Incendio Fiumicino, Enac: "Superata la fase critica". Ma i passeggeri si sfogano: "Accampati da 3 giorni" | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Incendio Fiumicino, Enac: “Superata la fase critica” Ma i passeggeri si sfogano: “Accampati da 3 giorni”

Protestano anche gli steward che si sentono "dei capri espiatori. Paghiamo per le colpe dei manager". Mentre Vueling rilancia: "Oggi nessuna cancellazione, cresceremo"

«Superata la fase di criticità» all’aeroporto di Fiumicino. Lo afferma l’Enac, precisando che l’operatività dello scalo «oggi sembra essere in linea di massima tornata alla regolarità del periodo, con alcuni ritardi non particolarmente significativi, sia per le compagnie tradizionali, sia per le low cost». In particolare, spiega l’Enac facendo il punto sulla situazione a Fiumicino, «la compagnia Vueling sta regolarizzando, con il supporto della società di gestione Aeroporti di Roma, il proprio servizio anche in termini di riprotezione dei passeggeri, di assistenza e di informazioni». Nella giornata di ieri l’Enac – ricorda la nota – aveva contattato l’autorità per l’aviazione civile spagnola e i vertici della compagnia Vueling che avevano assunto l’impegno di risolvere al più presto la situazione con interventi mirati che sono stati attuati dalla compagnia stessa, in cooperazione con ADR, e che dovrebbero far tornare alla normalità operativa in breve tempo. L’Enac evidenzia, inoltre, che «in questi giorni eventuali possibili ritardi contenuti potrebbero sempre verificarsi in considerazione del fatto che ci troviamo in uno dei momenti di maggior traffico aereo dell’anno; l’Aeroporto di Roma Fiumicino, infatti, in giornate come questa arriva a gestire flussi di circa 140.000 passeggeri».- «Stiamo tornando alla normalità. Oggi non c’è stata nessuna cancellazione e operiamo regolarmente con 105 voli: si registra un piccolo impatto per effetto dei giorni precedenti, con 6 voli in ritardo, ritardi di massimo 3 ore». Lo dice all’Ansa il country manager Italia di Vueling Massimo Di Perna facendo il punto sulla situazione dei voli della low cost spagnola all’aeroporto di Fiumicino. «Al momento – precisa – la situazione è molto migliorata: abbiamo creato una task force dedicata per ristabilire le normali operazioni».

Sono nell’aeroporto di Fiumicino da tre giorni, ‘accampati come profughì in attesa di capire se le ultime informazioni sul loro ritorno a casa stavolta sono attendibili. E intanto aiutano donne incinte e gente sulle sedie a rotelle, in attesa come loro. È l’odissea che sta vivendo un gruppo di giovani partiti da Barcellona, in transito da Fiumicino per arrivare Catania. «Siamo arrivati la sera del 29 luglio, poche ore dopo l’incendio che c’era stato a Fiumicino – spiega Emanuele, 18 anni – Eravamo in 16 e ci avevano detto inizialmente che saremmo ripartiti, a causa di un ritardo, il 30 all’1,40 di notte, poi hanno ancora spostato l’orario e infine lo hanno annullato. Molti di noi hanno preso dei pullman per raggiungere Catania, noi invece siamo rimasti in 5 ragazzi». Emanuele, Sabrina, Sebastiano ed altri amici hanno dormito la prima notte in aeroporto, ma dopo aver capito che la loro permanenza a Fiumicino si sarebbe allungata di molte ore hanno deciso la seconda notte di andare in un albergo nelle vicinanze. «L’unica cosa che la compagnia Vueling si è degnata di fare è stata pagarci un cornetto e un cappuccino, ma ora ci siamo attivati per una denuncia», dicono e spiegano che in questi giorni di disagio a Fiumicino, solo davanti agli sportelli di Vueling c’erano circa 500 persone in attesa tra diversi voli cancellati. «Abbiamo visto gente – racconta Sebastiano – che piangeva, donne in gravidanza, bambini sdraiati in terra e c’era persino una ragazza con la gamba rotta che necessitava della sedia a rotelle e ha dovuto aspettare due ore in aereo prima di scendere, perchè non arrivava l’assistenza a terra. Le abbiamo fatto compagnia e l’abbaino portata in giro per l’aeroporto per riuscire a farla distrarre». I ragazzi sperano ora di partire in serata. «Il fatto che una compagnia sia low cost non giustifica tre giorni di ritardo – aggiunge Sabrina – dovevano garantirci almeno il pernottamento e invece abbiamo speso oltre cento euro a testa». I giovani restano stesi in terra da ore ad osservare file interminabili di passeggeri in attesa di imbarcarsi, tra «operatori confusi e caos». «Qui – spiegano ancora – c’è gente che si è persino ammalata perchè la situazione ha costretto probabilmente l’aeroporto a tenere accesa al massimo l’aria condizionata». «Eravamo a Barcellona – dicono esausti – ma ora ci sembra di non essere arrivati in Italia, ma in un paese con servizi da Terzo mondo».

«Siamo solo il parafulmine dei disservizi prodotti da altri. Ma a fare i conti con i passeggeri imbufaliti ci siamo noi, che non c’entriamo niente e ora stiamo costretti a lavorare con la ‘scortà. Paghiamo per i manager». A parlare è uno steward di terra che descrive il suo disagio, «ma è anche quello dei miei colleghi», dopo l’incendio della pineta di Focene e il black out che hanno rallentato l’aeroporto di Fiumicino. Dopo lo sfogo dell’autista dell’Atac in un video su Youtube, ora sono hostess e steward che a Roma puntano il dito contro i disservizi che ricadono «inevitabilmente sulle loro spalle» e li condannano «ingiustamente al ruolo di capri espiatori nei confronti degli utenti». «Non è stato bello vedere ieri una collega accerchiata, non è bello sentirsi ricoprire di insulti -spiega -alcuni passeggeri minacciano di alzarci le mani addosso e siamo costretti a chiedere l’intervento delle forze dell’ordine. Purtroppo bisogna rendersi conto che siamo in Italia e non in altri paesi, nonostante questo sia un aeroporto internazionale: capisco l’esasperazione per i disservizi ma noi non c’entriamo nulla». Per l’assistente «il problema sono le informazioni, che arrivano in maniera confusa a noi e di conseguenza ai passeggeri. Se ci fosse più chiarezza in tutta la catena di comando, noi che siamo gli ultimi avremmo meno problemi a gestire la comunicazione con gente giustamente arrabbiata per ritardi lunghi quanto imprevisti». «Esiste una checklist che è una procedura da seguire e noi lo facciamo – spiega ancora – ma anche per le compagnie low cost, che sono quelle con maggiori disagi in queste ore, servono dei rappresentanti diretti delle stesse compagnie che si assumano le responsabilità e parlino con la gente, senza affidarsi a noi che siamo solo dipendenti di Aeroporti di Roma. Spesso gli assistenti di terra sono »costretti a dare spiegazioni senza motivazioni, sembra quasi un controsenso. Il problema e che ormai dobbiamo solo studiare come riuscire a farli stare calmi, ma non ad informarli«. E i disagi dopo l’incendio di Fiumicino e il black out non sono tutto. »In questi giorni ormai sono quotidiani i disservizi soprattutto per ritardi sulle isole greche e su Ibiza, dove il traffico aumenta. Purtroppo si parla di noi in eventi come quelli di questi giorni ma qui si incassiamo sempre insulti e il rischio di essere picchiati«, aggiunge l’assistente di terra che ricorda anche i giorni di tensione durante la durissima vertenza Alitalia. »I passeggeri arrivavano e per qualsiasi disguido ci urlavano ‘vi devono licenziarè, ad una collega non più giovane le hanno detto ‘ma vattene in pensionè: noi stiamo solo lavorando, abbiamo famiglie, figli, mutui come tutti. Non siamo pagati per fare i capri espiatori«, conclude.

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