Fiumicino, fiamme nella pineta: in tilt l'aeroporto, per due ore voli bloccati. Renzi chiamo Alfano | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
Direttore responsabile Giovanni Tagliapietra

Fiumicino, fiamme nella pineta: in tilt l’aeroporto Renzi: “Intollerabile”, Alfano: “Bene le indagini”

Ipotesi dolosa, la procura apre un'inchiesta. Due Canadair e tre elicotteri hanno operato per spegnere le fiamme. Il fuoco si è esteso per centinaia di ettari attraversando anche via Coccia di morto e interessando le prime sterpaglie all'interno della zona aeroportuale

Fiumicino di nuovo nel caos. Dopo l’incendio al Terminal 3 dello scorso maggio (80 milioni di euro la stima dei danni fino ad oggi), oggi è stato un rogo alla vicina pianeta di Focene a bloccare lo scalo per un’ora e mezza. Ed il premier Matteo Renzi si infuria e chiama il ministro dell’Interno Angelino Alfano. La procura di Civitavecchia apre un’inchiesta. Le fiamme – favorite dal forte vento – hanno bruciato una vasta zona di sterpaglie vicino ad una via che corre parallela al perimetro dell’aeroporto romano. Il fronte di fuoco ampio alcune centinaia di metri. L’incendio si è sviluppato intorno alle 13 ed è stato spento alle 20. Intervenute dieci squadre e due Canadair dei vigili del fuoco, insieme ad uomini del Corpo forestale dello Stato ed alla Protezione civile di Roma. Alle 14.20 è stato disposto il blocco di tutti i decolli dallo scalo a causa dell’imponente colonna di fumo che si è alzata dal rogo. I decolli sono ripresi alle 15.45. Tanti i ritardi dei voli ed i disagi per i passeggeri, molti dei quali rimasti sui velivoli in pista. È stato il sindaco di Fiumicino, Esterino Montino, ad ipotizzare un’origine dolosa dell’incendio, facendo notare che «le fiamme si sarebbero propagate da 2-3 punti diversi, anche lontani tra di loro. Nessuno mi potrà convincere della casualità dell’incendio» La procura di Civitavecchia procede, per il momento, per incendio. Saranno le risultanze dei vigili del fuoco e degli esperti, attese dagli inquirenti, a determinare se gli accertamenti dovranno proseguire o meno per incendio doloso. I magistrati hanno dato incarico al Corpo Forestale di presidiare l’area interessata dal rogo in attesa di procedere, domani, ai primi rilievi per stabilire la natura dell’incendio. Nel pomeriggio Renzi, fanno sapere fonti di Palazzo Chigi, ha chiamato Alfano per avere informazioni ed immediata verifica da parte delle forze dell’ordine sulla situazione dell’aeroporto di Fiumicino. Adesso basta, è il ragionamento del premier, è impensabile che il principale hub italiano sia in balia di incidenti o peggio di malintenzionati. Se davvero l’incendio di oggi che ha paralizzato l’aeroporto fosse doloso, sottolineano le stesse fonti di governo, ci troveremmo di fronte ad un atto gravissimo, le cui conseguenze impattano direttamente su una delle principali infrastrutture del Paese, sul turismo e sull’economia. È la seconda volta che Fiumicino viene messo in ginocchio e questa situazione, concludono fonti di Palazzo Chigi, è intollerabile.

 

A prescindere dagli attentanti terroristici del 1973 e del 1985, ricorrentemente l’aeroporto di Fiumicino, nella sua storia, ha fatto segnare problemi non sempre comuni ai più grandi aeroporti. L’ultima sequenza ha riguardato il fattore ‘incendì: nella notte tra il 6 ed il 7 maggio scorsi un devastante rogo ha colpito parte del terminal 3, provocando, a varie riprese, la limitazione dell’operatività con il molo D, tra l’altro, in un primo momento riaperto e poi posto sotto sequestro per circa 50 giorni, fino alla riapertura il 19 luglio. Ed un rogo, pur non colpendo direttamente lo scalo, ma devastando l’area di Pesce Luna e la pineta di Focene, lo ha oggi ancora penalizzato, provocando per oltre due ore il blocco dei decolli, una forte riduzione negli atterraggi, con lunghe attese a bordo degli aerei, forti ritardi e disagi prolungatisi fino a sera. Ma, a memoria, tornado indietro nel tempo, si possono ricordare i disagi legati nel 2010 all’eruzione del vulcano Eyjafjoll, nella parte meridionale dell’Islanda, che creò seri problemi alla navigazione aerea in Europa, compreso Fiumicino, paralizzando completamente il traffico aereo fino al 23 aprile. Ed ancora, in alcune estati, i problemi legati alla riconsegna dei bagagli, l?ultimo dei quali, il più eclatante nell’agosto 2014, quando migliaia le valigie in transito rimasero alcuni giorni bloccate in pista, stipati su carrellini portabagagli, conseguenza dio un?assemblea spontanea dei lavoratori Alitalia, uno ‘sciopero biancò per protestare contro i tagli al personale previsti dall’intesa con Etihad. E, sul fronte delle proteste, si possono menzionare ‘Aquila selvaggià quando nel giugno 1995 si ‘ammalaronò 115 piloti dell’ Alitalia, bloccando a terra un centinaio di aerei e migliaia di passeggeri, e quelle del personale legato alle vicende del salvataggio della compagnia di bandiera, fino all’ agitazione nel novembre 2012 degli addetti delle pulizie, dopo che, per giorni, parte delle aerostazioni e delle toilette rimasero invase da cartacce e rifiuti. Non mancano la serie di incidenti aerei, a partire da quello del 17 ottobre 1988, quando, a causa di una nebbia fittissima, un Boeing 707 delle linee aeree ugandesi partito dall’ aeroporto inglese di Gatwick e diretto ad Entebbe si schiantò su un terreno a ridosso dello scalo restano, con rottami sparsi per un raggio di circa mezzo chilometro, a poche decine di metri dall’ abitato e a un tiro di schioppo dalla pista numero 34 dell’ aeroporto di Fiumicino, dove doveva atterrare. I morti furono 31, i feriti 21. Ed ancora, l’incidente del 19 novembre 1977 quando un cargo Ethiopian si schiantò nella pineta di Focene, proprio quella andata a fuoco oggi, con cinque vittime, mentre il 23 novembre 1964 prese fuoco un volo Twa sulla pista due, provocando la morte di 50 persone. E, infine, la scia di sangue causato dagli attentati terroristici: la strage del 1973, frutto di un attacco palestinese che il 17 dicembre causò la morte di 34 persone e il ferimento di oltre 15. Uccisero inoltre il militare della Guardia di Finanza Antonio Zara che aveva tentato di opporre resistenza. Il 27 dicembre 1985, invece, un gruppo palestinese estremista facente capo ad Abu Nidal, che contemporaneamente assaltò l’aeroporto di Fiumicino e quello di Vienna, uccidendo un totale di 13 persone. Ogni volta, tuttavia, lo scalo romano è riuscito a ripartire ed a reagire alle problematiche ed alle disavventure incontrate nel suo cammino.

email

Bisogna effettuare il login per inviare un commento Login