

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